Amarcord. “La lunga strada verso la conquista della prima Coppa Italia”

Nuovo appuntamento con la rubrica “Amarcord”, a cura di Massimiliano Spalluto. Buona lettura – ndr

Inizia novembre e la memoria dell’appassionato vola al giorno di Ognissanti del 1964. Nella storia dell’A. S. Roma un giorno importante e fausto: la squadra giallorossa ottiene il suo primo successo in Coppa Italia, superando come ultimo scoglio il Torino, nella tana dei granata, per 1-0.
Il percorso verso la conquista di quella prima storica coccarda tricolore era iniziato oltre un anno prima, a Potenza, l’8 settembre 1963. La Roma di Alfredo Foni non brilla in terra lucana ma fa suo il risultato con la doppietta di Manfredini (2-0). Il 13 novembre passeggia sul Napoli con un’altra doppietta di Manfredini a cui si aggiunge la tripletta di Orlando (5-0). 15 aprile 1964, il tecnico è lo spagnolo Luis Mirò, ottavi a Foggia, superati i “satanelli” con un altro 2-0, centri di Francesconi e Leonardi. Di fronte il tecnico Oronzo Pugliese che poco più di un anno dopo approderà in giallorosso. Arriva a Roma la detentrice del trofeo, l’Atalanta, per i quarti di finale, è il 3 giugno. All’ultimo minuto del primo tempo Leonardi riesce a superare il bravissimo portiere Pier Luigi Pizzaballa, anche lui futuro giallorosso, 1-0 il finale. Una settimana dopo, il 10 giugno, sempre a Roma, semifinale contro la Fiorentina dell’ex capitano romanista Egidio Guarnacci. L’incontro finisce in parità (1-1) e poi la lotteria dei calci di rigore, con una formula ancora in via di sperimentazione: 6 rigori per parte, per la Roma 5 calciati da “Piedone” Manfredini ed uno dal portiere Cudicini, tutti a segno.

La Fiorentina, invece, ne fallirà ben 4! Risultato finale: 7-3. La finale con il Torino si disputa sempre all’Olimpico il 6 settembre. Il Toro di Nereo Rocco gode del favore del pronostico, ma la Roma del nuovo tecnico Juan Carlos Lorenzo riesce a opporre un muro ai granata. Non bastano i novanta regolamentari e due tempi supplementari per vedere un gol. 0-0 e, come prevede il regolamento, la gara dovrà essere ripetuta, ma per la data c’è qualche problema. Artemio Franchi, allora commissario straordinario della Lega, sonda il parere delle due società per programmare la nuova sfida necessaria per assegnare il titolo. A Rocco andrebbe bene anche dopo tre giorni, mercoledì 9 settembre, ma Lorenzo si oppone. L’allenatore argentino vuole poter recuperare alcuni infortunati, tra cui “Picchio” De Sisti. L’accordo non si raggiunge e si deve fare i conti con altri fattori che incalzano, complicando il calendario degli impegni: prima di tutto il campionato che inizia la domenica successiva e poi la necessità di presentare la griglia delle squadre italiane che parteciperanno alle coppe europee. Chi andrà in Coppa delle Coppe? La proposta di Franchi è: Torino (squadra meglio classificata nel campionato precedente) in Coppa Coppe e Roma in Coppa delle Fiere. Vista la momentanea non assegnazione della coppa nazionale l’UEFA accetterà. Il Torino affronta gli olandesi del Fortuna 54 Geleen mentre la Roma va a far visita all’Aris Salonicco. Le Olimpiadi di Tokyo (10 – 24 ottobre) contribuiscono a rinviare ulteriormente la resa dei conti. I ritmi frenetici di oggi con sfide ogni tre giorni non erano accettabili a quei tempi, quindi Roma e Torino torneranno a contendersi la coppa a fine ottobre.

Dove si giocherà? Inizialmente la Lega propende nuovamente per l’Olimpico, ma una serie di considerazioni spinge a proporre Torino quale campo ospitante. Si parla a questo punto di “scelta a cui la Roma dovrebbe cavallerescamente dare il suo assenso” accettando Torino come teatro della contesa, questa volta definitiva (se il risultato di parità permarrà alla fine dell’eventuale secondo tempo supplementare a decidere chi solleverà la coppa sarà la monetina!). Il Torino, conoscendo la grave situazione economica della Roma, propone di cedere una percentuale maggiore dell’incasso alla società giallorossa se accetterà la città della Mole come sede della sfida. La Roma ci riflette su ed a Lorenzo l’idea non dispiace. Potrà puntare sul contropiede, senza la necessità di cercare di imporre il proprio ritmo ai granata. La Roma alla fine accetta. Domenica 1° novembre, il giorno della verità. Sempre il Torino favorito, ma a 5 minuti dal novantesimo arriva la svolta del match. Palla da De Sisti a Tamborini e da questi ancora a De Sisti che serve Nicolè. Questo il racconto di Bruno Nicolè nelle interviste post gara: “De Sisti mi ha allungato il pallone, fra due avversari. Non avevo il tempo di controllarlo ed allora ho colpito di punta. È andata bene, quando ho visto la rete scuotersi quasi non ci credevo”.

È il gol della vittoria, i granata non hanno più forze per reagire. La Roma finalmente si aggiudica la sua prima Coppa Italia. In barba alla crisi del club la Roma è riuscita finalmente a conquistare il trofeo che le era sfuggito due volte, contro il Genova nel 1937 (0-1) e nell’altra assurda finale contro il Venezia nel 1941, dopo l’allucinante epilogo per i veneti (Roma avanti 3-0 viene raggiunta sul 3-3, nella ripetizione si impongono i lagunari 1-0).
Grande soddisfazione e commozione per il massimo dirigente Marini Dettina, preoccupato dalla seria situazione economica della società; si avvicina il periodo delle “scelte difficili” e delle “collette” per aiutare la squadra ma ora è il momento di festeggiare. La formazione vincitrice: Cudicini, Tomasin, Ardizzon, Carpanesi, Losi, Schnellinger, Leonardi, Tamborini, Nicolè, De Sisti, Francesconi. Artemio Franchi consegna la Coppa Italia al Capitano Giacomo Losi, mentre la neo – istituita “Coppa Renato Dall’Ara” passa dalle mani del vicepresidente FIGC Ottorino Barassi a quelle di Giancarlo De Sisti. Dopo lo scudetto del 1942 e la Coppa delle Fiere del 1961 ecco la Coppa Italia; un trionfo nella manifestazione che la Roma vivrà altre otto volte.

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