Amarcord. Roma – Spal 1955: gol capolavoro di Ghiggia. Roma al terzo posto al giro di boa

Siamo a metà degli anni Cinquanta, dal novembre 1952 torna al vertice dell’A. S. Roma Renato Sacerdoti, primo presidente operativo che guidò la società dal 1928 fino a quando, nel 1935, fu costretto a passare la mano per vicende estranee al mondo del calcio. La difficile congiuntura dell’immediato dopoguerra è ormai alle spalle, il periodo delle salvezze strappate nelle ultime giornate è un ricordo lontano; non si è più costretti a vendere i campioni per “… favorirne l’affermazione a più alto livello…”.
Nel decennio del boom economico la Roma vive una fase di sviluppo; ora la società capitolina è tornata a lottare per un posto nelle zone alte della classifica. Dopo 2 seste piazze consecutive, Sacerdoti costruisce una formazione in grado di aspirare a qualcosa di più.
La prima mossa è quella di confermare l’incarico di allenatore al mister albionico Jesse Carver, subentrato alla nona giornata dell’annata precedente a Mario Varglien. Sul mercato la rosa viene rinforzata, tra gli altri, dall’ungherese Istvan (Stefano) Nyers dall’Inter, da Luigi Giuliano, in prima squadra nel Grande Torino della fine degli anni Quaranta, da Giosuè Stucchi dall’Udinese e, tra le promesse, da Giacomo Losi, un giovanotto appena diciannovenne proveniente dalla Cremonese e destinato a diventare uno dei giocatori più amati e più presenti nella storia dell’A. S. Roma.
Inizia così l’annata 1954 – ’55, la formazione giallorossa raccoglie 5 vittorie, 10 pareggi ed una sola sconfitta nella gara interna con il Bologna. È il 30 gennaio 1955 e si disputa l’ultima giornata del girone d’andata, all’Olimpico di scena la Spal del presidente Paolo Mazza. La Roma scende in campo con: Moro, Stucchi, Eliani, Bortoletto, Giuliano, Celio, Ghiggia, Pandolfini, Galli, Venturi, Nyers. Di fronte la Spal disposta così dal tecnico Bruno Biagini: Persico, Lucchi, Pugliese, Costantini, Ferraro, Dal Pos, Olivieri, Montagnoli, Rossi, Bortolotti, Mion. Arbitra il signor Rigato di Mestre. Nella prima mezz’ora la squadra di Carver impatta contro il muro eretto dagli ospiti. La Spal si arrocca nella sua area spezzando qualsiasi iniziativa degli avversari. Al 33°, però, sembra aprirsi uno spiraglio; Celio serve in area Galli che, girandosi, viene sgambettato da Mion, è rigore. Sul dischetto si presenta lo specialista Nyers ma Persico, tuffandosi sulla sinistra, devia in angolo, nulla di fatto.
L’assalto al fortino biancazzurro non dà i frutti sperati ed allora, in momenti di difficoltà, dalla mischia si distingue il fuoriclasse. In questo caso è lui, Alcides Ghiggia, autore del gol della vittoria nella finale mondiale del 1950, una rete che fece piombare nella più nera disperazione l’intera nazione brasiliana. Siamo al 41°, l’uruguayano riceve palla da Arcadio Venturi sulla trequarti, si guarda intorno e decide di segnare la sfida con una giocata impressionante. Si libera in dribbling, nell’ordine, di Pugliese, Dal Pos e Ferraro. Arrivato a tu per tu con Persico lascia partire una cannonata di rara potenza che s’insacca nell’angolo alto, portando la Roma in vantaggio.
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Si va così al riposo avanti di un gol. Nella ripresa ci si attende una Spal combattiva, lanciata alla ricerca del pareggio… questo direbbe la logica, invece il catenaccio messo in atto nel primo tempo diventa ancora più solido nei secondi 45 minuti; difesa impenetrabile da parte degli attaccanti romanisti alla ricerca del punto della sicurezza.
Ai ferraresi sembra quasi star bene il passivo di una rete, come se si trattasse di una sfida di coppa giocata in 180 minuti. Saltano un po’ i nervi a tutti, fioccano le ammonizioni e le occasioni da rete scarseggiano. Solo negli ultimi scampoli della partita la Spal moderatamente si affaccia in avanti rendendosi pericolosa in un’occasione, ma è troppo poco per cambiare il punteggio. Arriva il triplice fischio del signor Rigato, la Roma termina il girone d’andata al terzo posto in coabitazione con la Fiorentina. Nel girone di ritorno la squadra del presidente Sacerdoti terrà il passo conservando la terza posizione, miglior piazzamento dallo scudetto del 1942.
Una sentenza della Lega Nazionale ritocca “a tavolino” la classifica finale, per i giallorossi arriva così un secondo posto; infatti l’Udinese del presidente Bruseschi, prima antagonista del vittorioso Milan allenato dal mister ungherese Béla Guttmann, viene precipitata dal secondo all’ultimo posto in graduatoria. Per i friulani, quindi, arriva la condanna alla serie B per un illecito sportivo risalente alla stagione 1952 – ’53, stessa sorte per il Catania, giunto 12°.
Di questa decisione beneficiano proprio la Spal ed il fanalino di coda Pro Patria; condannati dal campo, i due sodalizi vengono così salvati dal baratro della discesa nei cadetti.

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