“La Roma: un’equazione a quattro cifre di cui una con una incognita pari a 0,5” – di Dario ’40

Mi spiego subito: prendendo visione di quattro delle recenti partite (Verona, Benevento, Udinese e quella del girone europeo), ho avuto la piacevole sensazione del notevole potere calcistico della Roma nei riguardi dei citati avverarsi, sia pure con le appresso elencate perplessità:

  • primo tempo sia di Benevento che con l’avversaria di turno europea dove i nostri giocatori sono stati colti dalla “sindrome Gentiletti” (vedi Genoa-quelli); infatti nel primo caso Perez ha quasi mandato in rete un avversario; nel secondo caso il nostro centrocampista francese ha causato il gol che, certamente, sarà il solo messo a segno da quella coriacea squadra in tutta questa fase del torneo.

Tornando all’equazione ecco che si determinano le 3,5 consistenti cifre mentre il restante 0,5 (appunto delle quattro) è la costante incognita in quanto il secondo tempo europeo, praticamente non l’abbiamo giocato,

Chiariti gli aspetti aritmetici si può prendere atto della notevole facilità con la quale vengono superati gli avverarsi di modesta levatura e ciò rappresenta un consistente ed importante miglioramento rispetto alla passata stagione della quale è sufficiente ricordare i pareggi di Cagliari e di Empoli.

Ora, però, è assolutamente necessario manifestare e concretizzare la crescita al cospetto di compagini più attrezzate di quelle facilmente già battute. E’ vero che l’unica sconfitta subita l’abbiamo patita con l’osannata Inter ma, come già evidenziato, si è trattato di una partita caratterizzata dai pali che, con poca miglior sorte, sarebbero stati certamente dei gol; pertanto quell’incontro non fa testo perchè prima o poi la rotondità dei pali e delle traverse avvierà la palla all’interno della porta.

I miglioramenti tecnici, fisici ed atletici dell’intera rosa sono concretamente visibili e di notevole consistenza da ogni punto di vista possano essere osservati ed apprezzati.

Comunque, per progredire sempre e senza concedersi pause in tutte le competizioni è assolutamente necessario esprimere costantemente la massima volontà di vittoria, mettere in atto sempre e comunque l’estrema determinazione nel voler conseguire un risultato positivo e mettere in campo tutto quel sano e corretto furore agonistico che rappresenta il dono conferito ad ogni atleta che indossi la nostra maglia.

Dunque nessuna distrazione e nessuna forma di autocompiacimento, di sottovalutazione degli avversari e di supponenza di facilità di vittoria perchè sempre la squadra avversaria è presente in campo.

Buona Roma crescente a tutti i Romanisti!

Dario ’40

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