Tim Cup, Roma-Lazio 3-2. Il calore della Curva Sud non basta: l’impresa è dei biancocelesti

Niente finale di Coppa, dunque. La Roma toppa anche il banco di prova del derby, mettendo a segno tre goal ma incassandone due. Troppo passivo l’atteggiamento della squadra, specie nel secondo tempo, quando forte del goal del pari quasi allo scadere del primo avrebbe dovuto spingere di più sull’acceleratore. Nessuna novità di formazione, ad eccezione della scelta di non rischiare Daniele De Rossi: chiavi del centrocampo affidate a Paredes.

LA CRONACA – Pronti, via: al 3′ la Roma potrebbe già avere la gara in discesa con Dzeko, che incrocia di piatto un bel taglio in mezzo di Emerson, ma il bosniaco spedisce incredibilmente a lato strozzando l’urlo in gola ai suoi tifosi. Quasi sul ribaltamento di fronte la Lazio alza la voce e si proietta in avanti con Lulic, che serve l’accorrente Immobile ma l’attaccante arriva troppo sbilanciato, vanificando l’azione.

DZEKO SPRECONE – Un minuto dopo Dzeko si guadagna un’ottima punizione dal limite per fallo di De Vrij; sul pallone va Paredes, che tuttavia calcia sulla barriera. E’ una Roma mai doma quella che si vede nel primo quarto d’ora di gara, impensierita qua e là dalle scorribande avversarie bloccate sempre sulla trequarti. Al 20′ El Shaarawy va in percussione, crea il corridoio centrale per Salah ma l’egiziano si fa anticipare da Strakosha in presa bassa.

SCINTILLE E CARTELLINI – La Lazio gioca d’attesa sfruttando i buchi lasciati in mezzo al campo dalle azioni giallorosse. Al 26′ Felipe Anderson dà luogo a una ripartenza e costringe Nainggolan al fallo, aggravato dal ritardo: cartellino giallo per lui. Al 30′ la partita per un attimo s’incattiivisce visto il parapiglia tra Dzeko e Bastos, che dà luogo a nuove scintille tra il bosniaco e Felipe Anderson: il signor Rizzoli ristabilisce la calma ammonendoli entrambi.

IL VANTAGGIO BIANCOCELESTE – Proprio nella massima fase di spinta degli uomini di Spalletti, però, i biancocelesti passano: al centro dell’area Immobile vince un rimpallo con Manolas e batte a rete, Alisson riesce a respingere la conclusione dell’attaccante ma non può nulla sul tap-in ravvicinato di Milinkovic Savic, che con troppa facilità regala il vantaggio ai suoi.

IL PAREGGIO IMMEDIATO – Anziché abbattersi, la Roma gonfia il petto e si rituffa in avanti, cercando e trovando subito il goal del pari. Al 43′ Ruediger dalla destra mette in mezzo alla cieca, De Vrij svirgola e allora ne approfitta El Shaarawy, che infila Strakosha con un piattone di prima intenzione. Sostanzialmente è questa l’ultima emozione del primo tempo, che si chiude sul punteggio di 1-1, ancora sfavorevole ai giallorossi.

RIPRESA NEL SEGNO LAZIALE – La seconda frazione di gara si apre con due cambi da ambo le parti: da un lato Hoedt rileva De Vrij, dall’altro Juan Jesus lascia spazio a Bruno Peres. Nulla accade fino al 56′, quando si materializza un vero e proprio disastro nella difesa giallorossa: Milinkovic Savic lancia a campo aperto Immobile che, indisturbato, penetra in area e si trova a tu per tu con Alisson, battendolo in uscita.

LA SECONDA RIMONTA – Tutto da rifare. La Roma allora si rmbocca di nuovo le maniche e si rituffa in avanti, nella speranza di un miracolo. Al 66′ qualcosa si muove: El Shaarawy si libera di Bastos e lascia partire il destro, che si stampa sul palo; sulla ribattuta Salah è più lesto di tutti e insacca, regalando il nuovo pareggio. E’ il 13° sigillo stagionale per l’egiziano, tornato ai suoi livelli di sempre.

IL FORCING FINALE – Spalletti le prova tutte per salvare almeno la faccia, e lo fa inserendo Francesco Totti a dieci minuti dalla fine al posto di Paredes. All’82’ i giallorossi vanno vicini al sorpasso con Salah, che arriva di gran carriera e calcia di sinistro, ma Strakosha è in serata di grazia e respinge coi piedi. La terza rete arriva allo scadere, dopo una girata di Nainggolan parata per l’ennesima volta da Strakosha; la sfera però non si ferma lì e ancora una volta il più veloce è Salah, che dribbla l’estremo difensore e realizza il 3-2.

Non basterà: al fischio finale dopo 4′ di recupero a raggiungere la finale è Inzaghi e non Spalletti, che dopo la mancata “remuntada” in Europa League fallisce anche l’operazione rimonta in Coppa Italia. Resta il campionato, ma purtroppo per lui i giochi sono fatti anche lì.

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