Costanzo Show, Totti si racconta: “C’è stato un momento in cui ho pensato di andar via da Roma”

Un’ora e mezza di emozioni e risate. L’ultima puntata de “L’Intervista”, format del più noto Maurizio Costanzo Show, ha visto come ospite protagonista Francesco Totti, Il Capitano della Roma non ha deluso le aspettative, rispondendo alle domande e lasciandosi andare a qualche confessione. Ecco l’intervista integrale:

Sei stato un bravo figlio?
“Sì, mi hanno insegnato tanto. Educazione e rispetto. Anche a Riccardo. Non ci hanno fatto mai mancare niente”.

Tuo fratello?
“Ci vado molto d’accordo. Guai a chi lo tocca. Siamo una famiglia unita, solida, abbiamo sempre fatto quello che dovevamo fare. Viene anche in trasferta, non solo in casa, anche se non gioca. Gli dispiace che non mi vede giocare come giocavo 5 o 10 anni fa, ma mi segue lo stesso. A me dispiace non giocare, dispiace un po’ a tutti”.

Io me la prendo con Spalletti…
“Lei sì, io no. Sono sue scelte e le rispetto”.

Caro Spalletti fatti un esame di coscienza…
“Non ci guarda lui”.

Abitavi a Porta Metronia, che ricordo hai?
“Mi ricordo quando giravo col motorino, mio padre lo parcheggiava in garage e facevo i giri subito, glielo rubavo. E’ un’infanzia difficilmente dimenticabile. Purtroppo non ritornano quei tempi, ma ce li siamo goduti”.

Non c’è dono maggiore nella vita che godersi i genitori per tanto tempo…
“Certo. Mio padre è verace, è trasteverino”.

Clip sulla famiglia Totti…
“Mi volete far piangere? Cristian gioca con il pulcini della Roma. Ogni tanto sono entrato in campo tenendoli per mano Cristian e Chanel. Isabel ha solo un anno. Chanel vorrebbe fare tante cose sentendo lei, ma le piacerebbe più di tutti fare la veterinaria. E’ fissata con gli animali”.

Cristian è orgoglioso di avere un papà come te?
“E’ innamorato pazzamente di te. Mi scruta dalla mattina alla sera, dalla testa ai piedi. E’ incredibile. Lo stesso pensiero mio nei suoi confronti. Ognuno ha un amore diverso. Lui è il primo, Chanel è donna, già interagisce. Isabel mi ha levato la vita, ha chiuso il cerchio. E’ un amore in tutto, non perché è mia figlia”.

Quarto figlio?
“Tra poco penso che potremmo… Tocca fa il maschio, sennò Cristian ci rimane male. Ce lo ha chiesto lui un maschio.”

Che padre sarai con tua figlia?
“Sono abbastanza geloso, ma questa è la vita. Ci siamo passati noi e ci passeranno loro. La cosa che andrò a guardare in particolar modo è il ragazzo, ma non l’estetica, piuttosto la famiglia che ha dietro. Sicuramente sarò rompipalle, avranno un papà bravo che spiegherà tante cose”.

Racconti favole?
“No, più Ilary”.

Come vi dividete i compiti?
“Ognuno ha uno sport diverso. Cristian va a calcio, Chanel va a danza. Io porto lui e Ilary porta lei. Fanno i compiti dopo che tornano. Sulle materie come matematica aiuto io, su quelle in inglese ci pensa Ilary. Loro vanno a scuola inglese”.

Ilary ha una grande dolcezza?
“Lei ha sempre voluto tanti bambini, ma quando ha avuto Cristian non eravamo pronti a fare i genitori veramente, genitori a tutto tondo. Mano a mano che passava il tempo siamo riusciti a capire le vie giuste”.

Se Chanel e Isabel si fidanzano con un tifoso della Lazio?
“Il problema è loro, mica mio. L’importante è che le trattano bene, il resto passa in secondo piano”.

Farti entrare a cinque minuti?
“Evidentemente servivo per cinque minuti in quella partita”.

Per me è una stronzata…
“Ma non perché è Spalletti o Totti, ma un giocatore non ti può risolvere la partita in cinque minuti”.

Lui perché non guarda la tv?
“Ce l’ha la tv, ma forse non guarderà il programma. L’importante è che io non abbia detto a lei di dire così”.

Continuerai ad occuparti di calcio e della
“Dovrei”.

Hai mai pensato di mollare il calcio?
“No, mai. C’è stato un momento in cui stavo pensando di andar via da Roma, direzione Madrid. C’è mancato pochissimo. Non potevo andare in un’altra squadra in Italia, per rispetto della gente e dei tifosi”.

Sapevi dell’intervista di Ilary alla Gazzetta?
“No, l’ho saputo la sera prima che uscisse. L’aveva fatta dieci giorni prima. Lei rideva a cena quella sera. Le dicevo ‘Che te ridi?’. E mi ha detto che aveva detto che Spalletti era un piccolo uomo. Lì per lì pensavo che scherzasse”.

Spalletti ha detto “Se Totti non rinnova me ne vado”…
“Si, lo ha sempre detto. Ma io gli chiedo ‘Vuoi che firmo e poi non gioco, che firmo a fa’. Ma è così per scherzare. E’ un allenatore fortissimo, spero che la Roma lo possa tenere, è l’allenatore del futuro, può far vincere la Roma. Serve a questa città, conosce bene l’ambiente. Ormai io sto a fine carriera, lui deve pensare al futuro. Spero che possa rimanere veramente”.

Ti piacerebbe allenare la Roma?
“No, perché non farò mai l’allenatore. Non mi piace, sto uno contro trenta. I giocatori so una massa di paraculi e quando si mettono tutti insieme”.

Giustifichi Spalletti?
“Lui ha fatto una scelta di vita. Lui è stato giocatore e ora allenatore, io non farei mai l’allenatore”.

Ti piace vedere il modulo di gioco tuo riferito ad altri?
“C’ho pensato, ma i moduli so quelli. Io mi diverto a giocare, finché non mi passa la voglia di divertirmi mi dispiace smettere. Vado al campo e mi diverto. Mi diverto tutti i giorni. Solo al pensiero di andare nello spogliatoio e di giocare in campo mi fa divertire. E’ la mia vita. Se vado al campo scoglionato sono il primo ad alzare il braccio. Ancora mi diverto”.

Finché hai questa vocazione…
“Vediamo a fine anno cosa succederà. Mi scade il contratto da giocatore e dovrei smettere. Scade a giugno. Vuoi fa un appello a Pallotta? (ride, ndr). Io so già quello che voglio fare e che farò”.

Mi è piaciuta molto la tua partecipazione a Sanremo.
“E’ stata una giornata particolare. Scendere per la prima volta le scalinate di Sanremo non era semplice. Solo chi le scende lo capisce”.

Ti piace fare la tv?
“Mi emoziono più che altro. Poi con alcune scene mi diverto”.

Non usi copione…
“E’ tutto istintivo. Improvviso sempre, è una cosa mia che ho sempre avuto, non so se è positiva o negativa”.

Quante volte vi hanno proposto un programma a te e Ilary insieme?
“Tante, soprattutto ora che sto smettendo di giocare. Io che dico? Ci penserò. Dipende anche da mia moglie. Per lei è il pane quotidiano, per me è un altro tipo di lavoro. Una cosa è farlo così una volta ogni tanto per divertimento. Non so se farlo giornalmente mi piacerà come lo faccio adesso”.

Ho rivisto con grande gioia Carletto Mazzone, per te è stato un secondo padre…
“Sì, io esordii in Serie A con Boskov e poi l’anno successivo venne Mazzone. Ho avuto la fortuna di conoscere una gran bella persona, un uomo vero. In quel periodo era veramente come un padre, levato mio padre Enzo. Sul lato calcistico era il top del top in quel momento. A quell’età è facile perdersi, mi ha gestito bene. E’ una persona vera, mi ha dato tutto e io in quel contesto ho cercato di dargli tutto, contraccambiando”.

La sera che la Roma vinse lo scudetto Capello mi chiamò…
“Lui è il numero uno degli allenatori a fare una squadra competitiva per vincere. E’ fortissimo”.

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