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Categoria: Core de Roma

0 La Roma. Sempre coerente alla sua storia. Di Dario 40

  • 3 Novembre 2022
  • Redazione CZ
  • · Amarcord · APP · Core de Roma · Rubriche

Il filosofo e giurista Giambattista Vico affermò l’esistenza dei “corsi e ricorsi storici” ovvero il ripetersi, a distanza, di fatti ed eventi già accaduto in pasato. Qualora a taluni sorgessero dubbi su tale affermazione, potrebbero facilimente fugarli andando a vedere la storia della Roma infatti, come da sua inamovibile tradizione, non tradisce assolutamente questa insopportabile verità che la vede, ogni volta che si trova in procinto di fare il salto di qualità, arrivando a dotarsi della sempre desiderata mentalità vincete, eccola conseguente la solita sconfitta o il solito pareggio vanificando conseguentemente ogni opportunità di gloria.

L’incontro con il Npaoli è stato, in qualche modo, la concreta testimonianza che siamo ancora estremamente lontani dall’acquisire quello, per noi irraggiungibile, livello di mentalità. Nemmeno un prestigioso e superdecorato tecnico, quale lo Special One, è riuscito ad inculcare nella testa dei giocatori quella indispensabile qualità che consente di eliminare timori e remore e divenire finalmente e definitivamente una grande squadra.

Forse che, anche lui, sembra averla smarrita perchè avvolto nell’atmosfera di timidezza e di rassegnazione che appare essersi irrimediabilemnte impossessata dell’intero ambiente giallorosso? Cambiano presidenti, direttori sportivi, tecnici e giocatori ma, fatte salve rarissime eccezioni (solo due negli ultimi ottanta anni) la squadra fallisce il salto di qualità. Non è certo facile identificarne le cause e trovare adeguate soluzioni che, proprio dalla nostra storia, non esistono, almeno nella Roma, nel rinnovo degli organiici tecnici e dirigenziali, ma vanno individuate in altri occultati ambiti.

Naturalmente questa realtà non intacca minimamente la nostra fede giallorossa ma ci invoglia, rispettosamente ed umilmente, ad ipotizzare una soluzione. Premesso che nutriamo la massima stima per ogni singolo componente l’attuale e totale organico della nostra società e non abbiamo dubbio alcuno sull’affezione di ciascuno di loro ai colori sociali, ci permettiamo di esprimere il nostro pensiero per allontare quella vera nube tossica che ci perseguita da vari decenni impendendoci di conseguire costantemente traguardi prestigiosi.

Se in tempi molto brevi riuscissimo ad allestire una squadra di veri “affamati”, non di sola ricchezza economica che compete loro in quanto professionisti, ma di quella fame di successi spotivi che animerebbe giovani calciatori nati a Roma e di sicura e provata fede Romanista.

Quale potrebbe essere l’enorme valore aggiunto in naturale dotazione ad una compagine così costruita se non quelo di ottenere vittorie non solo per la propria squadra ma anche e soprattutto per la squadra amata. Ma che vorremmo di più?

Buona Roma a utti i Romanisti che, da sempre, hanno fatto il salto di qualità.

Dario ’40

0 “La festa” – di Marazico

  • 29 Maggio 2022
  • Carlo Zampa
  • · Core de Roma · Versetti e versacci

Dice: “Però è ‘na cosa esagerata,

pe’ ‘na coppetta poi, su, fate i boni.

Che rappresenta ‘sta carnevalata?

Ammazza quanto sete caciaroni!”

Dico: ” Peggio pe’ te se ‘n sai afferrà

quer che de bello ce sta dentro ar core,

dentro a le vene de questa città.

Beh, te lo dico io: se chiama amore.

Se nun lo sai capì restane fori,

nun ragionà de cose che nun sai.

Chi sventola orgojoso quei colori,

magari soffre, ma nun perde mai.”

Marazico – ©

0 La Roma: sprazzi di luce e di buio profondo – di Dario ’40

  • 4 Marzo 2022
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

La notte di San Lorenzo tante persone, compreso il sottoscritto, alzano gli occhi al cielo per vedere le stelle cadenti ed esprimere un desiderio ma il campo di luce che emanano è talmente rapido da non concedere spazio nemmeno a quel desiderio che, subito, si tramuta in speranza.

La tifoseria Romanista non aspetta quella magica ed unica notte, si pone alla visione diretta o televisiva, delle partite della Roma in maniera appassionata, coinvolgente e fiduciosa esattamente come stesse emozionandosi nel vedere la scia luccicante di una stella cadente.

In quelle circostanze non è necessario individuare un personale desiderio in quanto è quello comune a tutti i Romanisti: vedere la squadra vincere una partita contro un’avversaria titolata e dare avvio ad una serie di successi.

Questo immaginario scenario si è concretizzato nell’incontro con la compagine torinese (non riesco a scriverne il nome proprio come quello dei cugini di terza fascia) dove la Roma ha espresso all’inizio dei due tempi una luce abbagliante che appena offuscata da timide nuvole avversarie è divenuta di un buio profondo come se le luci dello stadio si fossero simultaneamente e totalmente spente ed in quelle tenebre solo gli avversari godevano di completa visibilità.

Ovviamente non si tratta di diottrie o di intensità di luce ma il nostro buio è solo caratteriale e mentale tale che nemmeno un elevatissimo esperto come Mourinho riesce a dissipare le sconcertanti e continuative assenze psicologiche dei giocatori.

L’episodio dell’incontro con la compagine torinese non è fine a se stesso, infatti le ottenebrate nostre prestazioni hanno visto il loro apice nella notte norvegese ed il ritorno nella serata di Roma dove una modesta squadretta ci ha rifilato ben otto goal cosa che, ripetutamente ci viene rammentata con perfida ironia dagli anti-Romanisti per vocazione… come se poi le loro vicende fossero più serene delle nostre.
Probabilmente, per queste signori, è più facile sorridere per le disgrazie altrui che piangere per le proprie. Non tentiamo nemmeno di capirli e rimaniamo indifferenti ai loro acidi e superflui commenti.

Ma in tutto questo scenario astrale fatto di rare luci ed impenetrabili tenebre a noi tifosa cosa resta di fare? Iniettarci dosi industriali di vaccino della speranza augurandoci che, almeno quella, continui a sostenerci nell’attesa che sorga definitivamente e senza timore, dalle nubi, il sole giallo-rosso e che rimanga alto e risplendente nel cielo Romanista.

Buona Roma a tutti i Romanisti sempre avvolti dalla luminosità dei nostri colori.
Dario ’40

P.S. Scusate la vena vagamente romantica utilizzata nell’esprimermi ma impiegata solo per non dare avvio ad una interminabile serie di insulti.

0 Ricordando lo scudetto…

  • 17 Giugno 2021
  • Carlo Zampa
  • · Amarcord · Core de Roma

Grazie a Valentina Lucari per aver condiviso con noi questi ricordi meravigliosi.

FORZA ROMA!!!

0 “La Roma: allora ce l’avete con me!” – di Dario ’40

  • 16 Aprile 2021
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Mi sento costretto a fare questa affermazione che non è una domanda ma la costatazione che risposte alla realtà di ciò che sta avvenendo infatti ho tentato di oppormi alle teorie espresse dai celebrati tecnici televisivi che, reiteratamente, hanno affermato che la Roma sia debole (sconfitta) con i gradi e forte (vincente) con i piccoli.
Ebbene quelle teorie hanno trovato puntuali conferme negli incontri con il Milan e con il Napoli (appunto, grandi):

La mia teoria, alla quale mi sono fortemente aggrappato, era basata sulle vittorie contro i deboli, fino ad un certo punto del campionato in corso, perfettamente e diligentemente osservato. Poi, inaspettatamente, sono arrivati i pareggi con il Benevento e con il Sassuolo e, addirittura, la sconfitta con l’innocuo Parma.

E’ evidente, al momento, che quella mia accomodante teoria sia non più difendibile, infatti siamo precipitati dal suggestivo terzo posto in classifica all’anonimo ed inconsistente settimo posto.

Tempo addietro avevo auspicato potessimo acquistare l’intero organico, allenatore compreso, dell’Atalanta che ci distacca di una quantità di punti; ovviamente, non era cosa possibile ma forse solo poterne copiare il prestigioso procedere.

Vista la situazione della Roma in questo campionato, ormai, privo di significati e con i minimi obiettivi sempre più remoti da raggiungere, l’unica cosa, almeno questa, da ottenere è una larga vittoria nel derby che, forse e se non altro, potrebbe darci l’effimero primato cittadino fatto che, per noi tifosi, già costituirebbe una soddisfazione non trascurabile.

A tale riguardo vorrei puntualizzare che l’altra compagine regionale, non capitolina, è più grande della Roma solo per essere stata costituita vari anni prima, quindi solo più vecchia, il che non costituisce con merito ma unicamente una semplice circostanza.

Allora, quando arriveremo alla vigilia di quella partita, sarà bene che, tutti quanti facciano parte della Roma, evitino di prepararla ed affrontarla con la solita sudditanza e timore reverenziale fino ad ora dimostrate con le grande (ed anche con le presunte tali) del toro in corso perchè, sempre per noi comuni tifosi, la vittoria nel derby ci ripagherebbe delle tante amarezze e delusioni immeritatamente patite fino ad ora.

Certamente qualcuno potrebbe replicare che è ben diverso il cammino della Roma nel secondo importante percorso europeo ma, a questo punto, non avendone parlato fino ad ora, la cara e vecchia scaramanzia torna in auge…. ergo termina qui il mio disquisire sul discorso Europa League…

Sia ben chiaro che la nostra fede giallorossa non è mai venuta meno! Allora, e come sempre, abbandoniamo le teorie e rimaniamo appesi alla speranza di vedere la Roma vincente.

Buona Roma a tutti i Romanisti sempre più orgogliosi di esserlo.

Dario ’40

0 “La Roma: in gramaglie”

  • 1 Dicembre 2020
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

E’ assolutamente comprensibile e totalmente condivisibile il dolore e l’angoscia patita dalla compagine partenopea per la scomparsa di Maradona.

Non avremmo dovuto, assolutamente, ignorare il luttuoso evento, ci mancherebbe altro. Ma da questa partecipazione al mancato disputare la partita c’è un vero oceano di sudditanza ed arrendevolezza, entrambe senza giustificazione.

Questa volta non è intervenuto il solito “braccino del tennista” che ci ha recato la paura di vincere. Infatti siamo stati soggiogati dall’atmosfera dell’ambiente che ci ha impedito di giocare la partita.

Non possiamo nemmeno appellarsi alla nostra consolidata abitudine di quando, in procinto di fare un salto di qualità, immancabilmente vanifichiamo l’occasione.

Allora ecco doversi porre un inquietante interrogativo: ma qualche dirigente della Roma ha avvertito tutti i componenti della spedizione che non andavano a Napoli per partecipare ad una funzione funebre ma, unicamente, per disputare un incontro di calcio per un campionato quindi non è un evento eccezionale ma conosciuto e programmato.

E’ stata data questa banale informazione? La nostra squadra, non giocando, ha reso possibile travedere come se il Napoli avesse in campo undici Maradona. Certo la squadra che ci ha umiliati è di elevatissimo livello ma non tale da disporre della Roma a piacimento.

Se eravamo animati dal proposito di portare conforto sarebbe stato meglio non andare a Napoli, almeno saremmo stati sconfitti a tavolino solo per 3 a 0.

Se, invece, eravamo intenzionati a disputare l’incontro con rispetto per la dipartita di Maradona, allora avremmo dovuto onorare la scomparsa proprio giocando al massimo delle nostre possibilità, poi, saremmo anche potuti uscire sconfitti ma avremmo giocato al calcio, proprio quello sport nel quale Diego Armando Maradona ha meravigliato il mondo intero con le sue innumerevoli magie.

Purtroppo le cose sono andate in modo diverso ormai, lunga vita a tutti i campioni, più o meno celebrati, che hanno militato nelle squadre di calcio.

Hai visto mai dovessero rimettersi fatti analoghi.

Buona Roma a tutti i Romanisti che non si rassegnano.

Dario ’40

0 “La Roma: finalmente sembra aver perso il “braccino” – di Dario ’40

  • 10 Novembre 2020
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Questa specie di impedimento mentale si manifesta nei tennisti meno dotati che, quando affrontano campioni più celebrati ed il match viene a loro favore, ecco essere aggrediti dalla paura di vincere; allora il loro braccio risulta palesemente più corto nei movimenti, divenendo, così “braccino”.

Di tale inopportuna condizione, la Roma, nel suo recente e trascorso passato, ne ha dato più volte dimostrazione, anche all’avvio della stagione in corso se ne è avvertita la pericolosa suggestione, specialmente nelle partita casalinga con la squadra di Torino codificata a barre ed anche in quella di Udine dove, seppur vincente, nell’ultima mezz’ora di gioco, solo la fortuna ha evitato il solito pareggio.

Il braccino non si è visto contro il Milan per poi sudbolamente ricomparire nell’incontro con la compagine bulgara e svanire completamente contro la Fiorentina.

Probabilmente il costante dissiparsi di questo vero impedimento mentale è agevolato dalla continua presenza in tribuna della nuova, partecipe e significativa proprietà americana. Sembrerebbe, e ce lo auguriamo fortemente, che i nuovi proprietari siano stati avvolti dall’orgoglio e dall’ineguagliabile piacere di essere tifosi della Roma.

Avvertiamo il dovere di ringraziarli per questo loro solidale e fedele amore ma anche per come svolgono il loro compito con assoluta discrezione e correttezza, senza abbonarsi alla platealità di inutili ed irrealizzabili promesse tentando di assurgere, come reiteratamente fatto dai loro predecessori, ad una immerita popolarità.

Noi tifosi Romanisti, sotto questo aspetto, abbiamo già largamente e generosamente dato e, certamente, non cadremo più nelle lusinghe e nelle facilonerie ripetutamente espresse ed adottate.

Siamo tifosi della Roma, mica ingenui e sprovveduti, anzi proprio l’esatto contrario.

Ora a chi spetta il compito di eliminare definitivamente il pericoloso braccino? Ovviamente a chi è incaricato della gestione e condizione tecnica della squadra.

Facciano, tutti loro, serenamente e consapevolmente, pure le scelte che ritengono più opportune al fine del nostro successo ed evitino, sempre e comunque, di cadere nella paura di vincere; nessuno potrà muovere critiche per le vittorie, anche se malauguratamente non conseguite perchè, per noi, l’importante è che si sia tentato ostinatamente di ottenerle, senza timori riverenziali, verso nessuno in assoluto.

Noi, continuo ad affermare, SIAMO LA ROMA!!!

Un pensiero benevolo voglio dedicarlo al grande Ibra che, con la sua pubblicità riguardate il costante uso delle mascherine protettive, ha impartito una vera lezione comportamentale a coloro cui era indirizzata, sempreché l’abbiano capita.

Buona Roma a tutti i Romanisti dal braccio forte, energico e vincente.

Dario ’40

0 “La promessa” – di Marazico (ciao Gigi)

  • 5 Novembre 2020
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Grazie al grande Marazico per questi versi dedicati all’Immenso Gigi Proietti.

Lo so, ce state male e m’addolora,
ma vojo divve du’ parole ancora.
L’amore che m’avete regalato
m’ha reso assai felice su ‘sta tera.
Penso però d’avello ricambiato
coll’arte mia, istrionica e sincera.
V’ho fatto ride co’ le barzellette,
ma pure piagne e ‘n po’, forse, riflette.
Ecco, nun disperdete quest’amore,
fateme un dono solo e ve so’ grato:
amate come avete amato me, cor core,
Roma che solo ieri ho salutato.
Fateme tutti quanti ‘sta promessa,
fateje ritrovà grazia in sé stessa.
Amate le sue statue, le fontane,
le piazze, i marmi, i pini, l’acquedotti,
ma pure le borgate più lontane,
coi mucchi de monnezza e i vetri rotti.
Amate tutto quer che è diventata,
quer che sarà, e quer che è sempre stata.

Amatela come l’ho amata io,
e quanto lo sa solamente Iddio.

0 “La Roma: immagine bella e futuribile” – di Dario ’40

  • 6 Agosto 2020
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Il finale di campionato, per noi atipico ed inquietante anche senza la pandemia, ci ha donato vari successi che, certamente, hanno un valore ma dovrebbero essere interpretati in prospettiva futura andando a fare un vero tesoro degli insegnamenti tratti.
Mi spiego. Nell’ambito dell’organico degli atleti si individuano facilmente quelli che ne sono entrati a far parte attratti solo dai lauti compensi o magari dal fascino della nostra città; forse erano al limite delle risorse fisiche o anche perchè privi di motivazioni e di scarse capacità tecniche ed agonistiche.

Ma chi li ha ingaggiati non se ne è accorto; appare strana questa eventualità. Al contrario abbiamo assistito al procedere ed affermarsi di altri nostri giocatori che, seppure utilizzati con discrezione, hanno dato il loro apporto alle ultime vittorie.

Per interpretare correttamente gli insegnamenti ricevuti ci affidiamo ad un esempio campagnolo dove un contadino, possessore di un terreno fertile, lo cura e lo semina per ottenere grano; ebbene, al momento della mietitura svende il suo prodotto come fosse superfluo per acquistarne di analogo a costi elevati che, invece, è di dubbia qualità rispetto al suo.

Sarà pure un bravo contadino ma certamente non è capace di curare i propri interessi; forse non è così sprovveduto come sembra ani, da quel commercio, apparentemente incanto, ne trae benefici economici occulti.

Il semplice significato dell’esempio ci porta a meditare sul fatto che i prodotti calcistici del nostro vivaio non sono assolutamente inferiori a quelli di altre squadre come l’Atalanta ed il Sassuolo quindi vanno inseriti e gestiti separatamente nel complesso della prima squadra; si potrebbe obiettare che Zaniolo non è un nostro prodotto ma, non sempre, ci capita di acquistare un giovane le cui qualità non sono state intuite dalla società di provenienza, anzi, quando abbiamo ingaggiato giovani stranieri, il più delle volte ci hanno rifilato vere fregature.

Seguendo tale proposito, peraltro a basso costo, si apre alla Roma un futuro estremamente incoraggiante e di lunga durata. Certo la squadra non può essere composta solo da giovani di belle speranze; la sua struttura portante deve, necessariamente, essere costituita da giocatori di affermata esperienza e caratura internazionale che, se andiamo a vedere, alcuno già militano nelle nostre file ed ai quali, affettivamente, vorrei rivedere inserito Alessandro Florenzi che, pur con lievi limiti tecnici, ha sempre messo in campo qualità agonistiche talvolta anche più necessarie di quelle tecniche.

Mi venga perdonato l’afflato romantico che mi induce sempre ad immaginare una Roma di soli romani ma, anche se provenienti da altre parti, per sempre devoti ed affezionati alla maglia che indossano.

Si rimane nella certezza che la società, non dico la proprietà perchè troppo lontana anche affettivamente, riesce ad intuire l’intendimento espresso, nel troveranno giovamento tutti noi tifosi ma anche le casse aziendali che non dovranno essere svuotate, semprechè qualche valore lo contengano in termini di liquidità finanziaria, per acquisti dubbi ed immeritati ed elevatissimi stipendi.

La tifoseria giallorossa non è animata dalla fretta di successi, troppo abituata a facili promesse e delusioni certe ma, se vedrà il progredire di un sano e vero prospetto di crescita, sinceramente accetterà qualche sconfitta con la solita indiscutibile fede.

Buona Roma a tutti i Romanisti che guardano al futuro, sempre e comunque giallorosso!

Dario ’40

0 La Roma: prima assoluta in quarantena – di Dario ’40

  • 1 Luglio 2020
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Non occorre andare molto indietro nel tempo per verificare la rispondenza del titolo alla realtà della Roma; infatti, subito dopo le vacanze natalizie di fino anno 2019, quando ancora la pandemia da Covid-19 non aveva preso possesso della nostra quotidianità, la Roma, avvertendone per prima il diffondersi, si era posta in autonoma quarantena come, peraltro, dimostrato dalle tante sconfitte subite nella fase post festiva.
Nella fase 2, così istituzionalmente definita, sembrava che il picco giallorosso si stesse allontanando, almeno così sembrava, dopo la sofferta vittoria con la Sampdoria ma, subito dopo, nell’incontro con il Milan, proprio nella Regione più colpita dal virus, la Roma si è immediatamente uniformata all’andamento epidemico della Lombardia.
Ma noi, fedeli alla nostra quarantena, non abbiamo fatto eccezione e siamo rimasti coerenti alla stessa. Indubbiamente, almeno in questo, siamo i primi assoluti anche per il fatto che rispettiamo puntualmente le distanze di sicurezza dagli altri che sono abissali da quanti ci precedono nella classifica.
Purtroppo non viene condiviso il nostro intento dalle compagini che ci seguono le quali, non avvertendo la necessità di mantenere debita distanza precauzionale dalla Roma, si stanno sempre più ostinatamente avvicinando recandoci il pericolo di un contagio.
Più che le mascherine o altri dispositivi di protezione per evitare di cadere nell’anonimato calcistico, dovremmo mettere in campo quella determinazione, quella volontà di vittoria che troppo spesso sono latenti nelle nostre prestazioni.
Quello è un virus solo nostro.
Analizzato ironicamente e dolorosamente l’argomento pandemico, vorrei essere supportato nel mio fantozziano intendo che è quello di rivolgermi alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” per sapere che fine abbia fatto l’evanescente proprietà della Roma, ovvero anche di quel signore texano che aveva proposto la sua acquisizione.

Buona Roma a tutti i Romanisti in forzata e non meritata quarantena.
Dario ’40

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