Categoria: Core de Roma
0 “La Roma… ?” – di Dario ’40
Certo non risulta facile o agevole esprimere commenti o considerazioni sulle prestazioni della Roma nel corrente anno 2020 ma, per sola fede sportiva e nel tentativo di reprimere la crescente ed alimentata rabbia, proviamo a navigare nel pensiero cercando di individuarvi una qualche plausibile ragione.
In un primo momento avevamo pensato che l’intera società fosse rimasta soggiogata dal clima natalizio però, con il trascorrere dei giorni non vogliamo credere che si voglia prolungare quella generosità fino alle feste di Pasqua.
Proprio nell’estrema generosità si ravvisa un aspetto, ormai, non più inquietante ma terrificante che indirizza e caratterizza le prestazioni della quadra.
Quando andiamo in vantaggio o raggiungiamo un temporaneo pareggio ecco che sui giocatori cala una sorta di paura e senso di colpa, come se quei punteggi fossero frutto di indebita appropriazione; allora eccoci subito pronti a subire le pene dando la possibilità agli avversari di ripristinare le distanze.
Eccoci dispensatori di opportunità realizzative per concedere gloria e punti agli altri, anche quelli che non ne necessitano con urgenza.
Dagli esperti commentativi in materia, questa specie di calamità che si è impossessata della squadra e di tutti gli addetti vien attribuita alla latitanza della proprietà.
Naturalmente potrebbe essere questa la causa ma allora ci si chiede “Perchè la proprietà è stata costantemente presente?”
Nella risposta si conferma la bontà dell’osservazione degli esperti, infatti da quando siamo stai in mano agli affaristi americani non abbiamo vinto nulla.
Un beneficio societario è stato conseguito in virtù della celebrate e conseguite plusvalenze economiche. Peccato però che, quei benefici, non facciano gol, non evitino di subirli, non diano punti alla classifica ma solo tanta amarezza e delusioni alla tifoseria.
Ecco un’altra domanda: ma dello stato d’animo dei tifosi interessa a qualcuno?
Tanto per alimentare il livello di incazz….. se provassimo a formulare una squadra con tutti gli elementi venduti negli ultimi cinque anni ci accorgeremo che, molto probabilmente, non saremmo nello sconcertante anonimato attuale.
Allora, perdonate l’insistenza, ma formulo un’altra domanda: se invece di perseguire le sole plusvalenze economiche ci fossimo tenuti quegli atleti e, forse, vinto trofei, non avremmo ottenuto altrettanti benefici economici, magari anche con sponsor più generosi e maggiore richiesta dei nostri colori?
L’angoscia sta prendendo il dominio dei miei pensieri, non riesco a trovare un minimo appiglio per rinnovare la speranza, non abbandono la fede nella Roma ma, mi sembra, che ci stiano mettendo veramente alla prova.
Buona Roma a tutti i tenaci Romanisti.
Dario ’40
0 “La Roma: prosegue il cantiere” – di Dario ’40
Sempre affidandomi alla suggestione cantieristica, continuo a vedere il proseguo del progetto “Roma” evidenziando gli aspetti e gli avvenimenti che si susseguono.
Proprio come si trattasse di una costruzione totalmente all’aperto, nei giorni di pioggia l’attività viene sospesa pur continuano nella progressione dei costi; questo è accaduto a roma, nella infausta trasferta di Parma dove, certamente, la sconfitta non è stata causata da agenti atmosferici ma da altre avversità rispetto alle quali poniamo una domanda: esiste un regolamento o, quantomeno, un disciplinare dove viene stabilito che quando una squadra italiana giochi di giovedì in trasferta per impegni in un torneo europeo, la successiva partita di campionato venga disputata il lunedì seguente?
Perchè se questa regola non esiste è bene che venga inserita.
Invece, se esiste, viene applicata solo per alcune squadre e non per la Roma.
Nelle ultime settimane questa incongruenza si è verificata per due volte, la prima ci è costata la sconfitta di Parma mentre, la seconda, l’abbiamo assorbita vittoriosamente ma, con tanta fatica, contro il Verona.
Ecco che puntualmente si ripresa l’immagine cantieristica dove i persistenti impegni realizzativi vengono assolti con turni a rotazione dell’organico ma, nel nostro caso, non si tratta di avere una ristretta disponibilità di maestranze ma di osservare che alcune delle stesse siano assolutamente indispensabili al prosieguo del nostro edificio calcistico che, dovendo procedere alacremente nella sua realizzazione, costringe tutti ad un super impegno senza le necessarie paure di riposo e determinando, a maggior ragione, pericoli di incidenti o, quanto meno, di disattenzioni e distrazioni.
A questo proposito il momentaneo pareggio del Verona ne rappresenta la chiara e significativa prova.
Nessuna critica si può muovere ai nostri giocatori, ci mancherebbe altro, i quali seppur fortemente validi e vivamente attaccati ai nostri colori, sempre uomini sono.
Ora ci aspetta una specie di collaudo in corso d’opera, dove la caustica ed avversa commissione incaricata è rappresentata dall’Inter.
Non abbiamo nulla da temere, certi e sicuri del nostro operato, della nostra volontà di progredire e suffragati e sostenuti dalla nostra elevatissima capacità tecnica e dalla grande forza competitiva. Abbiamo un direttore dei lavori esperto ed estremamente abile nel saper affrontare le situazioni, anche in corso d’opera.
Viste le costruzioni di tanti altri, le qualità del nostro D.L. sono abbastanza rare.
Buona Roma a tutti i Romanisti coinvolto nel cantiere.
Dario ’40
0 “La Roma: quasi tutta bella ” – di Dario ’40
Dall’andamento dei fatti del passato più recente, vista la latitanza della presidenza (forse più correttamente la proprietà) vista la sconcertante campagna acquisti e cessione operata nella scorsa stagione che ha seguito quella evanescenti delle stagioni precedenti, relativamente all’aspetto tecnico della squadra e non certo economico della società, siamo stati suggestionati nel redigere le nostre osservazioni e commenti, da una sorta di una ironicamente critica nell’esprimerle.
Questa volta tentiamo di affrontare un percorso diverso.
Ci lasciamo affascinare dal solo fatto di essere tifosi della Roma e dalla sua prestazione contro il Sassuolo; non tanto per il punteggio conseguito, quanto per averlo raggiunto contro una compagine di assoluto rispetto da esprimere con gioco sapiente, aggressivo e ben organizzato.
Quello che ha mostrato la Roma, dalla cintola in su, è stato veramente bello a vedersi e continuativo nello svolgersi, e questa non era la prima volta.
L’abbondanza delle reti realizzate e la ingente quantità delle occasioni procurate danno l’immagine di un gioco offensivo quasi incontenibile per gli avversarsi. Questa è la prova della bontà e delle determinazioni del nuovo tecnico; rappresenta, inoltre, anche la volontà dei giocatori, vecchi e nuovi, di esprimere al meglio le loro capacità tecniche e di sincero attaccamento ai nostri colori.
Purtroppo, quando la squadra nel suo insieme è chiamata a difendersi, presenta ancora titubanze e lacune che permettono agli avversari di punirci troppo di frequente.
Questa pericolosa realtà non è solo della presente attualità ma si è mostrata già da diverse stagioni ed alla quale ci stiamo abituando.
Ora, ragionando da tifosi, vogliamo vedere che, a brevissimo termine, quella latitanze difensive diverranno sempre più rare e fino a scomparire totalmente.
Si può, pertanto, immaginare e sperare che il nostro futuro sarà sempre più giallorosso.
Tornando al derby abbiamo notato, a nostro modesto avviso, un certo timore reverenziale nei riguardi di quella squadra (sempre e comunque di terza fascia) forse dovuta alla loro precedente vittoria contro la Sampdoria; ebbene noi dobbiamo assolutamente evitare di cadere in quegli atteggiamenti di sudditanza.
Certo rispettare ogni avversario ma senza timori e titubanze, non perchè ci riteniamo superiori a tutti ma unicamente perchè siamo la Roma (realtà unica ed inarrivabile per chiunque).
Oltre a questo abbiamo visto che, nel proseguo degli incontri, la modesta compagine doriana, cosa che ha ridimensionato la vittoria di “quelli”.
Buona Roma a tutti i Romanisti!
Dario ’40
P.S. Chiedo scusa per aver tirato in ballo “quelli” ma era necessario per puntualizzare la loro vera forza calcistica
0 “La Roma: come prima, più di prima…” – di Dario ’40
Ricorrendo ad alcune parole di quel brano, famosissimo alla fine degli anni ’50, ora riproposto per una pubblicità televisiva, ci si rende conto che siamo perfettamente aderenti alla realtà della Roma. Infatti molto cose sono come prima, sia dal punto di vista societario che sotto l’aspetto della squadra; altre, invece, hanno aumentato la loro valenza, purtroppo, non totalmente positiva.
E’ nuovamente e necessariamente cambiata la direzione sportiva e quella tecnica, nuove speranze e rinnovate aspettative di successo, stessa fiducia nei nuovi e nel loro operato.
Ma la pazienza è sempre la stessa, totalmente assente o, al massimo, per interposta persona. Stessa disciplina tendente solo a realizzare plus-valenze necessarie al bilancio economico; tutto regolare e condivisibile ma assolutamente senza alcun apporto beneficio ai risultati calcistici.
Dal primo risultato conseguito in campionato emergono realtà vecchie e nuove, positive e negative; peraltro già individuate nel corso delle amichevoli.
L’attacco realizza gol e crea occasioni. Mi sento rabbrividire all’idea che Dzeko fosse stato ceduto. La difesa che prende reti da tutti, peraltro indebolita dalla cessione di Manolas, ma questo è esattamente il “come prima!”.
Forse il nuovo allenatore si sta rendendo conto che le sue richieste circa il centrale di difesa non è che vengano ignorate dal Direttore Sportivo, nuovo anche lui, ma per essere soddisfatte devono ottenere il benestare da Boston e, forse, anche da Londra.
Non sappiamo se in queste situazioni deve intervenire anche l’Onu o altre organizzazioni internazionali.
Prendere dal Perugia, dall’Azezzo e ben tre dal
Genoa è veramente angosciante perchè ci domandiamo: quando affronteremo squadre più prolifiche di quella ligure, quante reti dovrà segnare il nostro attacco per avere un risultato positivo?
Tutto cambia, tutto muta e non sempre in senso positivo ma una cosa non si modifica mai se non per migliorare sempre: la fede giallorossa dei tifosi.
Il solo aspetto che, probabilmente attiva la sensibilità della proprietà, oltre ovviamente a quello economico, è rappresentata proprio dalla certezza dell’amore della tifoseria per la squadra.
Non è corretto speculare sui sentimenti perchè, nel caso specifico, non sono casuali o di passaggio ma hanno una valenza storica, anche se offesa dagli allontanamenti (spontanei o causati) delle nostre due bandiere più gloriose.
Forse stiamo attribuendo alla proprietà un pensiero che neanche lo sfiora, cosa che, lascio immaginare, quanto ci interessi ma deve tenere conto che qui siamo a Roma che qui sono le nostre radici e la nostra storia anche calcistica, che qui si è sviluppato e cementato il nostro amore per la squadra e questo da sempre e per sempre.
Ma è poi così difficile da capire?
Certo è molto più semplice fare finta di niente ma allora arriva un altro interrogativo: ma chi ci ti ha chiamato?
Non sottovalutateci, non prendeteci in giro perchè noi siamo la Roma, vincente o perdente, bella ma sempre e comunque la Roma (vi pare così poco?).
Buona Roma da definire a tutti i Romanisti.
Dario ’40
1 “La Roma: grazie di tutto” – di Dario ’40
Questo messaggio non vuol essere un addio ma solo un doveroso ringraziamento per tutto quanto la Roma abbia saputo donare ad un tifoso alla soglia degli 80 anni. Certamente le gioie per i trofei e gli scudetti che, pur concedendo intime e collettive soddisfazioni, rappresentano passaggi nelle vicende calcistiche in quanto a quelle competizioni ne seguono subito di analoghe successive e tutto ricomincia di nuovo.
I doni ricevuti sono di altra e più profonda ed intensa natura, continui ed incancellabili come:
– La fortuna di aver scelto, in età di scuola elementare, la Roma quale squadra da tifare ed amare
– Lo spontaneo coinvolgimento affettivo con tutti gli altri tifosi giallorossi e non solo nell’assistere agli incontri, ma anche nel campo lavorativo e relazionale
– La struggente emozione provata quando le partite venivano narrate per radio dall’ineguagliabile Niccolò Carosio, sulle cui cronache potrei dilungarmi citando innumerevoli esempi che tengo gelosamente custoditi, chiari e lampanti nella memoria
– La incredibile complicità che nasceva con un altro sconosciuto tifoso; un episodio che voglio narrare, brevemente, ad anni di distanza, lo stesso sentimento di affezione, dunque: in quegli anni la coppia dei difensori centrali della Roma era costituita da Sergio Santarini e da Aldo Bet e vennero convocati per una partita dell’Italia da disputarsi proprio a Roma.
Quella mattina, di un giorno molto piovoso, mi trovavo su un’autobus di linea vicino al conducente che sentivo imprecare sommessamente; ritenni che fossi fosse preoccupato per il temporale e per le conseguenti difficoltà per la guida. Ad una fermata volse lo sguardo verso me dicendo “Fijo mio, non so preoccupato per st’acquazzone, ce so abituato. Sò proprio incazzato perchè per sta partita della Nazionale hanno convocato proprio Bet e Stanrini, mò sti due oggi me se bagnano, ecco perchè sono preoccupato, hai capito?“. L’avrei abbracciato fortemente.
– L’orgoglio di essere tifoso della Roma quando i ruoli di ala destra e di ala sinistra erano coperti da due giocatori romani, Orlando a destra e Menichelli a sinistra. L’appellativo dato loro dai tifosi era “il duo Campidoglio”.
– L’ammirazione ed il senso di gratitudine provata per il nostro terzino sinistro, Francesco Rocca, che con la sua velocità accompagnata da elevata tecnica aveva quasi ridicolizzato, rendendolo statuario al suo cospetto, una, allora stella del Real Madrid, tale Gento.
– L’ansia emozionale che mi aggrediva ogni volta che mi recavo allo stadio per assistere agli incontri della Roma, già da quando si disputavano nell’antico Stadio Torino che, poi, trasformato ed ammodernato, divenne il Flaminio, fino all’Olimpico, con il percorso dalla Curva Sud ai Distinti, alla tribuna Tevere per approdare finalmente alla Monte Mario.
– La profonda ed ineguagliabile gioia di partecipare al coro dell’inno della Roma sulle incomparabili e suggestive note e parole del brano di Antonello Venditti che ringrazio dal profondo del cuore per quella canzone.
– Il serenamente accettato furto del mio Rolex quando, festeggiando per le vie di Roma lo scudetto con Totti Capitano, mi venne strappato dal polso da due delinquenti. Durante il lento andare insieme a tante altro auto festeggiamenti, con le bandiere al vento, fummo costretti a fermarci sul Lungotevere vicino a Castel Sant’Angelo. Ero dispiaciuto e sconcertato per il furto subito ma pensasi “Chissenefrega, la roma ha vinto lo scudetto”. E ripresi subito il mio sbandieramento.
Ecco, questi sono i doni ricevuti dalla Roma, tutti di valore inestimabile proprio perchè spontanei ed assolutamente durevoli nel tempo, che non si possono acquistare nè toccare ma, soltanto, avvertire nel proprio animo.
Ora è necessario spiegare le ragioni di questo intimo ringraziamento, non certo per l’età avanzata ma perchè si è concluso un ciclo, il più bello e significativo di tantissimi anni da tifoso giallorosso.
Il termine preavvertito di quel ciclo è iniziato con l’addio al calcio giocato di Francesco Totti e si è concluso con quello, sconcertante ed imposto, di Daniele De Rossi; certo con la presenza nella squadra di Florenzi e Pellegrini potrebbe aprirsene un altro ma, considerando la grettezza e l’incapacità, da parte della proprietà e dei suoi accoliti, di percepire e di saper assimilare il concetto di “Romanità” e di “Romanismo” possiamo aspettarci di tutto.
Non provo disprezzo nè risentimento verso questi illustri personaggi che, purtroppo per loro, vedono solo il raggiungimento di benefici economici; anzi, penso a loro con una distaccata forma di commiserazione per il fatto di essere riusciti a non sapere capire l’occasione, più che favorevole e propizia, per appropriarsi di quel sentimento di emozionante fratellanza che accomuna l’intera tifoseria giallorossa.
Sarebbe stato, per loro, un notevole accrescimento ed arricchimento delle capacità affettive spontanee e gratuite insite in ogni persona vera, che vanno sempre coltivate con amore e saggezza, evitando il loro inquinamento dovuto a sterili valori economici e commerciali.
E’ una vera plusvalenza che hanno trascurato anzi, forse, nemmeno percepito.
Come sempre ci affidiamo alla speranza, basata e sostenuta dalla nostra fede giallorossa.
Buona Roma a tutti i Romanisti.
Dario ’40
0 “La Roma: angoscia internazionale” – di Dario ’40
La definizione di internazionale è dovuta esclusivamente al fatto della proprietà americana, argomento sul quale torneremo in seguito. L’angoscia, invece, è solo un fatto intimo e proprio della tifoseria Romanista che prima ha dovuto assistere alla conclusione della carriera di giocatore di Francesco Totti, ora si appresta a patire anche quella di Daniele De Rossi.
Ovviamente il trascorrere degli anni non è imputabile a nessuna proprietà, è un fatto naturale che ciascuno deve accettare con rassegnazione.
Quello che causa angoscia, nei tifosi, è la disgregazione dei simboli della Roma, quei Capitani Romani e Romanisti che per anni sono stati i nostri vessilli ineguagliabili.
A questo punto tiriamo in ballo l’attuale proprietà che, attraverso le sue consulenze sparso per il pianeta, potrebbe decidere di vendere, per solo benefici economici, anche Florenzi e Pellegrini, ultimi attuali rappresentanti della Romanità in campo.
Le cronache ci riportano che a De Rossi è stato proposto un ruolo dirigenziale nell’ambito societario e che lui lo abbia saggiamente rifiutato. Non conosciamo le ragioni di questo suo diniego ma, se l’avesse accettato, ci saremmo trovato con più campioni in tribuna di quanti presenti sul campo.
Una piccola osservazione nel siparietto allestito da CR7 nella partita contro la Roma nei riguardi di Florenzi; ci chiediamo se il pluricelebrato campione avesse osato attuare quella offensiva sceneggiata al cospetto di Maradona o di Messi. Sono certo si sarebbe astenuto.. CR7 sta bene dove sta!
Florenzi ha reagito con la signorilità e classe andando poi a realizzare il magnifico gol che, se segnato dal portoghese, sarebbe stato celebrato ed osannato sulle prime pagine di tutti i quotidiani.
Visto che l’attuale proprietà non riesce a percepire quell’intimo sentimento di sublime appartenenza che lega tifosi e giocatori romani alla Roma, non ci rimane che sperare ed augurarci, per l’immediato futuro, che riesca a sensibilizzarsi e prendere atto di questa inarrivabile e storica realtà.
Ingaggiassero l’allenatore, sperabilmente almeno italiano, che ritengono più idoneo e lasciassero scegliere gli atleti più congeniali al gioco che intenda sviluppare, senza imporre soluzioni o alternative dettate esclusivamente da convenienze finanziarie perchè, siamo certi, che nessun tecnico si priverebbe di Florenzi e Pellegrini, in quanto, ravvisandoli come residui baluardi della Romanità, andrebbe ad aggregarsi loro giovani provenienti dal vivaio societario o, magari, andando a recuperare nostri atleti che militano in altre squadre, da noi impunemente ceduti.
Questo saggio indirizzo costituirebbe il vero plus valore aggiunto al capitale umano della Roma!
Questa scelta darebbe vita ad un vero, consistente e duraturo progetto calcistico che, sapientemente studiato ed allestito, porterebbe nel breve periodo di due, tra anni, a raggiungere traguardi ormai lontani nel tempo.
Non sembra così difficile capire con quanto spirito agonistico giocherebbero nella Roma atleti Romani e Romanisti. E’ una qualità che non costa nulla ma ha un valore inestimabile e di immediata disponibilità.
Non attuarla, anzi reiteratamente ignorandola, rappresenterebbe uno spreco tecnico ed economico senza alcuna giustificazione; gli ultimi campionati e competizioni italiane e continentali hanno, purtroppo, dato ampia dimostrazione delle inopportune ed evanescenti direttive societarie, attraverso indirizzi dettati dalla proprietà che hanno portato esclusivamente al nulla.
Non si intende rappresentare un quadro tragico della attuale situazione, basta osservare con serenità e lucidità i risultati raggiunti per certificare l’inconsistenza della politica societaria messa in atto.
Non serve un impossibile ed irrealizzabile nuovo stadio per conseguire vittorie, basterebbe, come già detto in precedenza, anche un rimodernato Flaminio o l’Olimpico come è ora.
Volendo essere appena sufficientemente aggressivi, l’attuale proprietà, attraverso la sua incomprensibile condotta, ha, di fatto, tradito le aspettative della tifoseria. Non si pretende che percepisca l’affezione dei Romanisti verso la Roma; questa è una dote che si acquisisce solo nascendo nella nostra città, non è in commercio e non ha prezzo per poterla acquistare. Si richiede solo di rispettarla senza indugi e senza proclami o vane promesse.
Non rappresenta solo una fede calcistica ma molto di più: costituisce un vero e proprio sentimento di inteso amore verso i nostri colori. Tutto gratuito e senza sprechi.
Nel caso in cui la proprietà continuasse ad essere refrattaria a questa qualità romana, vendesse tutti gli atleti, tranne ovviamente quelli romani, per rientrare delle somme elargite (?), abbandonasse il suo progetto ed ecco che allora, magari in attesa di una nuova proprietà, meno interessata agli aspetti economici e più attenta al nome Roma, si potrebbe attuare un nuovo progetto Romanista, certo effimero ma non impossibile, dando avvio ad un azionariato popolare che vedrebbe Totti Presidente, De Rossi direttore tecnico e Ranieri allenatore.
Più Romani e Romanisti di così non si può.
Buona Roma di Roma a tutti i Romanisti.
Dario ’40
2 La Roma: SPALmata di mediocrità” – di Dario ’40
Troppo facile, troppo semplice la battuta per lasciarmela sfuggire.
E’ proprio nei due incontri con la compagine di Ferrara (proprio Ferrara, non Madrid, Barcellona o Londra) che si identifica la mediocrità della stagione in corso da parte della Roma.
Cosa hanno messo in campo quei giocatori che ci hanno rifilato quattro reti ricavandone sei punti?
Semplicemente la determinazione, la voglia di vincere, il furore agonistico , il rispetto per la loro maglia.
Elementi essenziali ed indispensabili ai fini del raggiungimento del loro primario obiettivo: la salvezza; obiettivo al quale noi stessi abbiamo dato il massimo contributo.
Certo elementi non totalmente sufficienti per il conseguimento di risultati positivi ma, come abbiamo visto, alcuni di quegli atleti hanno mostrato qualità tecniche di elevatissimo livello internazionale, sempre agevolato dalla scarsa consistenza agonistica di alcuni dei nostri tra i quali, non meno di quattro di loro, sembravano capitati in campo per puro caso, distaccati dal gioco, abbigliati da calciatori come se fosse solo una mascherata carnevalesca.
Ora tutti i media, parlando ed argomentando sapientemente sulla Roma, lanciano un allarmante pericolo causato dalla possibile mancata partecipazione alla prossima competizione europea di maggior livello; pericolo derivante dal non ricevimento delle somme assegnate alle squadre partecipanti a quel torneo.
Se abbiamo ben capito si tratta di bilanci economici.
Ora se andiamo ad analizzare come sono state impiegate le ingenti somme ricevute dalla partecipazione alle due precedenti competizioni europee, quella della passata stagione e quella attuale, dalla quale siamo usciti per mano del Porto, ci accorgiamo che sono state spese, almeno così sembra, per una campagna acquisti a dir poco comica.
Come se non bastasse, l’abbiamo incrementata anche con quelle incredibili e dannose cessioni.
Se questo è il deludente risultato pratico, per intenderci quello sportivo, auspicato dalla società, sarebbe molto più coerente non tentare di partecipare al prestigioso torneo europeo.
Perchè se l’obiettivo primario è solo quello di avere il bilancio in ordine, a me tifoso non interessa proprio nulla; non è propriamente la ragione per la quale amo la Roma da oltre 70 anni.
Sarebbe molto più logico ed onesto, proprio per rispetto della tifoseria, di avviare un sano progetto basato esclusivamente sull’organizzazione attuale, ovviamente senza i giocatori più blasonati e deludenti dell’ultima campagna acquisti, incrementandolo con elementi giovani, volitivi, affamati di calcio.
Non sarà certo un percorso così sano a disamorare la tifoseria che, da sempre, ha mantenuto inalterata la sua fede giallorossa.
L’attuale dirigenza dovrebbe avere l’umiltà di leggersi la storia della Roma per verificare come i suoi sostenitori l’abbiano sempre e costantemente amata ricevendo, in cambio, rarissime soddisfazioni ma ampiamente sufficienti a mantenere l’impegno affettivo.
Visti gli accadimenti, sono lieto che il DS spagnolo sia tornato a Siviglia; vorrei che non dimenticasse a Trigoria il voluminoso bagaglio a mamo, costituito dal francese campione del mondo; anche perchè di ingombranti fardelli il DS ne ha riempito il deposito societario.
Buona Roma da rifondare a tutti i Romanisti.
Dario ’40
0 “Ciao Eusebio” – di Marazico
Se sa che se le cose vanno male
l’allenatore è er primo a fa’ fagotto.
Nun fai certo eccezione, ed è normale,
che dopo i lampi sia arivato er botto.
Avemo tutti quanti fatto er tifo,
ma giocavamo proprio da fa’ schifo.
E poi ‘n pò esse colpa de nessuno
se ogni partita se ne rompe uno.
Er guaio grosso de ‘sta pora Roma
forse nun eri solo tu, sicuro.
Pe’ ritiralla fori da ‘sto coma
ce vo’ quarcuno che li sbatta ar muro
e soprattutto poi che tutti l’anni
nun vendano li mejo pe’ fa’ cassa.
Se chi decide fa’ soltanto danni
difficile è sbrojalla ‘sta matassa.
La verità purtroppo è solo questa:
er pesce puzza sempre dalla testa.
Marazico – 2019
0 “La Roma… ???” – di Dario ’40
Non intendiamo, al momento, argomentare sul calcio giocato perchè quello che abbiamo visto in una mezza partita (Bergamo) ed una intera (Firenze) non ha nulla a che vedere con incontri calcistici. Confesso sinceramente di essermi illuso dopo le stentate vittorie con il Genoa ed il Torino e quella più agevole di Parma; quella con l’Entella nemmeno la considero,
L’illusione era nata dal fatto che quei risultati positivi potevano rappresentare e dare avvio ad un periodo più soddisfacente e meno altalenante dei precedenti. Ingenuità assoluta di fede e di speranza.
Il pareggio di Bergamo è stato conseguito solo per la mancanza di precisione degli avverarsi, altrimenti anche in quella circostanza avremo incassato una mezza dozzina di reti.
Sconcertante verità puntualmente verificatasi con la Fiorentina, la quale ha riportato alla nostra angosciata memoria le sconfitte con lo United ed il Bayern Monaco. In quelle occasioni era estremamente evidente la pochezza delle nostre potenzialità rispetto a quella degli avverarsi ma, nell’incontro con la Viola, siamo stati letteralmente assenti ed a riguardo pongo una serie di domande:
– Abbiamo un portiere?
– Abbiamo una difesa?
– Abbiamo una squadra?
– Abbiamo una panchina?
– Abbiamo una società?
La risposta è autonoma e cumulativa sui quesiti esposti: nulla di nulla.
Trovo estremamente grottesca la dichiarazione autoritaria espressa dal direttore sportivo che afferma di avere lui acquistato giocatori sollevando, contestualmente, il tecnico da ogni responsabilità. Espressione tanto generosa quanto cautelativa di affermazione del proprio ruolo; in sintesi la confessione della propria incapacità.
Certo non è tutta sua la responsabilità perchè, in ogni caso, una squadra giallorossa è scesa in campo, a fare cosa è un vero mistero.
Senza soffermarci troppo sulla indegnità di tutti di indossare quella maglia, vogliamo evidenziare alcuni aspetti dell’inimmaginabile futuro che ci attende conseguentemente alle recenti campagne di pseudo rafforzamento dell’organico.
E’ perfettamente inutile andare in giro per il mondo ad acquistare giocatori più adatti ai tornei amatoriali che alle competizioni nelle quali siamo coinvolti.
E’ perfettamente inutile andare ad acquistare, a costi molto elevati, giovani che rappresentano solo speranze, quasi sempre disattese e male riposte.
E’ perfettamente inutile acquistare giocatori che, per il solo fatto di avere cognomi stranieri, possano assicurare e dare certezze.
L’inutilità di quanto messo in atto, con i risultati ad oggi conseguiti, si dimostra attraverso semplici considerazioni:
– Giocatori che si avviano ad esser vecchie glorie ne abbiamo anche in Italia, se non anche a Roma
– Giovani promesse ne abbiamo direttamente in casa e senza spendere nulla
– Il fascino del cognome straniero è una vera e propria utopia, pure a congruo pagamento.
Da tutto quanto affermato e purtroppo accertato nascono dei suggerimenti:
– Acquistiamo l’Atalanta in blocco escluso, purtroppo, il Presidente
– Facciamo scendere in campo la nostra Primavera compreso allenatore e panchina, tanto siamo certi che sette gol dalla Fiorentina non li prenderebbero mai in assoluto
– Troviamo nelle squadre dei tornei cittadini o regionali minori giocatori dal cognome esotico che si esprimano in perfetta lingua italiana o, ancora meglio, in puro dialetto romanesco.
Attuando questi suggerimenti, salvo quello impossibile dell’acquisto in blocco della compagine di Bergamo, avremmo delle certezze assolute:
– Massimo rispetto e dedizione ai nostri colori, attualmente vilipesi
– Enorme risparmio economico della società con evidente gioia del Presidente americano.
Tanto e certamente i risultati e l’andamento negativo in essere non potranno essere peggiori.
Quanto affermato si ribadisce con la realtà, purtroppo e troppo spesso ignorata, che noi tifosi giallorossi amiamo i nostri colori, la nostre icone, la nostra storia, la nostra Roma.
Salvo casi estremamente eccezionali, riguardanti giocatori, guarda caso, proprio nati a Roma, noi amiamo quelle effigi e quelle maglie, poco importa chi le indossi. E’ un concetto molto facile da capire e mettere in atto, almeno per noi; chi non lo capisce o lo ignora è meglio che se ne torni a casa senza continuare a stare qui a sdottorare pensando di illuderci con le sue inutili chiacchiere. Prendano atto che siamo a Roma!
Spero venga perdonato e magari condiviso il mio sfogo.
Buona Roma da rifondare a tutti i Romanisti.
Dario ’40
PS Sono vivamente stufo di essere deriso da tutti per il solo fatto di essere Romanista. Sembra una colpa incancellabile invece che una dimostrazione di fede sportiva.