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Categoria: Core de Roma

0 “La Roma: tutto come nel passato” – di Dario ’40

  • 1 Dicembre 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma · Rubriche

Naturalmente non facciamo riferimento alla Roma dei Cesari che conquistava l’Europa intera ed i paesi al nord dell’Africa, sarebbe un compito estremamente gravoso e per nulla attinente alla realtà dei giorni nostri.

Vogliamo solo ricordare il periodo che va dagli anni ’50 agli anni ’70 del secolo scorso, laddove la Roma calcistica navigava costantemente al centro classifica senza mai raggiungere obiettivi concreti ma della quale bastava una vittoria in campionato per esaltare la passione dei tifosi.

Purtroppo dopo quel successo, con sconcertante continuità, arrivavano sconfitte e l’illusione svaniva. Naturalmente le vittorie si conseguivano solo con squadre di secondario livello perchè, con quelle più importanti, c’era sempre la certezza della sconfitta. Solo in un caso, a mia labile memoria, in una partita di fine anno solare allo stadio di san Siro, vincemmo uno a zero (non ricordo se con il Milan o l’Inter) con gol di Schiaffino (ex Milan) e quel risultato ci sostenne per molti mesi.

Un’altra nostra dannosa costante è stata, e tutt’ora prosegue, quelle di cedere ai club più affermati i migliori tra i nostri giocatori; una stagione passarono, in blocco, alla Juventus tre atleti quali Capello (proprio il futuro pluridecorato allenatore), Spinosi e la promessa punta Fausto Landini. In cambio avemmo giocatori di notevole classe come Del Sol e Zigomi i quali, seppure al termine della carriera, contribuirono a farci vincere la allora Coppa delle Fiere di Europa.

Con gli anni ’80 arrivo nella presidenza l’inimitabile Dino Viola; l’andamento mutò sensibilmente tanto che vincemmo uno scudetto ed arrivammo alla finale di Coppa dei Campioni.

Occorsero altri 20 anni e sotto la appassionata e verace presidenza di Franco Sensi vincemmo nuovamente il Campionato.

Quel lungo periodo parve accettabile visto che tra il primo e secondo scudetto di anni ne passarono circa 40. ora siamo a circa 17 anni dal terzo scudetto e l’aria di vittoria sembra un soffio di polmonite.

Negli anni delle citate vittorie i due presidenti vigilavano costantemente sulle vicende societarie e calcistiche; la loro presenza era un costante incitamento alla squadra che rispondeva prontamente alle aspettative. Prima di quelle eccellenti presidenze e durante gli intervalli si sono succeduti, ai vertici societari, personaggi di varie levature, da tifosi appassionati a uomini di affari e questo prima di arrivare all’attualità. 

Questi tifosi mettevano passione ed impegno economico, gli altri nulla di tutto questo. Il presidente americano vede solo, a buona ragione del tutto lecita, l’aspetto economico del suo ruolo. Non bastano le sapienti deleghe a spronare i giocatori perchè, da sempre risaputo e confermato, che la presenza del “Capo” è sempre più importante e suggestiva di quelle dei delegati, anche se capaci e competenti in materia calcistica.

Tutte queste vicendi, fatti ed accadimenti, ripropongono attualmente quello che, da quegli anni di anonimato, la squadra era stata definita, dagli irridenti addetti del nord, la “Rometta”.

Ecco perchè il titolo di questo scritto, siamo nuovamente la Rometta, distante dalla vetta della classifica di punteggi sconcertanti; allora i punti erano di meno solo per il fatto che le vittorie davano due punti invece che i tre attuali. Abbiamo proseguito imperterriti, nel cedere giocatori impostati ad altre società, questa volta non con contropartite tecniche elevate ma solo finanziarie. 

L’andamento odierno sta causando ed è palpabile il fenomeno, lo scadimento dell’affezione sportiva nei tifosi più datati, ormai rassegnati alla più che decennale discontinuità dei risultati sul campo; mentre è ancora da verificare la stessa lucida e costante passione nelle nuove generazioni.

Senza voler apparire menagramo, sarebbe necessario che la presidenza, o chi per essa, si preoccupasse di questa possibile amorevole corrosione. A chi attribuire le responsabilità di questo umiliante andamento?

Certamente non ai tifosi che, anche nell’incontro di ritorno con il Real Madrid, hanno manifestato la loro passione che, come spesso accade, non è stata ripagata.

Buona Roma futura a tutti i Romanisti.

Dario ’40

0 “La Roma e le pause per la Nazionale” – di Dario ’40

  • 21 Novembre 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma · Rubriche

Prima della penultima pausa per gli impegni internazionali la Roma veniva da una serie di quattro vittorie consecutive, quindi ottimale. Alla ripresa sembrava che tutto fosse stato offuscato da quella interruzione e le prestazioni sono state come lo erano in precedenza.

A Napoli abbiamo mancato la vittoria, non per sfortuna, ma è sembrato per la paura di ottenerla. A Firenze, pur manifestando una superiorità nel gioco, abbiamo raccolto solo un punto. A Mosca, pur vincendo, siamo stati presi dallo stesso timore di vittoria e gli avversari, ridotti in dieci, hanno prestato notevoli minacce alla nostra porta.

Finalmente, contro la Sampdoria, abbiamo fornito una prestazione alla nostra altezza. Quali sono le osservazioni che derivano dalle elencate partite? Sono, personalmente espresse, le seguenti:

  • Dove passiamo in vantaggio, Napoli esclusa, dobbiamo essere in grado di chiudere la partita a nostro favore, esattamente come fanno le grandi squadre e senza timori reverenziali o titubanze di varia natura. Senza questa volontà manca sempre qualche cosa per entrare nel novero delle grandi.
  • Dove esprimiamo un gioco superiore agi avversari, vedi Firenze, risulta del tutto inutile se non si fanno gol; ulteriore sottolineatura che ci tiene lontani dall’elite nazionale ed europea; quando si può si deve vincere.
  • Questo non vuole dire sottovalutare facendoci prendere dalla reiterata e segnalata supponenza (vedi Bologna e Spal).

Naturalmente non significa mancare di rispetto agli avversari ma solo ed esclusivamente mettere in atto la nostra determinazione nel voler conseguire la vittoria.

In sintesi manca ancora questa essenziale componente per approdare ai massimi traguardi.

Occorre sottolineare due aspetti molto positivi che stiamo attuando. Il primo è nel costante abbassamento dell’età media dell’organico della squadra e questo, salvo svendite a favore di altre squadre, è una garanzia per il futuro.

L’altro aspetto è che Schick (l’ho scritto bene si?) abbia segnato un gol. Certo l’attesa è stata memo spasmodica e preoccupante di quella nella quale era caduto l’intero Paese per la iniziale astinenza da gol del pluridecorato CR7 ma noi, nella nostra dimensione, non pretendiamo il coinvolgimento generale nelle problematiche che ci riguardano.

Ora, con la pausa internazionale, non ci resta che sperare che i nostri, al loro rientro, ritrovino immediatamente la determinazione mostrata contro la Sampdoria.

Buona Roma senza paure e timori a tutti i Romanisti.

Dario ’40

0 “La Roma: R.A.V. – Roma Alta Velocità” – di Dario ’40

  • 9 Ottobre 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Perdonate l’acronimo derivato dai treni ma questa Roma sembra proprio avere intrapreso un cammino spedito con puntuale arrivo alle destinazioni sparse lungo lo stesso.
Esattamente come un convoglio ferroviario deve trovare la sua composizione, definire ogni posto, stabilire i tempi ed individuare correttamente tutto il suo percorso.
Esattamente come un treno può incorrere in ostacoli imprevisti ed imprevedibili; ora tutte le incertezze iniziali sembrano superate ed il suo andare procede spedito,
Ma attenzione… tutte le stazioni raggiunte e superate sono solo punti obbligati di quel cammino il quale vedrà il suo termine, anzi i suoi obbiettivi finali, solo alla fine della stazione; i conseguimenti vittoriosi fanno parte del percorso e ne costituiscono unicamente le tappe intermedie.
Una prestazione come quella di Empoli, seppur non esaltante, ha donato l’incremento della classifica, quindi ottimale sotto questo aspetto che rappresenta la positiva continuità del nostro procedere.
E’ proprio da partite come questa che, portando la vittoria, danno il consistente segnale del raggiunto equilibro e della condivisa intensità degli intenti.
Ottenere una vittoria dopo una prestazione eccezionale rientra nella normalità dei fatti; ma raggiungerla a seguito di una partita appena ordinata potrebbe costituire e dare la consapevolezza della ricercata mentalità da grande squadra.
Un altro aspetto si determina abbastanza chiaramente dall’incontro con la compagine toscana e cioè quello che, nel caso si presentasse qualche ostacolo che ritardi il nostro cammino, quell’ostacolo è dovuto solo ed esclusivamente a noi stessi che è rappresentato solo dal persistente pericolo della supponenza.
Pericolo che abbiamo già visto concretizzarsi in precedenti prestazioni della stagione in corso nell’approccio alle partite con Atalante e Bologna e più consistente contro il Chievo Verona.
Attenzione alla supponenza, nulla mai deve essere dato per scontato!
Buona Roma in viaggio a tutti i Romanisti!

Dario ’40

0 “La Roma: nulla di nuovo, anzi si” – di Dario ’40

  • 18 Settembre 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Cosa c’è di nuovo e rilevante nella Roma?
– La prima dolorosa novità è rappresentata da quella poltrona vuota in tribuna. Era pur sempre occupata da quella Signora sorridente, gentile ed appassionata, sempre attenta alla vicende del campo.
Naturalmente ci manca quella icona vivente che, solo con la sua prestigiosa presenza, rappresentava l’immagine di ciò che dovrebbe essere la squadra in campo.
Ma di questo aspetto tratteremo in seguito.

– La seconda novità non riguarda solo la Roma ma il paese intero. Finalmente CR7 ha fatto gol. Meno male, possiamo tirare un sospiro di sollievo; stava divenendo una preoccupazione nazionale, tale da richiedere, a breve, perseverando l’astinenza, una interrogazione parlamentare.
Tutto è rientrato nella logica dei fatti ed allora, nelle nostre notti insonni, potremo tornare a pensare solo ed unicamente ai problemi che assillano la nostra quotidianità.
Ci siamo tolti un gran peso.

Il nulla di nuovo si riscontra, ormai da vari lustri ma raramente ad intervalli tanto brevi.
Abbiamo avuto una reazione nell’incontro con l’Atalanta quando eravamo in svantaggio; la stessa reazione, anche se più contenuta, si è avvertita con il Milan. Cosa lega la sconfitta di Milano con il pareggio con il Chievo?
Esattamente lo stesso tipo di atteggiamento subito dopo aver raggiunto l’obiettivo provvisorio.
A Milano, conseguito il pareggio, abbiamo ritenuto conclusa la partita.
Con il Chievo, in vantaggio di due reti, abbiamo tratto la stessa conclusione.
La realtà dei fatti, purtroppo, è ben altra.
Non è nostro compito trovare le cause di questi incauti convincimenti e supposizioni. I celebrati commentatori televisivi indicano le ragioni in condizioni fisiche non ottimali o in distrazioni mentali per la prossima partita con il Real Madrid.
Se avessero, malauguratamente, ragione significherebbe che la famosa “mentalità” da grande squadra, per noi, è ancora allo stato embrionale.
Roma è una città di grande storia; anche la nostra fede giallorossa è grande ma, prima di passare alla storia, vorremmo costruirla.

Buona Roma in cerca di se stessa a tutti i Romanisti.

Dario ’40

0 “La Roma: laboratorio di ricerca” – di Dario ’40

  • 11 Settembre 2018
  • Flavia Miglietta
  • · Core de Roma

Nell’industria farmaceutica quando si programma la produzione di un nuovo prodotto ne vengono individuate le componenti, le dosi e poi, prima di metterlo in commercio, si attuano analisi, ricerca, sperimentazione per arrivare a conoscere l’efficacia e le possibili controindicazioni.

Se tutto risulta conforme alle regole ed alle aspettative allora, e solo allora, viene proposto. Non a caso abbiamo citato, succintamente, la procedura scientifica farmaceutica, in quanto, rispetto a ciò che abbiamo vinto nelle partite con l’Atalanta, il Milan ed anche parzialmente con quella di Torino, sembrerebbe che il prodotto “Roma” sia stato proposto nella fase sperimentale ed, ovviamente, ne abbiamo subito le palesi controindicazioni.

Senza avere la pretesa di avanzare critiche alla struttura tecnica-gestionale della squadra, ci permettiamo di esprimere, sempre da semplici tifosi, alcune osservazioni sulle prestazioni e l’organizzazione della compagine e cioè:
-In tre partite abbiamo incassato cinque gol validi, più altri due annullati per pochi centimetri dal Var, che costituiscono un totale di sette. Una media da retrocessione.
–Tutti i marcatori avversari hanno agito in piena libertà di azione ed infatti hanno sempre agevolmente fatto centro da poca distanza dalla nostra porta.
-Si ha l’impressione, da quanto visto, che il nuovo portiere non dia quella necessaria sicurezza all’intera squadra, così come è stato dimostrato nella scorsa stagione.
-Certo non si poteva rifiutare l’enorme cifra per la cessione di Alisson ma, forse, sarebbe stato il caso di promuovere a titolare il suo secondo, sempre nel passato campionato, invece che venderlo ad un’altra società.
-Appare molto difficoltoso il dialogo tra il portiere attuale e i difensori più a lui vicini; forse per diversità di lingue o per altre incomprensibili ragioni o magari, più propriamente, per limiti dell’atleta svedese. Chissà?
-In ogni caso, nei citati incontri, si è riscontrato che abbia giocato più palloni questo estremo difensore di quanti ne abbiano toccati tutti gli altri insieme. E così normale?
-Sempre rifacendosi alle partite iniziali di questo campionato e preso atto che gli avversari abbiano ripetutamente marcato il nostro portiere, si evince che, i tecnici delle altre squadre, ne abbiano individuato puntualmente le titubanze e di timori. E noi?
–Non si capisce perché, proprio Dzeko, in occasione dei calci d’angolo contro, debba presidiare l’area di rigore e conseguentemente, deve correre per 100 m prima di arrivare nell’aria avversaria; è evidente che questo ne pregiudica la lucidità e rallenta l’azione di rimessa. 

Oltre a questo, consente agli avversari di presidiare liberamente la nostra metà campo ed impossessarsi facilmente dei palloni respinti.

-Rimanendo sull’argomento Dzeko, forse, sarebbe meglio, sempre nei calci d’angolo avversari, fosse posizionato dentro il nostro limite alto della metà campo, così da coinvolgere nella sua marcatura due o tre difensori.

-Appare chiaro che il nostro formidabile attaccante subisca la presenza, fin troppo ossessiva, del suo naturale sostituto e questo fatto lo induce a sottrarsi dal suo ruolo cercando altri spazi nel campo; la partita con il Milan ne è la prova lampante.

Vogliamo permetterci un’ultima sfrontata ma, preoccupante, osservazione relativa al mercato e più precisamente:
-Per lunghi anni, ed anche recentemente, abbiamo contribuito al potenziamento della squadra torinese pluriscudettata.
-Ora, e per la seconda volta, stiamo provvedendo al potenziamento del Liverpool, anche se in cambio di somme sontuose

L’angosciante realtà che arriva alla mente del tifoso è data dal fatto che solo con le grandi cifre economiche non si vince niente.

Comunque, la nostra storia lo dimostra, noi in fatto di speranze e di attese primeggiamo nel mondo calcistico, per quanto la nostra fede è e rimane incrollabile.

Buona Roma sperimentale a tutti i Romanisti.

Dario ’40

2 “La Roma: e mò?” – di Dario ’40

  • 22 Agosto 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma · Rubriche

L’interrogativo angosciante non nasce dalla campagna acquisti e cessioni, alla quale siamo abituati e che speriamo, con assoluta fede, di uscirne più competitivi e rafforzati.
Siamo pronti ad accogliere i nuovi con fiducia e benevolenza, salutare i parenti senza rancori ma, talvolta, con indifferenza.

L’interrogativo nasce da quanto è stato voluto e determinato dalle emittenti televisive le quali, obbedendo ai loro progetti aziendali, ci hanno privato delle sontuose, emozionati, affettive, simpatiche, trascinanti e coinvolgenti cronache “faziose” che accompagnano le partite della Roma.
Non sono mai stati commenti sterili e sonnolenti, ma hanno sempre dato vivacità agli accadimento sul campo di gioco.
Un vero ed inimitabile arricchimento del fatto sportivo.
Abbiamo già iniziato a subire cronache ed osservazioni scontate e ripetitive magari inframezzate da dati statistici i quali, si può facilmente immaginare, quanto possano interessarci.
Ci dobbiamo rassegnare ad ascoltare i sempre più insistenti paragoni con la compagine dalla maglia a “codice a barre”; questi raffronti sembrano obbligatori da parte dei cronisti di batteria allineati e coperti.
Figuriamoci ora che quelli schierano anche CR7.
Prepariamoci a sentire complimenti, esternazioni di meraviglia ad altre esternazioni di meraviglia ed altre sdolcinature anche se dovessimo assistere, Dazn o chi per lei permettendo, ad incontri tipo Parma-Atalanta

Certamente quegli abili commentatori troveranno il modo di incensare quella pluridecorata compagine… Ma noi abbiamo un’arma letale che ci difende e ci salva da questa epidemia logorroica: AZZITTARE L’AUDIO!
Assisteremo televisivamente alle partite della Roma commentandole da soli ed in piena libertà di espressione.
Dunque solo noi e la Roma senza fastidiosi e scontati commenti più o meno interessanti, tanto quello che accade sul campo non viene cambiato.

Certo ci mancherà la nostra cronaca più intensa ed accorata con la quale abbiamo vissuto ogni partita anche se, con rammarico, dobbiamo accettarne l’assenza.
Buona Roma silenziosa a tutti i Romanisti.
Dario’40

0 “La Roma: è stupenda la sua esistenza” – di Dario ’40

  • 30 Aprile 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Prima di ogni altra cosa chiedo perdono agli amici giallorossi se in questa circostanza sposto l’argomentazione dal piano puramente calcistico a quello sociale, tentando di illustrare ciò che rappresenta la roma nella mia vita. Ovviamente non farò alcun accenno a fatti politici o di altra effimera provenienza, ma esprimerò pensieri di emozioni di puro sentimento affettivo.

Con la Roma si instaura un rapporto spontaneo di semplice ed incrollabile sentimento che continua imperterrito nel tempo senza mai cedere a tentazioni di abbandono o di tradimento.

Nessuna sconfitta sul campo potrà mai offuscare o indebolire quell’amore che ci accompagna fedelmente per tutta la vita.

Mi scuso per il paragone che sto proponendo ma la Rom è un pò come gli animali che non chiedono nulla se non affetto, comprensione e sollecita attenzione. La Roma esiste e chiede solo amore. Non si vuole rappresentare una forma di sterilità affettiva ma soltanto dare il giusto valore al sentimento che si prova verso di Lei. Nella vita di ciascuno si presentano eventi di ogni specie, dove la quantità di quelle negativi ha notevole preminenza rispetto ai positivi.

Nelle avversità più consistenti ed angoscianti il pensiero delle persone di agita nel tentativo di trovare appigli ai quali ancorarsi. Si viene assaliti da un senso di solitudine e la mente vaga disperatamente in cerca di quel solido sostegno che purtroppo la società, in tutte le sue forme, nega costantemente.

Ecco che l’esistenza della Roma porta tacitamente il suo benevolo e totale conforto. Tutto ciò può sembrare irriverente, asociale, banale o blasfemo ma è l’unica realtà certa che non richiede nemmeno di essere sollecitata. Una vecchia canzone di Ornella Vanoni diceva “Proviamo anche con Dio, non si sa mai”.

Appare irrispettoso scomodare tale “Grandezza” per problemi così minimi quando, nel mondo, ne accadono quotidianamente di immensi che non trovano soluzione alcuna. Allora con assoluta lealtà ed onestà di pensiero ed indubbia serenità d’intenti non trovo altro rifugio se non nella Roma.

Pertanto, protetto e confortato da questa splendida realtà, auguro BUONA ROMA CHE ESISTE A TUTTI I ROMANISTI.

Dario ’40

 

0 “La Roma: tante perplessità” – di Dario ’40

  • 26 Aprile 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Lasciata trascorrere una sufficiente quantità di ore, necessarie ad assorbire il risultato di Liverpool, mi dispongo a ricercare quel giusto equilibrio per tentare di rivivere con distacco quell’incubo ad occhi aperti. Inevitabilmente sorgono alcune perplessità riguardanti l’approccio alla partita.

Naturalmente e con il massimo rispetto verso i tecnici, non oso muovere alcuna critica ma solo esprimere un pensiero da tifosi che, comunque, accetta serenamente la sconfitta, peraltro molto meno clamorosa di altre subite in campo europeo.

Ecco le perplessità:

  • il modulo adottato a Roma contro il Barcellona ha funzionato in maniera perfetta ma questo proprio in relazione al tipo di gioco dei catalani
  • lo stesso modulo non ha funzionato in Inghilterra perchè il Liverpool svolge un gioco basato unicamente sulla esasperata velocità delle azioni, fatto per noi risultato letale
  • sulle qualità di Salah ne avevano certezze ma abbiamo dimenticato, quando era nella Roma, le difficoltà che incontrava nell’affrontare squadre racchiuse in difesa.

E noi?! In osservanza delle nostre attitudini, tutti all’attacco ed i contropiede avversari non si contano più.

Questo risultato non scalfisce minimamente il nostro percorso europeo che rimane e conferma sempre la nostra costante crescita. La partita perfetta l’abbiamo già disputata e contro un avversario ben più titolato dei Rossi inglesi; ma questo non vuol dire che non possiamo disputarne un’altra. Allora con fiducia, lucidità, coraggio e determinazione prepariamoci all’incontro di ritorno; rimane comunque una inconfondibile realtà: comunque vada noi e solo noi siamo la ROMA!

A proposito di Roma, come città e squadra, occorre fare una riflessione per quanto accaduto fuori dallo stadio del Liverpool. Se si conferma la responsabilità dei nostri “tifosi” circa le gravi ferite riportate da quel povero signore, sarà bere far sostenere un accurato esame psicologico a quanto si recano in trasferta per sostenere la roma per insegnare loro che:

  • La Roma non necessita di tifosi violenti né in casa né fuori
  • Nell’evidenziare e mettere in mostra i simboli di Roma non si manifesta solo la fede sportiva ma si da il segno di appartenenza alla Capitale del mondo.
  • Roma città, in quanto tale, non necessità di pubblicità negativa né la Roma, come squadra, deve subire provvedimenti punitivi solo perchè alcuni dementi hanno agito in maniera scellerata, ovviamente se confermata.

Possibile che non si riesca a capire che essere tifosi della Roma, anche e principalmente per scelta di vita, è un privilegio,una dote, una qualità irrinunciabile da non offendere, non trascurare, non deludere, non tradire mai in nessun modo.

Buona Roma, comunque amata, a tutti i Romanisti.

Dario ’40

0 La Roma: che meravigliosa realtà! – di Dario ’40

  • 17 Aprile 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

Una poesia (non rammento nè il titolo nè l’autore) recita: “Intendere non può chi non è madre”. Mi approprio impunemente di questo passo e lo tramuto in “Intendere non può chi non è Romanista”.

E’ una assoluta verità che conferma il tenace vincolo affettivo che lega la squadra ai tifosi. altrimenti non troverebbero motivazioni quelle intensità di emozioni, quel sentirsi intimamente appagati, quella gioia che porta alle lacrime, quella sublime sensazione che avvolge la mente,il cuore e lo stomaco di ogni tifoso quando la Roma approda ad un successo come quello con il Barcellona.

Certo anche i tifosi della altre squadre gioiscono per una vittoria, ma in quel caso si tratta di una scelta sportiva più o meno indirizzata, suggerita o motivata. Nel caso di noi tifosi romanisti non si tratta di una semplice scelta ma di una vera e propria filosofia di vita che trova la sua testimonianza in occasione delle sconfitte.

Infatti, in quelle circostanze, si instaura nell’animo del romanista una forma di fragilità e di insicurezza che lo espone ad accogliere le altre angosce portate dalla quotidianità della vita.

Quando la Roma vince allora sopraggiungono certezze che recano ottimismo e sicurezza e l’accompagnano alle immancabili vicende ostative del proprio percorso esistenziale. Questa è la realtà dell’immenso ed ineguagliabile rapporto tra la Roma e i suoi tifosi. Rapporto che prevarica ogni aspetto sportivo ma entra totalmente nell’ambito della sfera affettiva più profonda insita nell’animo del Romanista.

Si ha la sensazione, ma è più propriamente una certezza, che anche i giocatori avvertano questa magia emotiva infatti, alcuni episodi dell’incontro con i catalani ne affermano la presenza:

  • il bacio di Dzeko a De Rossi prima che calciasse il rigore
  • il suggerimento quasi accorato di Manolas per la presenza del pubblico nell’intervista del dopo partita
  • la spontanea esultanza di chi, in panchina, non ha partecipato all’incontro

Vorrei dedicare un pensiero a tutti quei personaggi che più o meno spontaneamente si sono complimentati con la Roma in quanto si avvertiva chiaramente il loro disagio per non essere tifosi giallorossi: “Gentili signori, tifare la Roma non è una scelta sportiva ma una scelta di vita”

Buona Roma a tutti i Romanisti!

Dario ’40

PS: quelli con la maglia da codice a barre sono poco avvezzi a subire decisioni arbitrarie contrarie

0 “La Roma: Tranquilli, Benevento & Co. sono ancora molto indietro” di Dario ’40

  • 1 Febbraio 2018
  • Redazione CZ
  • · Core de Roma

 

Volevo aspettare qualche giorno prima di esprimere i miei pensieri ed in attesa che le incazz…. passassero ma poi ho temuto che sopraggiungesse l’indifferenza, cosa non consentita ad un tifoso della Roma. Allora eccomi pronto ad esternare la consolidata rabbia attraverso quesiti personalissimi dai quali sottraggo doverosamente il tecnico Eusebio di Francesco ed il portiere Alisson.

  1. Perchè cedere Emerson Palmieri quando è evidente un calo di rendimento, peraltro assolutamente normale, di Kolarov? Forse stiamo diventando una succursale del Chelsea?
  2. Forse dovremmo schierare, come terzini sinistro, l’iban del conto corrente bancario della società?
  3. Perchè il sostituto di Fazio (almeno contro la Sampdoria) non si avvede che l’avversario diretto non sia propriamente Cristiano Ronaldo?
  4. Perchè tutti, chi più chi meno, continuano ripetutamente ad eseguire lanci fuori misura?
  5. Perchè non riusciamo a promuovere pericoli consistenti in occasione di calci d’angolo a nostro favore?
  6. Perchè in occasione dei corner avversari Dzeko deve stare nella nostra area invece che presidiare la metà campo, appena 30 cm dietro la linea, in modo da avviare un possibile contropiede senza dover percorrere 100 metri ma solo la loro metà?
  7. Perchè si continua a chiamare in causa il portiere, in maniera ripetitiva, il quale, al termine della partita, ha giocato più palloni di un centrocampista e non le suo specifico ruolo di primo difensore?
  8. Perchè non proviamo più a tirare in porta da fuori area ma continuiamo, imperterriti, a cercare fraseggi tra una folla di giocatori nostri ed avversari, che rasenta la compattezza degli spettatori in tribuna?
  9. Perchè non si gioca più la palla “di prima” ma viene toccata più volte per poi effettuare un passaggio semplice e scontato?
  10. Perchè non proviamo a far calciare i rigori da un qualsiasi ragazzo della Curva Sud? Nel caso avremmo due certezze: fare il gol e dare spettacolarità all’incontro. 
  11. Perchè, vista la nostra inutilità dei corner e dei rigori a nostro favore, non chiediamo il cambio delle regole? Ovvero, come quando si giocava da giovincelli, al Parco dei Pini di Villa Borghese; ogni tre corner: un rigore. Ogni tre rigori: un gol. Chissà, magari queste soluzioni potrebbero arrecarci qualche benficio.
  12. Ultimo quesito, peraltro già noto in precedenza: ma che sorta di campagna acquisti è stata fatta nella scorsa estate? La prossima, certamente con un notevolissimo risparmio economico, sarà bene farla fare direttamente al centro traumatologico del CTO.

Buona Roma sconcertante e cola di interrogativi a tutti i Romanisti, sempre presenti, armati di vane speranze ma sorretti da fede incrollabile.

Dario ’40

PS: Attenzione… se l’indifferenza avvolge la tifoseria si corre il pericolo di vanificare la nostra storia

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