La vergogna – a cura de Er Bibbitaro

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La Vergogna.


Nun volevo scrive subito adesso, perché nussuno me sente, perché dopo quello che
è successo, er primo giorno ce se ‘ncazza, ma er giorno appresso gnente. Allora aspetto ‘n attimo me so detto, così er foco se carma ma co quarche rima, sparo a caso tipo cor grilletto, come fossero parole de benzina. La vergogna è er sentimento più diffuso, e insieme a quella c’è la delusione, pe ‘sto paese in comodato d’uso, ai pappa della mafia e la televisione. Facenno ‘n par de conti ce rifletto: er sor Tosel si ce fosse ‘n podio, sur primo gradino ce lo metto, tra i cojoni fomentatori d’odio. Nun sete boni a carmà l’animi signori, né capaci di gestire un gioco, so più pesanti, troppo i vostri erori, è vostra la benza gettata sur foco. Ma ecco ariva Genny ‘a carogna, risorvendo l’imbarazzo pe fortuna, appropriandosi lui della vergogna, dei mafiosi che siedono in tribuna. Ooooh… nun ce sta più nessun ostacolo! Se po’ inizià, lo dice la camorra. Dice de sì e continua lo spettacolo, lo annuncia il cronista mentre sborra. Semo arivati ar capolinea già da un po’, co du città vicine solo un paio d’ore, ma così lontane dai tempi dell’amore, in cui Fabrizi recitava co Totò. Semo arivati a vive sopra all’immondizia, in uno stato che si nu rubba dorme, la carpestamo come la giustizia, quanno s’applaude l’assassini in uniforme. Inquadramo li pupi cor sorisetto! Co sciarpe diverse ma coll’occhiali, se li so messi pe giocà ar giochetto, nun avendo più le piazze e li viali. È tutta na triste sarabanda, c’è nantro presidente mai votato, c’è ‘n amica de Maria cantando co la banda, regalo della rai pell’abbonato. Eppur bisogna essere crudeli, in un momento di per sé solenne, per fischiare l’inno scritto da Mameli, che per unire noi morì ventenne. Dovemo da fischià ma pe noi stessi, perché er fischio che ce brucia nell’orecchio, è quanno che amo visto noi riflessi, de quanto famo schifo nello specchio.
Er Bibbitaro.

Pe quanto riguarda la Roma, il calcio, nun me spreco. Loro nun hanno giocato, e io nun cerco le rime. Co na partita, volutamente, avete carpestato un po’ della dignità recuperata da sta squadra che solo col suo nome se merita tutt’altro. Semo carichi, semo gente calda, ma nun pensate che ce basta. Non se pò mollà prima de arivà. Perché i miracoli se fanno ar novantesimo, o dopo ancora, come ha dimostrato il Siviglia e pure il Valencia, il Chelsea col Paris, il Crystal Palace col Liverpool. Non succedono all’ottantanovesimo i miracoli, succedono all’ultimo minuto o dopo ancora. Non prima. Non si può mollare così, specialmente dopo quello che si è fatto. Sapendo qual è il prossimo avversario.
Non si può buttare, ad esempio, una finale in cui stai perdendo solo uno a zero, per prendere a calci un Balotelli qualunque, quando mancano ancora tre minuti. Perché i miracoli non si fanno all’ottantasettesimo, ma dopo e oltre. Si deve lottare fino in fondo. Sempre. C’è il rischio di perdere in un secondo tutta la dignità guadagnata con fatica durante un anno, quella dignità che è stata comunque l’unica vittoria di questa stagione. Ora vincete con la Juve.

2 commenti

  • gianfranco ha detto:

    volevo da voi un parere su come avrebbero reagito i tifosi, non parlo dei fiorentini che si sono dimostrati delle persone normali avendo rispettato la criticita’ del momento, se avessero dato ordine di sospensione della partita.Sono arcisicuro che avreste criticato qualsiasi decisione che le autorita’ avessero preso, come e’ puntualmente accaduto

    • Carlo Zampa ha detto:

      La tua è prevenzione e qualunquismo, caro Gianfranco. È chiaro non è facile prendere decisioni in un frangente del genere, ma sono sempre convinto che la prevenzione vada attuata nella maniera migliore possibile. Vorrei innanzitutto capire a chi è venuta la geniale idea di dare la curva sud alla Fiorentina ( che veniva da ROMA nord) e la nord al Napoli (che veniva da ROMA sud) andando incontro a difficoltà logistiche nell’avvicinamento allo stadio delle rispettive tifoserie, tanto per dirne una. E poi, personalmente, mai avrei accettato di mandare il capitano del Napoli a parlare col capo tifoso Genny a carogna. Avrei invece dato il microfono a due capitani delle squadre per farli parlare alle due tifoserie dal centro del campo…… Non dico che sono soluzioni ideali, ma almeno mi sembrano di buon senso….

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