Juan Jesus: “Vogliamo regalare un trofeo a Totti prima del suo ritiro”

Perché hai lasciato l’Inter per la Roma?
“Ci sono stati diversi fattori. Il club aveva bisogno di soldi a causa del fair play finanziario e io ero l’unico che aveva offerte di mercato in quel momento. Era arrivato il momento in cui dovevo cambiare squadra, ho sempre rispettato l’Inter e nutro ancora un enorme affetto per loro. Tuttavia ho dovuto pensare alla mia famiglia e a me stesso, volevo migliorare le cose”.

È stata un’indicazione dell’allenatore Luciano Spalletti?

“Spalletti aveva provato a prendermi un anno e mezzo fa, appena arrivato a Roma. Ha detto che ero importante, ma non si sono concretizzate le cose. Ho sempre avuto l’interesse della Roma e mi sono mostrato disponibile, perché è un grande club. Arriva sempre tra la prime e gioca in Champions League. È stato un buon cambiamento per me e ha dato risultati”.

Quali sono gli obiettivi stagionali della Roma? Potete battere l’egemonia della Juventus?

“Siamo una squadra con molta qualità e ambiziosa e dobbiamo dimostrarlo. Nelle ultime nove partite ne abbiamo vinte otto. Questi risultati hanno fatto hanno fatto la differenza in positivo all’interno del nostro gruppo. Ora crediamo in noi stessi e puntiamo a tutti gli obiettivi: scudetto, Tim Cup ed Europa League. In Serie A ci sono ancora un sacco di partite da giocare. La Juventus finora non ha lasciato nulla, il Napoli ci insegue e l’arrivo di Pioli ha cambiato la mentalità all’Inter per farla tornare al vertice”.

Com’è il tuo rapporto con Totti?
“Totti è una persona molto tranquilla e un ragazzo anche giocoso. È un idolo e la gente può pensare che lui non dovrebbe lamentarsi, ma è molto umile. Aiuta sempre il pubblico, i bambini e negli spogliatoi. Posso solo parlarne bene”.

Come reagisce al fatto di giocare poco in questa stagione?

“Lui sa delle sue qualità e tutti sanno che tecnicamente è un giocatore molto importante. Per ogni giocatore arriva un momento dove vede che il corpo non è più lo stesso, ma Totti si allena sempre duro in allenamento e sostiene il gruppo. Anche se non gioca è con noi e ci aiuta, questo è la cosa più importante. C’è stata una partita che stavamo perdendo contro la Sampdoria, è entrato e ha cambiato tutto. Ha questo peso, anche se non può fare 90 minuti come prima, in un’ora può decidere una partita”.

Come vi state preparando alla fine della carriera di Totti e la sua assenza nella prossima stagione?

“Cerchiamo di fare il più possibile per lui, facendolo ritirare con un titolo e chiudendo la sua carriera nel miglior modo possibile. Lui è molto importante per noi, ma penso che non lascerà il calcio da un giorno all’altro. Gli piace davvero stare qui”.

De Rossi è il naturale successore di Totti come capitano?

“De Rossi è chiamato capitano futuro. È un guerriero e trasmette fiducia sul campo. Con il suo carattere è un grande personaggio nello spogliatoio e ci aiuta molto”.

Chi è il più giocoso della squadra?
“Penso Rüdiger. è molto divertente, ridere e balla sempre, gioca con tutti è un ragazzo molto allegro. Gli piace giocare con i brasiliani e stare vicino a noi perché sa che abbiamo la gioia del popolo brasiliano”.

La Roma ha una tradizione di difensori brasiliani che hanno avuto successo: Antônio Carlos Zago, Juan e Aldair. Si tratta di una pressione per voi o vi aiuta?
“Qui ci sono sempre stati grandi difensori brasiliani e questo è un onore. Io rappresento il Brasile insieme a questi altri giocatori che sono passati qui. La gente ama Aldair ancora oggi, quando viene qui è una festa. Anche Juan gode di un affetto speciale dai i tifosi, spero di fare almeno il 50% di quello che hanno fatto loro per lasciare un altro grande segno di un brasiliano a Roma”

Sei stato chiamato da Dunga in nazionale qualche anno fa. Nutri ancora questo sogno?
“Penso sempre alla Seleçao. Ho difeso il Brasile in tutte le categorie dalla U-15 fino alla squadra principale. È sempre un onore rappresentare il mio paese. Sono pronto a rispondere a un’eventuale chiamata. Prima però devo far bene con la Roma”.

Quanto tempo hai intenzione di rimanere in Europa?
“Sono arrivato qui, molto giovane, a 20 anni. Ho ancora altri sei anni da spendere in Europa. Intorno ai 32 ho intenzione di fare ritorno in Brasile”.

Che cosa hai migliorato da quando sei arrivato in Italia? Quali sono gli aspetti su cui hai ancora bisogno di migliorare?
“Tatticamente sono migliorato molto. 5 anni all’Inter e ora sto imparando molto con Spalletti. In cosa devo migliorare? Tutti i calciatori hanno bisogno di crescere e imparare qualcosa. Devo migliorare sui tempi nei colpi di testa e con il destro”.

Quali sono le differenze tra Roma e Milano?
“Milano è una città più tranquilla e compatta. Le cose sono più vicine. Qui a Roma mi sento più a casa, è un po’ come Rio de Janeiro. La città è più allegra e calda. Milano è come San Paolo, una città più commerciale. Non ho preferenze sono entrambe fantastiche”.

Com’è stato iniziare a vivere a Roma?
“Roma è una città enorme, pensi di andare da una parte, ma non ci arrivi mai. Ci sono un sacco di reperti storici ovunque. Quando sono arrivato e ho preso casa il ragazzo mi ha spiegato che ha dovuto consultare un archeologo quando ha costruito l’appartamento perché sottoterra c’era una catacomba. Ci sono ancora molte curiosità che devo imparare”.

Vivi nello stesso quartiere di altri tuoi compagni di squadra?
“Ognuno di noi vive in un quartiere. De Rossi vive in centro con la sua famiglia. Io, Emerson, Gerson, Alisson, Manolas e Florenzi viviamo in un quartiere più residenziale e più vicino a Trigoria. Bruno Peres vive al mare”.

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