Amarcord. Fiorentina – Roma 1989: la Roma torna al successo a Firenze dopo 24 anni

di Massimiliano Spalluto

Si rinnova in quest’anno lo scontro tra i viola di Roberto Baggio e la Roma. L’ultima sfida tra le due squadre fu lo spareggio per la qualificazione in Coppa UEFA disputato sul neutro di Perugia il 30 giugno precedente, match che ha visto la Roma soccombere per una rete a zero.

L’epilogo di quella gara sembra tratto da un romanzo d’altri tempi in cui il protagonista si trova a dover lottare, suo malgrado, contro il proprio passato pieno di gloria e riconoscenza popolare. Il ruolo di primo attore, in questo caso, è toccato al Bomber di Crocefieschi, Roberto Pruzzo. Il suo ultimo anno di attività agonistica il cannoniere ligure lo vive nella Fiorentina.

Difficilmente trova spazio nell’arco del torneo ma per quest’importante scontro viene schierato fin dal primo minuto dall’altro ex di turno, il tecnico dei toscani, lo svedese Sven Goran Eriksson. Per Pruzzo si tratta dell’ultima partita di una lunga carriera i cui frutti migliori sono stati colti con la casacca giallorossa.

Con il colore viola addosso, il centravanti del secondo scudetto romanista realizza il gol dell’uno a zero finale che estromette la Roma dalle competizioni europee. Una volta accantonati sentimentalismi nati dagli scherzi del destino, non resta che prepararsi ad un’annata difficile sotto molti punti di vista; la Fiorentina, invece, saprà trarre profitto da questo biglietto per l’Europa staccato in extremis. Infatti, aiutata anche da un pizzico di fortuna, la società presieduta da Lorenzo Righetti giunge fino alla conclusione del percorso, venendo però sconfitta nella doppia finale dalla Juve diretta da Dino Zoff.
Ora si è tornati ad una classica di campionato, a Firenze si gioca la quattordicesima giornata di un anno complicato per la creatura del presidente Dino Viola. In terra toscana la Roma non raccoglie l’intera posta in palio dal lontano Santo Stefano del 1965. In quell’occasione a decidere le sorti della sfida a favore dei capitolini guidati da Oronzo Pugliese fu una rete siglata da Fulvio Francesconi a circa venti minuti dal termine. Siamo al 3 dicembre 1989, la Roma ha bisogno di riscattarsi dopo una serie di risultati non certo esaltanti.

Tra i toscani non figurano più né Pruzzo né il mister scandinavo Eriksson; allenatore dei gigliati è Bruno Giorgi che schiera nella circostanza: Landucci, Pioli, Volpecina, Faccenda, Pin, Battistini, Iachini, Dunga, Dertycia, Baggio R., Nappi. La Roma si oppone con: Cervone, Tempestilli, Pellegrini, Manfredonia, Berthold, Nela, Desideri, Conti, Voeller, Giannini, Rizzitelli. Chiamato a dirigere l’incontro il signor Beschin di Legnago. Il primo acuto della gara è di Roberto Baggio che, al 3°, si rende pericoloso. Su punizione il “codino” centra il palo alla destra di Cervone. I

padroni di casa sfiorano ed i romani concretizzano. È il 7° quando Voeller effettua una discesa travolgente sulla destra, il suo traversone in area trova completamente libero Desideri che di sinistro infila la porta di Landucci, è il vantaggio della Roma. La reazione dei toscani è confusa ed i capitolini, decisamente più concentrati, vanno vicini al raddoppio.

Esce Tempestilli al 19° per infortunio, entra Piacentini. Nappi sfiora il pari di testa spedendo la sfera a pochi centimetri dal palo destro della porta difesa da Cervone. Al 44°, però, è Manfredonia ad illuminare la gara con un perfetto passaggio in profondità sfruttato al meglio da Rizzitelli. L’attaccante entra in area e batte Landucci in uscita, è il raddoppio per gli uomini di Radice. Nella ripresa i viola cambiano registro, partono subito all’attacco per riaprire la gara e ci riescono al 9°. Battistini insacca con una mezza rovesciata concludendo un’elaborata azione della sua squadra.

La Roma, però, riprende in mano le redini dell’incontro e non concede più nulla agli avversari. Negli ultimi venti minuti Giorgi manda in campo Kubik e Dell’Oglio rispettivamente per Pin e Iachini; tra gli ospiti trova posto Impallomeni, gli fa spazio Desideri. Landucci si oppone da campione alle conclusioni dei capitolini tenendo viva fino all’ultimo la speranza di un recupero.

I gigliati, però, sono tornati quelli del primo tempo con poche idee e, probabilmente, la testa alla trasferta ucraina di coppa a casa della Dinamo Kiev del mercoledì successivo. Si scivola lentamente verso il triplice fischio, la Roma trionfa a Firenze dopo 24 anni di digiuno.

La stagione romanista prosegue in maniera altalenante fino a toccare il punto più basso nella sconfitta interna con i campioni del mondo del Milan, che si impongono al Flaminio per 4-0. Mancano otto giornate al termine del torneo ed il brutto scivolone interno con i rossoneri di Arrigo Sacchi sembra allontanare i giallorossi dall’obiettivo qualificazione europea.

A quel punto la squadra fa quadrato e riesce a mantenersi imbattuta fino al termine della competizione, bilancio: 4 vittorie ed altrettanti pareggi.

In condizioni di difficoltà dovute all’esilio forzato al Flaminio, quindi, a Gigi Radice riesce un piccolo miracolo: conseguire un ottimo sesto posto che, in pratica, permette alla Roma di acquisire il biglietto per un’avventura europea che si rivelerà esaltante.

1 commento

  • Alessandro ha detto:

    Quanti ricordi. Mi hai riportato indietro ai miei 14anni.. la Stagione del Flaminio. Ho visto Roma juve 1a0 Roma Bari 1a0 Roma Verona 5a2 e Roma Bologna 2a2 fine stagione. Bel pezzo. La gara citata non la ricordavo.

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