Roma-Udinese. Spalletti: “Si al turnover. Florenzi out, contro l’Udinese sarà battaglia”

Alle ore 15.00 è andata in scena presso il centro tecnico Fulvio Bernardini di Trigoria, la conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista della prima gara del campionato contro l’Udinese. Ecco le dichiarazioni del tecnico giallorosso rilasciate ai cronisti presenti in sala stampa:

Partiamo dagli infortunati: Torosidis fermo, coscia destra. Florenzi fermo, polpaccio destro. Rudiger, Mario Rui, Nura continuano il percorso di riabilitazione. Seck torna oggi ad allenarsi”.

Quanto pesa sotto l’aspetto mentale la sfida contro il Porto in ottica Udinese?
“Non penso pesi perché da quella sfida ne siamo usciti abbastanza bene. Qualche dubbio c’era anche in noi per quello che avevamo fatto prima e per il livello. Invece poi il comportamento è stato corretto, il risultato è che la Roma è pronta. Se ne subisce una spinta a livello di sicurezza”.

L’Udinese ha cambiato poco, che difficoltà ci saranno?
“Loro sono bravi, hanno una società che chiarisce bene a tutti quali sono le situazioni. Prendono questi piccoli fenomeni che fanno giocare, ne hanno tantissimi in molti ruoli. Hanno un target in specifico in questo senso, forsa fisica, velocità. Sarà dura però non hanno più Di Natale, quindi perdono molto. Iachini lo conosco bene, sicuramente sarà una squadra pronta e forte. Non facciamo ingannare dal risultato con lo Spezia, ho parlato con l’ambiente della squadra ligure che mi ha detto quanto sia andato bene tutto a loro e male all’Udinese (vittoria Spezia 3-2 in Coppa Italia, ndr). Poi nel calcio i risultati fanno la differenza”.

Il centrocampo è sembrato il reparto più affidabile. Non manca qualcuno che crei leggerezza?
“Noi abbiamo Strootman e Paredes al posto di Pjanic e entrambi sono più forti di Pjanic. Per cui ci avanzano quelli forti. C’è anche Gerson sotto l’aspetto della qualità, si deve calare bene nel nostro calcio. Poi con l’arrivo di Peres Florenzi può giocare più avanti. Per il momento siamo apposto così. Si può migliorare tutto e cercare un altro centrocampista ma al momento va bene così per evidenziare la nostra forza”.

Lei andrebbe allo stadio parcheggiando a 2 km di distanza? Vuole fare un appello ai tifosi?
“Io non penso che tutti possano partecipare nel parcheggio interno. Qualcuno deve metterla distante. Due passi sotto il clima di Roma li ordinano tutti i dottori. Le cose belle nella vita sono contate e quindi vanno gustate subito. La Roma è una bella cosa, the Roman way”.

Ci sarà turnover?

“Si perché abbiamo i giocatori e li voglio far giocare. Non faccio la formazione per far contento qualcuno. I giocatori che fanno il musino stanno in panchina anche la partita dopo. Abbiamo fatto una rosa per far giocare tutti, nessuno ha difetti di quelli che fanno parte della nostra rosa”.

Sul portiere hai fatto una scelta definitiva?
“No, io ho scelto Alisson perché Szczesny si era allenato poco. Szczesny è uno di quelli che ha meritato di giocare una partita come quella contro il Porto nel campionato precedente. L’aveva meritato lui, El Shaarawy, però poi faccio delle valutazioni e si riparte da li per vedere quello che ritengo più forte al momento, senza farmi influenzare dal sentimento. Questo bisogna ricordarglielo. Noi non abbiamo la responsabilità dei mancati introiti della Roma, noi dobbiamo dare a questi giocatori il merito di aver creato l’opportunità di giocare questa possibilità di entrata economica. No come sento dire che se la Roma non entra (in Champions League, ndr) perde, perde, perde. Loro sono stati bravi a ribaltare la situazione, e parlo del periodo in cui ci sono stato io. Uno di questi è Szczesny e per questo viene preso in considerazione in qualsiasi partita. Dipende da loro. I discorsi di 10 anni fa sono differenti, siamo andati avanti in tutto. Prima si facevano 8 km in una partita, ora se ne fanno 12 o 13. Ora si va più forte. Il portiere non deve essere uno, altrimenti va a casa comodo, ha la maglia da titolare. Perché si usava così? Quando si ha a che fare con il mondo nuovo ci si accorge che è cambiato. Io faccio le mie scelte, anche sbagliate, però sono i giocatori che mi indicano la via”.

Rispetto allo scorso anno non c’è gerarchia?
“Prima di diventare titolare Szczesny lo era De sanctis, poi è subentrato il polacco. Io non ero l’allenatore però la seguivo la Roma e ho visto giocare De Sanctis tante volte. Io mi ricordavo questo, mi sarò sbagliato”.

Verona-Roma, prima di campionato dello scorso anno, in campo Szczesny…
“Benissimo, io faccio differente”.

Impossibile lottare quest’anno contro la Juventus?
“Ragazzi l’abbiamo detto troppe volte. So che vi piace sentire le stesse cose. Ieri lo ha detto anche Peres che vuole vincere. Bene allora serve che si zomincia a pedalare, perché per vincere servono pedali forti. Poi noi le vogliamo vincere tutte. Non vogliamo scegliere quali vince, ma vincerle tutte. Montare sopra a tutto. Poi però c’è il confronto con il Napoli, Juventus, Milan, Inter, Fiorentina, e ci siamo anche noi. Non crediate che quelle che sono arrivate dietro ripartano da dietro, e non pensate che Inter e Milan siano peggio della Roma, perché non lo sono. Noi siamo forti e fin da subito dobbiamo essere anche grandi”.

Cambia il ruolo di Bruno Peres mancando Mario Rui?
“Io li divido così (alza un blocco, ndr): difensori, centrocampisti e attaccanti. Poi ne scelgo 4 e li faccio giocare. Bruno Peres nelle giovanili ha giocato sempre da quarto di una linea difensiva, si può dire che non sappia difendere ma staremo a vedere. Intanto si è allenato 2 mesi con Sinisa e lui la fase difensiva la sa fare. Poi è uno che ha qualità di spinta, può giocare a destra e a sinistra. I destri a sinistra possono giocare tutti, è il contrario che diventa più difficile. Noi abbiamo uno che lo può fare, che è Emerson. Jesus è uno che se messo in fascia è più forte a difendere di Peres e Mario Rui. Poi Rudiger l’avevi dimenticato? Noi abbiamo pensato a Peres perché fra un mese e mezzo rientra il tedesco, altrimenti avremmo preso un terzino diverso. Rudiger può essere uno forte in difesa in una linea a 4. Non trovo tutte queste difficoltà. Noi abbiamo bisogno del gruppo e io di questo gruppo mi fido. Questa è una delle formazioni più forti da quando alleno”.

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