Chi tifa “Moggi” non vince mai – di Andrea Fagnano

La settimana appena trascorsa, causa la pausa nazionale, non ci ha regalato la gioia di un gol segnato o la tristezza per un gol subito. L’interesse è piombato sulla parola “Prescrizione”. Ovvero quel fenomeno giuridico che porta all’estinzione di un diritto soggettivo non esercitato dal titolare per un periodo di tempo indicato dalla legge. Essa determina l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. La norma prevede quindi che, a distanza di molto tempo dal fatto, viene meno sia l’interesse dello Stato a punire la relativa condotta, sia la necessità di un processo di reinserimento sociale del reo. La parola prescrizione è stata nominata talmente tante volte da essere uno degli Hashtag più usati su Twitter o Facebook in questi giorni. Tutto questo parte dal pronunciamento della Cassazione che, nella notte tra il 23 e il 24 Marzo, ha rigettato i ricorsi di quasi tutti gli imputati dello scandalo Calciopoli, scoppiato nel 2006, dichiarando “prescritti” i reati per i quali Luciano Moggi, Antonio Giraudo e altri che erano stati condannati in primo e secondo grado. In ordine di tempo si è trattato del terzo grande scandalo nella storia del calcio italiano. Ad oggi tutto questo non ha colpevoli primari. C’era poco da discutere già con le intercettazioni, questi signori dovrebbero ringraziare di averla fatta franca. Ma la gente ormai sa cosa sia la prescrizione, che libera gli Stati dal dovere di inseguire i colpevoli di alcuni reati. Se io vengo preso con le mani nel sacco che ci vado a fare al processo, 10 anni, pagando l’avvocato. Dice due giorni dopo la sentenza, Marco Travaglio,  giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano. Solo una voce nell‘opinione pubblica che ha visto in questo fenomeno quindi una grande ciambella di salvataggio per l’ex dirigente bianconero, presa al volo prima di annegare nel profondo. Del mare?. No.

IERI MOGGI E DOMANI – Ormai l’operare della giustizia italiana, ci lascia spesso a bocca aperta, naturalmente perchè viene sempre meno la sua funzionalità di giustizia. Ovvero quella di punire chi ha commesso reati e salvare gli innocenti. Ultimamente notiamo che essa, tramite leggi cuscinetto che non permettono mai di arrivare alla vera giustizia, cerca di fare un pò contenti tutti, o almeno alcuni. Il Pm Narducci dichiara che la sentenza è ufficialmente conclusa, si attendono solo le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Il reato quindi esisteva ma a causa del troppo tempo trascorso non condanniamo ma prescriviamo. Quindi come si dice a Roma finisce tutto a “Tarallucci e Vino”, dove il condannato, che qualche anno fa disertava alla solo idea della prescrizione, esulta dicendo “Ho vinto io” e inoltre si aspetta risarcimenti (443 milioni alla federazione). Anche chi tifa Moggi e lo plaude come fosse un idolo (quasi 60.000 like su Facebook)  esulta e intona: “Per fortuna la prescrizione c’è!”. Il fatto è che i restanti 59 milioni di italiani non la pensano proprio così e sono di nuovo stati delusi dalle carte giuridiche. Ma ricordiamo che prescrizione non vuole dire assoluzione.

Comunque ora bisognerà spiegare qualcosa a chi, alla vista di un errore arbitrale anche in semplici partite di quartiere, esclamava “Ao ma che sei amico de Moggi?”. Ebbene ragazzi, nonostante tutto, continuerete ad essere voi i vincitori, vincitori nell’animo almeno. Quello pulito. Perchè state tranquilli, chi tifa Moggi non vincerà mai.

Andrea Fagnano (Twitter: @AndreaFagnano)

 

 

 

1 commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.