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Categoria: 3 domande con…

0 Tre domande con… Christian Recalcati (Mediaset Premium): “Non mi aspettavo questo avvio dell’Inter, ma la Roma è la favorita per lo scudetto”

  • 31 Ottobre 2015
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con... · Campionato · Rubriche

recalcati

A poche ore dall’anticipo della 11a giornata di Serie A che vede la Roma impegnata a San Siro contro l’Inter, la redazione di Popolo Giallorosso ha contattato in esclusiva Christian Recalcati, telecronista tifoso nerazzurro per Mediaset Premium:

Salve Recalcati, come giudica questo avvio di stagione nerazzurro?

“Sinceramente non me lo aspettavo. Sapevo che l’Inter mettesse in piedi una discreta squadra che ancora adesso ha l’obiettivo terzo posto, anche se è difficile. Non mi aspettavo una partenza insieme alle grandi come la Roma, che considero la strafavorita per lo scudetto. Il Napoli che è partito forte mentre la Juve penso sia giù uscita dalla lotta, però l’Inter è lì a due punti dalla capolista. Sono contento e soddisfatto, il nostro obiettivo lo stiamo raggiungendo nonostante l’assenza di gioco, perchè sono sincero, la Dea fortuna ci sta aiutando e in questo momento va bene così.”

Basandoci anche su questa analisi. Dove colloca l’Inter a fine stagione?

Sai, in questo momento guardo le prima quattro. La Fiorentina penso che stia esprimendo già un calcio molto buono, quindi sarà difficile vedere ulteriori miglioramenti. La Roma ha tanto ancora da dare, come ad esempio i gol di Edin Dzeko. Non penso che il bosniaco arrivi a fine stagione con solo due gol fatti, quindi ha un margine di miglioramento ancora elevato. Il Napoli è già al massimo, al top. Più di così non penso possa giocare. Con Higuain al 150% della forma, ha Callejon, Mertens e Insigne che fanno un gioco che non ho mai visto negli ultimi anni. Un centrocampo dove è riesploso Jorginho che insieme ad Hamsik ha trovato la posizione adatta. Ma loro sono già al massimo. L’Inter, come per la Roma no. Secondo me sta giocando malissimo e comunque siamo attaccati al primo posto, quindi se Mancini riesce a dare un ‘impronta alla squadra e migliorare anche il gioco, molto probabilmente è proprio l’Inter quella che ha più margini di miglioramento. Anche per questo penso che la partita di questa sera sarà bella da vedere”

Anche nell’Inter c’è stato un cambio di Presidenza, che ha portato forza economica dall’estero. Come ha vissuto e come sta vivendo questo cambiamento il popolo nerazzurro?

“Il popolo nerazzurro è sempre stato legato alla famiglia Moratti. Prima con Angelo poi con Massimo che  se gli veniva in mente di alzarsi la mattina con il piede destro andava a prendere Ronaldo, ovviamente il tifoso rimane attaccato, anche perchè è l’ultimo presidente con cui si è vinto qualcosa. Anche se poi negli ultimi anni si è parlato di indebitamento con annesse stagioni da dimenticare. Thohir ha portato un pò di solidità, ma non tanto alla squadra dove comunque ha portato tanti giocatori. Mi riferisco soprattutto alla solidità di società, con i suoi uomini marketing. Avere maglie autografate o tessere di tribuna è diventato quasi impossibile rispetto a prima. Rispetto alle società precedenti sono molto più rigidi. Massimo Moratti era il papà buono di tutti. “Sei interista? Sei mio amico”. Thohir non guarda questo, è un businessman. Guarda le vendite delle magliette e tutti i ricavi possibili. Moratti guardava più l’Inter, andando anche un pò a casaccio seguendo il cuore. Non è vero che Thohir non ama l’Inter anche perchè non avrebbe investito così tanto. Sta cercando pian piano con i giusti modi di aggirare il fair play finanziario. Determinate mosse, anche con l’Uefa, che sono più che giuste. Devo dire che lo scorso anno con Mazzarri è stato un disatro, ma ben arrivato a Thohir da quest’anno.”

L’ultimo quesito riguarda Adem Ljajic. Un giudizio sul giocatore? Secondo lei potrebbe partire titolare questa sera?

Ljajic quando è arrviato all’Inter ho detto che era un signor giocatore. Lo ricordo bene a Firenze e a Roma dove non partiva titolare ma comunque fece molti gol. All’inizio non capivo perchè Mancini non lo facesse giocare. Probabilmente era una questione di forma fisica con degli automatismi ancora da assimilare. Poi nelle ultime due partite gli ha dato spazio. Quando è entrato in partita in corsa contro il Palermo, ha dato quella scossa che poi gli ha fatto ottenere il posto da tiolare contro il Bologna, con tanto di assist del gol vittoria di Icardi. Secondo me è stato quello in vanti che fatto di più. Mi aspettavo un Ljajic più signorina, invece ci siamo accorti che è un combattente. Guardando le sue ultime prestazioni la partenza da titolare non è assolutamente da escludere”

A cura di @ Andrea Fagnano

 

 

 

 

 

0 Tre domande con…Paolo Baldieri: “Roma, vai avanti di giornata in giornata. La Juve è in ritardo”

  • 9 Settembre 2015
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con... · Rubriche

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Continua il nostro appuntamento con la Rubrica “Tre domande con…”. La redazione di Popolo Giallorosso ha contattato l’ex attaccante della Roma, Paolo Baldieri. Aggregatosi alla prima squadra nell’anno dello scudetto 1982/83, in maglia giallorossa ha collezionato 26 presenze in campionato con tre reti, e 16 in Coppa Italia condite da una rete contro l’Avellino. Ha conquistato un campionato Primavera, un torneo di Viareggio e una Coppa Italia nel 83’/84′. Poi la scelta di abbracciarsi alle  squadre di provincia, Pisa, Empoli, Pescara, Avellino, Lecce e Perugia, per guadagnarsi spazio e molte soddisfazioni.

Salve Baldieri, lei ha fatto parte della rosa Campione d’Italia nel 82′-83′. Quali sono gli ingredienti, che fanno di una squadra, una grande squadra? –  “Il primo aspetto fondamentale sono i giocatori, poi un allenatore che li sappia assemblare bene e che li metta in condizione di rendere al meglio anche attraverso i suoi discorsi. Infine una società alle spalle che sappia gestire i momenti buoni dai meno buoni, che ci sia equilibro sia nelle vittorie che nelle sconfitte.

Oltre alla Roma, ha militato in diverse squadre come Pisa, Empoli, Pescara, Avellino, Lecce e Perugia. Secondo lei, quali tra queste è da considerarsi una piazza difficile?   –  “Ma non c’è una piazza difficile se poi uno va in campo e da il massimo. Durante un periodo di carenza di risultati, può esserci un po’ di malcontento. Io ero un giocatore che difficilmente tirava indietro la gamba. Diciamo che i tifosi più esigenti li trovai a Pescara. Un po’ di polemiche in più, ma niente di particolare anche perché ho  sempre avuto un buon rapporto con tutti, soprattutto grazie a questa mia caratteristica di non tirarmi mai indietro. Roma non è una piazza facile, non tanto a livello di tifosi perché il tifo è spettacolare, però chiunque viene tende ad accontentare prendendo il campione, si pensa magari più al nome pur di badare alla sostanza. Bisognerebbe avere un po’ più di pazienza e magari formare una squadra di ragazzi giovani che possano fare esperienza. A Roma non c’è tempo per vederne, adesso ancora si discute di Iturbe, che ha tanta esperienza da fare, però metterlo in discussione non fa bene al ragazzo. Io mi sono sempre divertito in provincia, fino a 27 anni ero di proprietà della Roma. Andavo in ritiro con la Roma ma poi chiedevo di giocare in provincia perché in panchina non volevo starci. Adesso molti pagherebbero per restarci. Ero una testa matta per quello, io sentivo l’affetto dei tifosi ed il loro calore, e questo era quello che mi importava, al di la della maglia che indossavi. Poi sono comunque rimasto tifoso della Roma e rimango soddisfatto di quello che ho fatto. Rispetto al passato si cura più l’immagine, ma questo dipende anche dalle società. Una volta andavi a trovare un Roma Club quando volevi, adesso è la società a decidere chi deve andare ad un Roma Club. C’è un distacco dal tifo. Una volta conoscevi quasi tutti i tifosi per nome, adesso invece c’è un po’ di freddezza. D’altra parte più di qualcuno sta tentando di spostare il calcio dallo stadio alla poltrona

E’ sempre vivo il ricordo di Agostino Di Bartolomei. Il suo rapporto con Ago?– “Ero un ragazzino. Liedholm mi chiamava a fare gli allenamenti nella prima squadra, per me era un piacere incredibile. Ago era un giocatore di cui avevi sempre timore. Così taciturno, ma poi crescendo ho conosciuto una persona con la quale potevi scambiarci due chiacchiere e ricevere i consigli giusti. Ago era una persona equilibrata, calcisticamente parlando aveva la pecca di essere un po’ lento, che però veniva nascosta da un senso della posizione, un tiro e un modo di darti la palla  fenomenali. Un aneddoto che ricordo in particolare, quando nello spogliatoio disse ad Impallomeni: “A Impallomè c’hai metà cervello bono e metà da buttà via” , ancora mi viene da ridere. Una persona meravigliosa. Poi finito l’allenamento io lo testavo. Liedholm mi chiamava perché ero veloce a tagliare le difese avversarie. Tagliavo la difesa con lui e con Vierchowod, studiavamo la difesa a zona, presi tanti calci da Ago in allenamento, ma erano calci di esperienza e non buttati all’aria.

La Roma attuale. Secondo lei, questa squadra è pronta per vincere lo scudetto? – ” Ma, la Juve è un po in ritardo, altre squadre aspettano, insomma, abbiamo preso un punto a Verona dove tutti hanno gridato allo scandalo, ma secondo me quello sarà un campo ostico per qualsiasi squadra. Quindi staremo a vedere, anche lo scorso anno eravamo partiti bene poi ci siamo persi. Bisogna vivere alla giornata cercando di andare a migliorare di situazione in situazione. Certo è, che l’organico ci porta a pensare che hai diversi ricambi e soluzioni, e questo è importante. Adesso abbiamo adattato Florenzi in difesa che se riesce a ingranare è un bel giocatorino e speriamo in questo.”

A cura di @AndreaFagnano

0 Tre domande con Angelo Mangiante – Sky Tv

  • 20 Luglio 2015
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con...

di Flavia Miglietta

1) Lei ha avuto modo di seguire da vicino la Roma di Luis Enrique, di Zdenek Zeman e di Rudi Garcia. Che differenze ha notato nei tre allenatori e nella gestione delle partite da bordo campo? Ha qualche ricordo particolare riguardo a loro tre?

Tre allenatori molto differenti tra loro. 
Luis Enrique mi aveva colpito fin dalla prima volta. Si sapeva tutto di lui come calciatore ma pochissimo come allenatore proveniente dal Barcellona B. Mi colpì nel carattere, nelle idee innovative, nel saper comunicare in campo e fuori. Uno molto reattivo e presente a bordocampo. Potenzialmente un predestinato, cosa che poi ha dimostrato, ma bruciato dall’inesperienza nel suo primo anno in una piazza come Roma e da un ambiente che non ha avuto la forza di aspettarlo.
Zeman è stato un tentativo opposto. Dal calcio nuovo a uno già sperimentato nei pregi e nei difetti. Dal calcio di possesso, ragionato, a quello verticale giocato a ritmi frenetici. Una filosofia metabolizzata poco e spiegata poco anche da bordocampo in cui Zeman interviene pochissimo. Una luna di miele finita lanciandosi i piatti addosso dopo pochi mesi.
Garcia è forse il connubbio tra le due filosofie precedenti. Un anno sorprendente, uno con alcuni errori e questo che è l’anno della verità. Un allenatore molto presente a bordocampo. Si fa sentire, sa spiegare bene le indicazioni in corsa, vuole essere un punto di riferimento anche durante i 90′. Un carattere tosto anche in campo.

2) riguardo il mercato la tifoseria della Roma appare divisa in due parti: da un lato gli ottimisti che reputano ci sia ancora tempo sufficiente per concludere gli acquisti, dall’altro abbiamo tifosi delusi da un apparente immobilismo. Lei che sensazioni (e notizie) in merito e come risponderebbe sia ad una “fazione” che all’altra?

Sto dalla parte degli ottimisti. C’è ancora più di un mese e Sabatini ha le mani su talmente tanti tavoli che si giocherà i suoi jolly al momento più adatto per rafforzare la formazione. Il giudizio sul mercato va comunque spostato al 31 agosto. Solo a bilancio finale tra acquisti/cessioni e saldo complessivo si può dare un giudizio definitivo

3) se dovesse fare un bilancio di questi 4 anni di gestione americana nella Roma, come sarebbe? Ci motiva la risposta?

Il giudizio è positivo. Hanno movimentato tante risorse economiche sul mercato, incrementato brand e marketing. Un Club proiettato al futuro con una gestione che ha fatto uno sforzo molto manageriale come figure professionali rispetto al passato. L’ultimo salto di qualità sarà lo Stadio. Opportunità di crescita per la città e il calcio italiano. Chi si oppone lo fa solo per piccoli interessi personali. In un Paese normale il Progetto Stadio sarebbe accolto con più consenso.

Domanda 3+1:

Quando un giornalista da una notizia e la stessa non ha poi riscontro nella realtà, come si torna ad essere credibili in toto per gli ascoltatori, ben sapendo che spesso una notizia “bucata” ha più “memoria” di dieci notizie poi rivelatesi esatte?

Sulle notizie si può anche sbagliare ogni tanto. Sbaglia un gol un grande centravanti figuriamoci se un giornalista non può sbagliare un nome in formazione il giorno prima o nell’anticipare una notizia di mercato. Se il lavoro è fatto con scrupolo, professionalità, dedizione e buonafede, chi ti ascolta o ti legge se ne accorge dopo 5 minuti. Ma nessuno è infallibile. Guai a sentirsi bravi o a prendersi troppo sul serio. Ogni giorno puoi scivolare. Ogni giorno c”è un esame più o meno grande da superare rimettendosi in discussione.

0 ESCLUSIVA. Ferro (Agente Viviani): “Su di lui squadre di Serie A e Premier, ma è un patrimonio della Roma”

  • 9 Marzo 2015
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con... · News · Rubriche

La redazione di Popolo Giallorosso ha contattato in esclusiva Giovanni Ferro, avvocato che insieme all’agente FIFA Giampiero Pocetta, cura gli interessi  di Federico Viviani. Il giovane centrocampista milita in Serie B, in prestito al Latina, ma è sotto contratto fino al 2017 con la Roma. Ecco le sue risposte sul futuro del ragazzo a “3 DOMANDE CON… GIOVANNI FERRO”.



Il giocatore è attualmente in prestito con diritto di riscatto al Latina. Ci sono intenzioni di riportare il centrocampista nella capitale visto il suo buon rendimento?

“Il Latina ha la possibilità di riscattare il ragazzo e la Roma di controriscattarlo. So che la Roma segue  Federico con apprezzamento poi, ovviamente, ogni decisione compete al Direttore Sabatini.”

Quanto la Roma crede in questo ragazzo?

“Anche in questo caso mi sento di rispondere che a mio parere la Roma ritiene Federico un suo patrimonio. Se rientrerà alla base dipenderà da due componenti: il rendimento del ragazzo sino al termine della stagione (che in questo momento mi sembra elevato) e le situazioni di mercato che il Direttore Sabatini dovrà verificare per migliorare la rosa della squadra.”

Secondo lei è pronto per il palcoscenico della Serie A? Ci sono altre squadre interessate al giocatore?

“Ritengo di si e lo sta dimostrando sul campo. Ci sono concreti interessi di club di serie A ed anche di qualcuno in Premier League. A fine anno decideremo assieme al Direttore Sabatini quale sarà per Federico la migliore situazione per continuare il percorso di crescita calcistico.”

Andrea Fagnano (Twitter @AndreaFagnano)


0 Tre domande con… Paolo Calabresi

  • 11 Novembre 2014
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con...

A cura di Flavia Miglietta

(Su esplicita volontà della redazione del sito CarloZampa.it non sono state poste domande a Paolo Calabresi inerenti la vicenda della tentata truffa ai danni della A.S. Roma – ndr)

Domanda – Risposta

Paolo, tu sei romano e romanista. Come spiegheresti ad un forestiero cosa è la Roma per chi, come te, la ama visceralmente?

Gli spiegherei che non si può spiegare.
Non si spiega l’Amore.
E neanche il dolore, quello che noi romanisti siamo abituati a frequentare nei momenti più inaspettati.
Non si spiega l’euforia, spesso ingiustificata, che ci regaliamo ogni tanto.
A Roma è tutto inspiegabile, e tra le cose inspiegabili, la Roma è la meno spiegabile di tutte.
E anche la meno comprensibile.
Per questo a Roma si parla continuamente della Roma, per fingere di possedere le chiavi della conoscenza di qualcosa che non capiremo mai.


Muscleshop
“cheflab.it

Parlate mai di Roma con Teo Mammuccari e Ilary Blasi?

Mai. nessuno se sbilancia.
Comunque Teo lo vedo più allo stadio che alle Iene. io faccio lo scemo in giro, lui in studio.

 

Mi dai un aggettivo/definizione per ognuna di queste persone?

Luciano Spalletti
Ulisse

Luis Enrique
Don Quijote

Zdenek Zeman
Giordano Bruno

Rudi Garcia
Ismael

Dopo alcuni risultati poco soddisfacenti molti tifosi sono caduti nello sconforto più totale parlando già di annata disastrosa, per altri invece nulla è cambiato ed il “vinceremo il Tricolor” è per loro il nuovo modo di salutarsi la mattina al bar. Tu come stai combinato?

Sono conciato malissimo, ma ho degli sprazzi di lucidità.
Genova era la trasferta peggiore dopo il Bayern. Benedico quel punto preso su un campo di barbabietole.
Ma la nostra svolta è altrove. E’ negli episodi di Torino che vedo i segni della nostra forza e della loro paura.
Quella sera ci hanno detto: sarete anche più forti ma noi saremo sempre più potenti. La loro paura è proporzionale alla strafottenza dei gesti compiuti.
E’ stato sempre così. La storia insegna che quando hanno paura fanno sempre così. Gautieri, Turone, Aldair…
Stanno a strigne le chiappe.
Ora sta a noi capirlo, senza cedere a isterismi e autolesionismi.
L’affanno e la tensione che generiamo sono l’unico grande nemico.
Il vero nemico della Roma siamo noi stessi.
Non dimenticherò mai il giro di campo di Dino Viola prima di Roma-Lecce…

 

Curiosità personale: dopo la tua visita a Madrid, nei panni di Nicholas Cage, quando il Capitano ti ha riconosciuto… quanta paura hai avuto che ti scoprissero? Ma dal Real…. hai più avuto notizie?

Fuori dagli spogliatoi Francesco incrociandomi mi disse :”lo voi pagà er bijetto ogni tanto?”
Rideva. Ho capito che la situazione si faceva pericolosa e me ne sono andato, ma avevo già fatto tutto quello che dovevo fare. Avevo preso regali, maglie firmate, ricevuto festeggiamenti e sentito cantare canzoni in mio onore. E soprattutto visto la Roma vincere.
Il presidente Calderon la prese malissimo quella storia. Ricordo che fece un tristissimo tentativo di far credere che aveva capito tutto: venne sputtanato dalle immagini di una TV catalana, che mostravano il momento in cui mi regalava la maglia e la tessera del Real.
La tessera ce l’ho ancora, ma secondo me l’hanno smagnetizzata, a Madrid manco sul tram ce posso andà co quella tessera.

Madridista

Tuo figlio gioca nelle giovanili della Roma e spesso è convocato in prima squadra. Domanda pessima: ti ha emozionato di più vederlo con quella maglia… o il gol di Totti a Manchester?

Il maxischermo dove è apparso il suo nome e il suo numero è lo stesso dove ho visto scritto i nomi dei nostri padri. Agostino, Paulo Roberto, Bruno…Non c’erano colori sul tabellone allora, c’erano solo lucine bianche. Tutto il calcio sembrava in bianco e nero a quei tempi.
L’emozione di vederlo lì è il collegamento tra passato presente e futuro.
Dà senso a tutto il tempo che nella mia vita ho dedicato alla Roma.

0 Tre (e più) domande con… Fabio Borini

  • 16 Settembre 2013
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con...

– Hai giocato nel Liverpool dopo essere stato nella Roma. Entrambe le società sono gestite da imprenditori statunitensi. Ci sono similitudini o differenze sostanziali?

Ci sono molte similitudini e per le idee di grandezza che hanno nei confronti del club ovviamente adeguandosi al tipo di campionato in cui militano le squadre, ma in entrambi i casi provano a cambiare qualcosa nella struttura del club.

 

– Secondo te perché ha fallito la Roma di Luis Enrique? Pensi che con le sue dimissioni e col fallimento di Zeman sia tramontata definitivamente l’idea della Roma di Baldini?

Baldini adesso non c’è più quindi sicuramente adesso le idee verranno da una mente sola e forse più semplici da seguire e unire..

 

– In base alla tua esperienza giallorossa, secondo te la Roma è una squadra e una società che un giovane calciatore di talento può considerare oggi un punto di arrivo?

La Roma per un giovane non deve essere un punto d’arrivo, come non lo deve essere nessun altra squadra. La Roma per me è stato un grande punto di inizio e lo spero lo sia per tanti altri giovani italiani..

 

– Troverai in Premier due ex compagni, Osvaldo e Lamela. Tu hai giocato con loro, secondo te quanto ha perso la Roma con la loro cessione? Cosa troveranno in più nel calcio inglese rispetto a quello italiano?

La Roma ha venduto due giocatori importanti ma hanno i giocatori giusti per fare altrettanto bene se non di più… In Premier troveranno un campionato completamente diverso, dalla A alla Z

 

– Hai modo di seguire ancora le sorti della Roma ed hai mantenuto contatti con qualche tuo ex compagno?

Contatti con i compagni ne ho pochi anche perchè a Roma sono stato solamente un anno ma la seguo sempre

 

– A Roma venivi considerato un giocatore che non faceva gruppo solo perché non hai partecipato a qualche cena coi tuoi compagni. Come puoi rispondere a questa diceria?

…che era solo una diceria

 

– Cosa ti aspetti dal tuo campionato in particolare? Speri in una convocazione in Nazionale per i prossimi Mondiali?

Il campionato sarà difficile e tutto da giocare per noi è specialmente per me… al mondiale ci penso ogni giorno ed è per questo che ho fatto la scelta di venire a Sunderland così posso avere l’occasione di avere continuità e lavorare duramente per raggiungere i miei obiettivi.

 

Intervista realizzata da Flavia Miglietta

 

0 Tre domande con… Francesco Moriero

  • 5 Marzo 2013
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con...

(Francesco Moriero – centrocampista classe 1969 – alla Roma dal 1994 al 1997 – 76 presenze  8 gol)

Mister Moriero, grazie per la Sua disponibilità. Veniamo alle nostre tre domande.
Del suo periodo a Roma trascorso nella squadra giallorossa c’è un episodio che ricorda in maniera particolare? Oggi a chi “luciderebbe” gli scarpini dopo un gol?

Un bel ricordo è il primo derby vinto contro la Lazio per 3-0, in panchina c’era Carletto Mazzone (27 novembre 1994 – Balbo – Cappioli – Fonseca – ndr). Oggi gli scarpini li luciderei sicuramente a Francesco Totti
Nei suoi metodi di allenamento si ispira a qualche suo allenatore del passato? Si può dire che oggi ci sono due macro correnti di pensiero: una che va dall’intransigente metodo delle doppie sedute all’altro che prevede un solo allentamento giornaliero. Lei che tipo di allenatore è?

Ogni allenatore ha il suo metodo di lavoro, non mi ispiro a nessuno in particolare anche se ognuno mi ha dato qualcosa. Può succedere di rivivere le stesse situazioni del passato e allora cerco di ricordare come si comportavano i miei vecchi allenatori. Sono un sostenitore delle sedute doppie perché permettono di lavorare sulla forza, e questo è un lavoro che va fatto la mattina. E comunque la mattina possiamo fare anche lavoro tattico

 

Quest’anno la stagione del suo Grosseto appare un pò travagliata; la vittoria con la capolista Sassuolo può dare una marcia in più ai suoi ragazzi? Battere il Sassuolo non è certo cosa da poco, anzi…

Noi dobbiamo giocare per vincere e la vittoria contro il Sassuolo è stata una bella soddisfazione, importante soprattutto per i ragazzi. Nelle partite precedenti avevamo raccolto meno di quanto meritavamo ma alla fine il lavoro paga. Sicuramente sarà uno stimolo in più, mancano 13 partite e dovranno essere 13 finali

Si ringrazia Elena Fazzi, Responsabile Comunicazione U.S. Grosseto, per la cortese collaborazione.
Intervista realizzata da Flavia Miglietta

2 Tre domande con… Antonio Carlos Zago

  • 1 Dicembre 2012
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con...

Ciao Antonio Carlos, grazie per la tua disponibilità.

Nella sessione del mercato invernale ti erano stati chiesti alcuni consigli su dei giocatori, tuoi connazionali, che per il campionato italiano, e per la Roma in particolare, sarebbero stati utili alla causa. E’ arrivato Maquinho, rivelatosi un ottimo innesto sul quale anche Zeman punta. Successivamente sono arrivati Dodò, Castan e da pochi giorni Marquinhos. Qual è la tua opinione su questi giocatori?

“Io penso che tutti possono crescere perche stanno lavorando con un allenatore che sa molto di calcio e ha l’ intelligenza per insegnare; però tutto dipende da loro, dalla loro voglia di imparare e della loro volontà.”

Sei stato uno dei centrali titolari della Roma di Zeman. Che consiglio daresti ai tuoi colleghi di reparto (ad oggi Burdisso, Romagnoli, Castan e Marquinhos)?

“Il consiglio è di fare sempre le cose più semplici, perche è un reparto dove non si puo sbagliare. Importante è la voglia di imparare, perche con Zeman c’è tanto da imparare”
Se dovessi indicare un centrale difensivo e un laterale destro alla Roma quali nomi daresti?

“In questo momento è difficile trovare difensori e terzini bravi in giro; però penso che la Roma abbia fatto bene a prendere Castan, lui può diventare un grande difensore. Io avrei suggerito Wallace del Fluminense, è bravo come terzino ed è giovane.”

Approfittiamo della tua disponibilità e ti facciamo un’altra domanda: sei uno dei campioni d’Italia della Roma del 2001; dei festeggiamenti durati nella Capitale per mesi, c’è un episodio in particolare che ti è rimasto impresso?

“Sono rimasto impressionato da tutta la festa, per un anno c’era sempre tanta gente a Trigoria che cercava una foto oppure un autografo.

Un abbraccio, Antônio Carlos Zago”

 

di Flavia Miglietta

1 Tre domande con… Carmine Gautieri

  • 28 Novembre 2012
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con...

Buongiorno Mister, grazie per il tempo che ci dedica.

Le piace la nuova Roma di Zeman? La considera una squadra completa o manca qualcosa?

“La nuova Roma di Zeman mi piace molto; molti giovani di talento affidati alla guida di un grande maestro. L’unica cosa che le manca, ma è inevitabile, è l’esperienza”

 

Pensa che il boemo sia cambiato, come dicono alcuni, oppure no?

“Negli ultimi tempi ci siamo sentiti spesso con Zeman; ad un approccio superficiale e per chi non lo conosce bene può sembrare identico, secondo me è in qualcosa è cambiato, come cambiamo tutti; perchè è la vita a cambiarci con le esperienze che maturiamo tutti i giorni, non solo nell’attività professionale”

 

Il ricordo più bello della sua esperienza alla Roma?

“Il mio ricordo più bello della mia esperienza a Roma? Impossibile da dire … Tutto! La città, i tifosi, la società, tutto l’ambiente giallorosso mi è rimasto nel cuore.
Non a caso ne sono diventato anche tifoso e non mi stupisco che Zeman non abbia esitato a tornare”

 

Ricorda ancora il fallo che hai subìto da Dechamps in Juventus – Roma e che non fu sanzionato? Avevate la sensazione o la certezza quell’anno che la Roma era, come dire, ostacolata?

“Ma no! La teoria dei complotti alimenta suggestioni pericolose e questo momento, per tutto il calcio italiano, non è il più adatto per suscitare polemiche inutili, tanto più su situazioni ed episodi vecchi e dimenticati”

 

Dal 2008 fa l’allenatore. Che tipo di allenatore è? A chi si ispira?

“Ho cercato e cerco di “rubare” segreti da tanti allenatori che stimo e di cui apprezzo il lavoro; ovviamente il mio punto di riferimento rimane Zeman, che è quello che mi ha insegnato di più, e il 4-3-3 che è un po’ il suo marchio di fabbrica.”

 di Flavia Miglietta

0 Tre domande con… Nicola Piovani

  • 27 Novembre 2012
  • Flavia Miglietta
  • · 3 domande con... · Rubriche

Maestro, nel ringraziarLa per il tempo che ci dedica, La disturbiamo per farLe alcune domande sul suo essere tifoso della Roma. La rubrica che andremo a pubblicare si chiamerà “Tre domande con…” dedicata ai tifosi della squadra giallorossa, tra le cui fila possiamo vantarci di avere un’icona come Lei.

Qual è il suo più bel ricordo legato alle vicende della Roma?

“Dei tempi più recenti ricordo una trasferta  a Lione, con i miei due figli: 0-2, gol di Totti e Mancini. Il giorno della partita, passeggiavamo per Lione e i lionesi ci individuavano – i miei figli avevano cappelletti e sciarpe d’ordinanza  – e ci dicevano: ”Ma ce ci siete venuti a fare? Non toccherete palla!” Io non traducevo tutto ai miei figli, ma si sentiva la tensione. Poi la sera ci godemmo la vittoria e la partita perfetta di Spalletti. C’era anche una bell’aria in quello stadio…“

E’ mai stato un assiduo frequentatore dello stadio? Se si, in che settore? Se no, come mai?
“Sono un frequentatore saltuario e, ultimamente, non ho avuto molto tempo. Qualche anno fa condividevo con i miei fratelli un abbonamento in tribuna Tevere. Mio figlio Rocco quest’anno ha comprato un abbonamento in curva sud, sull’onda dell’entusiasmo condiviso in famiglia per il ritorno di Zeman.”

Negli ultimi anni si sono susseguiti diversi allenatori sulla panchina della Roma. Analizzando solo quelli dal dopo Capello in poi, ce n’è stato uno che l’ha particolarmente colpita dal punto di vista tecnico, o caratteriale oppure comportamentale o per tutti e tre i fattori citati?

“Ho ammirato moltissimo il lavoro di Spalletti e mi è dispiaciuto molto quando è partito. Poi, anche se vi farò sorridere, non mi dispiacevano affatto certe qualità di Luis Enrique. Ma le sue qualità non bastavano per ottenere risultati a Roma. Il calcio italiano è più complesso delle sue idee teoriche. La prossima stagione però promette molto bene: credo proprio che l’inossidabile Zeman ci darà molte soddisfazioni. Sono però importanti due cose: una, non sovraccaricare le attese, per evitare contraccolpi depressivi. E poi è importante che gli arbitri si comportino onestamente verso Zeman, cosa che, come sapete, in passato non accadde. Ricordate quanti punti ci rubarono nel ’99?”

Ci permettiamo di inserire una domanda di riserva… senza tuttavia voler approfittare della Sua disponibilità.
Le è mai capitato di esibirsi in concomitanza di una partita importante della Roma (se si, come andò a finire quella partita) o rientra nella schiera di tifosi che prima di fissare una qualsiasi data consultano il calendario della propria squadra?

“E’ capitato, e come sempre succede abbiamo fatto le prove sul palco mentre la radiolina dei tecnici ci teneva informati sul risultato. Però le date dei concerti l’agenzia le fissa in libertà: il lavoro ha la precedenza.”

Si ringrazia per la collaborazione il Maestro Piovani e la sua addetta stampa Daniela Bendoni.

Intervista realizzata da Flavia Miglietta

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