“L’azienda Roma ha deciso: via De Rossi!”

Sono settimane che il mio pensiero va alla gara di campionato contro il Parma e non per l’irrazionale follia di arrivare al quarto posto in classifica, grande traguardo della società, ma per sapere se questa sarà l’ultima di De Rossi da giocatore e in tal senso sollecitavo la Roma a dare un segnale in tal senso.

Nel mio cuore cullavo la speranza che il silenzio stesse a dimostrare la certezza di continuare a vedere Daniele con la maglia giallorossa almeno un altro anno. Perché questo era il suo desiderio già ampiamente espresso ai dirigenti, perché era consapevole di poter ancora dare qualcosa di importante ai compagni di squadra in campo e nello spogliatoio. Invece no, non sarà così perché la società ha scelto di non rinnovargli il contratto, cercando di convincerlo ad intraprendere un percorso da dirigente, a cui Daniele adesso non pensa assolutamente.

Lui si sente ancora calciatore e vede nella panchina il suo futuro, a guidare una squadra a sua immagine e somiglianza. Nemmeno questo è stato ipotizzato oggi in conferenza stampa dal CEO Fienga, che parlando della Roma l’ha definita almeno dieci volte sempre e solo “l’azienda”.

E’ vero che ormai le società di calcio devono essere strutturate in modo professionale e con dirigenti di assoluto valore, ma la Roma non è la Fiat o la Montedison, è basata sui risultati che si ottengono sul campo da gioco, dove il valore degli uomini può fare la differenza.

A maggior ragione se questi, come Daniele De Rossi, incarnano lo spirito di un popolo che è la sua linfa vitale. Avere capitani romani e romanisti è stato un privilegio assoluto per noi, un elemento in più che ci ha sempre caratterizzato nel panorama nazionale ed internazionale e proprio per questo che doveva finire in modo diverso la carriera di De Rossi nella Roma.

Senza contare che doveva essere Daniele per primo ad annunciarlo in conferenza stampa e non un comunicato della società questa mattina. Almeno questo lo si doveva ad un uomo come lui, ma evidentemente conta di più l’azienda e la sua competentissima comunicazione ad avere il sopravvento. Invece no e il distacco tra loro è stato evidente, anche se Fienga ha cercato di negare. Prepariamoci a vivere un’altra domenica di passione il 26 maggio e a piangere, come è stato per l’addio di Totti, ma paradossalmente questa fa più male perché Daniele andrà da un’altra parte a giocare, con un’altra maglia, a dare ai compagni quella carica e quel carisma che tutti gli abbiamo sempre riconosciuto.

Ho comprato il biglietto di tribuna, perché non potevo mancare, ma sarà l’ultima volta cha andrò all’Olimpico, uno stadio che ha rappresentato tanto nella mia storia di tifoso della Roma e che ha visto Capitani romani e romanisti di immenso valore. Non può sempre andar bene tutto, almeno per me.

Adesso si volta pagina, le bandiere non contano, conta solo la ragion di Stato, ma la mia Roma ideale è fatta di grandi campioni, ma anche di uomini che sanno interpretare lo spirito e l’essenza del nostro essere tifosi giallorossi. Roma – Parma del 2001 ha rappresentato una pagina fondamentale della nostra storia, Roma – Parma del 2019 un giorno di dolore. Spero solo che la passerella sia riservata esclusivamente a Daniele De Rossi e che nessuno abbia la faccia tosta di stargli vicino.

Lui e solo lui oggi è un simbolo di Roma e della Roma e merita l’abbraccio e l’affetto del popolo giallorosso.

Questo suo gol, per ciò che ha rappresentato, è il miglior tributo che io possa fare a Danielino.

FORZA ROMA!!!

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