Conferenza stampa. Spalletti: “Napoli? I più forti dopo la Juventus ed è giusto che siano in questa posizione. Sono costretto a subire una rivalità con Totti che non esiste”

spalletti

Vigilia di Roma-Napoli, match decisivo per la corsa al secondo posto. Una vittoria dei giallorossi aumenterebbe le speranze di raggiungere la qualificazione in Champions League senza dover passare dai preliminari. In caso di pareggio o sconfitta invece, i partenopei potrebbero ipotecare l’unico vero obiettivo stagionale. Il tecnico della Roma Luciano Spalletti, ha presentato la sfida dell’Olimpico, in programma domani alle 15.00, nella consueta conferenza stampa pre-match, ecco le sue dichiarazioni:

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“Ho parlato con il dottore adesso per Rudiger, ha avuto un risentimento muscolare. Sembrerebbe tutto a posto, sembra possibile che oggi si alleni col gruppo. Sono rientrati i timori, Vainqueur sta bene, ieri aveva dolore sul finale di allenamento per una contusione alla coscia ma è voluto rimanere. Sono tutti a disposizione, ma c’è da fare l’allenamento di oggi”.

Il Napoli usa sempre gli stessi undici: punto di forza o un limite?

“Difficile da valutare, loro hanno anche altri calciatori forti fuori dagli undici. Secondo me bisogna andare dietro l’evidenza: se ha fatto questo campionato, questi numeri e questo gioco ha ragione Sarri. Sono la squadra da portare in evidenza come sempio di calcio giocato, come numeri, atteggiamento e continuità. Sono stati i più forti dopo la Juventus ed è giusto che siano in questa posizione”.

La Roma domani si troverà davanti una squadra che gioca a viso aperto, e con la sua gestione è accaduto raramente. Influirà questo aspetto sulla formazione?

“A volte la formazione l’ho cambiata, ma no, metteremo in campo la squadra che ci dà garanzie maggiori. Loro sono forti, giocano a viso aperto ma sono equilibrati in tutte le fasi di gioco. Si rimpattano bene sulla fase difensiva ma lasciano tre giocatori dietro la tua linea. Bisognerà essere bravi, ma anche compatti e continui come loro, è la loro forza”.

Visto che ormai ne parlano tutti, Roma-Napoli sarà la penultima partita allo stadio Olimpico per Francesco Totti?

“You have to do this question to Pallotta, you speak english better than me. Ci sono entrato troppe volte in queste situazione, non voglio trattare argomenti come ho fatto in precedenza, perché sono stato troppo disponibile. Non voglio essere scortese ma ci interessa la partita. Siamo tutti in discussione per l’obiettivo che abbiamo davanti e che vogliamo raggiungere. Si va dritti su quella strada”.

Sei sempre stato coerente dicendo che questa è una questione tra Pallotta e Totti. Dal punto di vista tecnico ti senti di poter dire qualcosa?

“Sono costretto a subire una rivalità che non esiste per aver messo in pratica dei principi che sono obbligatori per il mio ruolo e perché sono fatto così. Questo è un discorso da affrontare a fine campionato. Io sono felice se Totti rifarà la cosa che ama fare, sarò al suo fianco nella sua ricerca del ruolo che deve avere il prossimo anno. Mi sembra di essere monotono a dire le stesse cose, la questione riguarda il presidente e Francesco, io come tutti dipendo dal risultato. Davanti abbiamo questa possibilità di risultato in queste ultime aprtite e dobbiamo avere le attenzioni rivolte a questo obiettivo”.

Se la Roma avesse avuto Higuain in questa stagione?

“Devo tornare a fare uso dei principi che ho dentro di me e che ho nel mio ruolo: parlo dei miei calciatori, che mi hanno dato una possibilità grandissima e che nessuno avrebbe creduto a gennaio. Ossia di andare a giocare Roma-Napoli come una partita decisiva per la qualificazione alla Champions, che è fondamentale per società e tifosi. Devo dare merito a questa squadra di averci creduto subito, questa loro bravura non è stata sottolineata abbastanza. Quando sono arrivato nessuno avrebbe creduto di giocarsi questa partita ad armi pari, per questo obiettivo che sarebbe difficile anche vincendo domani, ma i ragazzi hanno fatto risultati straordinari e non lo abbiamo sottolineato. Hanno pedalato subito forte, si sono messi subito a disposizione. Se non l’avessi creduto non sarei tornato alla Roma, se non avessi creduto che era una squadra forte. Loro me lo hanno fatto vedere di essere forti, e in questa analisi c’è anche Dzeko, che è un grande calciatore e da Roma. Forse non l’ho sostenuto abbastanza ma un campione così non ne ha bisogno. In allenamento ha fatto il suo dovere, forse facendolo giocare di più avrebbe fatto numeri diversi. Higuain è stato straordinario ma sono contento dell’apporto di Dzeko per giocarsi questa partita per questo obiettivo”.

Dopo Roma-Torino ha ammesso che la squadra non ha molto carattere, come si risolve questo problema?

“Manolas è uno che sa battere le punizioni, ci può essere chi le batte meglio. Il carattere dipende da che formazione usi. Ci fossero stati De Rossi o Strootman, questi magari hanno più personalità di altri. Non ho posto proprio così la risposta, è che ho preferito più la qualità della squadra. Sull’autostima e sulla testa perché dovevano ritrovare le loro qualità tecniche, vedevo lo sbocco e la soluzione per questa squadra. Ho percorso questa strada nel dare indicazione e forzare alcune qualità, poi si è visto che quando deve venire fuori il fatto della furbata, dell’episodio, della bravura nella singola situazione, non si porta a casa tanto. Il risultato è sempre dipeso dalla qualità della squadra o del singolo, per cui forzo su questa direzione fino alla fine. Ma la mia squadra ha carattere, anche se l’altra qualità è più leggibile e può darci di più”.

Mi sembra che la squadra non abbiamo un problema di fondo, forse è meno brillante di un mese fa?

“Abbiamo espresso qualcosa di meno del primo periodo, in cui abbiamo fatto risultati. Però è sempre dipeso dalle giocate, ora abbiamo fatto qualcosa di meno a livello di squadra. Ma nella corsa non mi sembra, noi abbiamo la possibilità di seguire con satellitari la velocità dei calciatori. E quando uno li prende in mano vede che la squadra ha avto sempre lo stesso rendimento, presente nella corsa e nei numeri che supportano la condizione fisica. A volte abbiamo corso meno bene e questo ha fatto sì che qualcuno di voi lo notasse”.

Nonostante la presenza di Higuain la Roma è il miglior attacco del campionato, la differenza sta invece nei gol subiti. E’ un problema di individualità più che difensivo?

“Dipende sempre dalla scelta fatta, noi negli esterni bassi abbiamo giocatori offensivi che attaccano e rendono la squadra offensiva. Da questo può dipendere, poi io non ho mai usato emdiani di contenimento ma centrocmapisti che accompagnano l’azione. Globalmente somiglia molto alle scelte in generale della squadra. Ma nonostante ciò ci può fare meglio”.

Ha visto un entusiasmo diverso in Totti, tale da schierarlo anche titolare domani?

“Ho apprezzato moltissimo il suo messaggio, un messaggio dacapitano vero ed è importante. Ieri ha svolto allenamento da solo perché, come in altre situazione, posso avere un contato diretto con dei calciatori in dei momenti che riguardano solo la fmiglia. Lui aveva questo evento, gliel’ho concesso ed è venuto prima per l’allenamento, come successo già con un altro calciatore. Ha fatto tutto con disponibilità ed è importante. Lui è una risorsa, vogliamo che sia così. Per quanto riguarda la formazione, in questo caso la dico domani perché è una gara troppo importante”.

Lei parla di rivalità, che è una parola forte: sembra che non siano proprio tutti dalla sua parte. Le dà fastidio questa cosa?

“Coi numeri di Totti è giusto così, è giusto rendere merito ai numeri che accompagnano questo campione. A volte potrò essere sembrato rigido, brusco, duro ma l’ho sempre fatto secondo i prinicipi del mio ruolo. Chi è affezionato a una causa può perdere di vista la gestione di una squadra. Io ho bisogno di tutti, di averli tutti in un gruppo solo, anche Francesco. L’ultima partita e la penultima ci ha dato una grande mano con la sua qualità. Ma io devo far crescere autostima negli altri, farli senite importanti per il risultato. Si parla tanto di Ranieri: Il Leicester è una squadra, sennò non avrebbe fatto i risultati che ha fatto. La Juventus, anche se ci dà fastidio, vince perché è una squadra forte. Io cerco di guardare quelli più bravi e far sentire la squadra forte. Non ho rivalità, non sono qui per questo ma per una questione di risultati. Se lei (rivolto alla giornalista, ndr) mi fa fare risultati la tiro dentro questo gruppo. Ne parlo con Sabatini e Baldissoni…”.

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