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Tag: Sabatini

0 Sabatini, memorie di un mercante di calcio

  • 20 Gennaio 2017
  • Redazione CZ
  • · News

@OfficialASRoma

L’ex direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, ha rilasciato un’intervista a Il Venerdì (E.Audisio). Queste sono le sue dichiarazioni:

Se tratti ragazzi cercando Messi la prima persona da convincere in famiglia è la mamma.
«E non tutte sono uguali. C’è quella preoccupata dell’ambiente dove crescerà il figlio e quella che si vuole impicciare della sua gestione tecnica. L’argentino Javier Pastore lo volevano tutti. Il suo procuratore mi ripeteva che non era un sogno per me. Ho bivaccato per giorni a Buenos Aires e ho convinto la madre, Patricia, che Palermo, non una metropoli, poteva andare bene per la crescita del suo ragazzo. Pastore arrivò in ritiro in montagna, direttamente dall’aeroporto. Il presidente Zamparini mi chiese di farlo giocare cinque minuti, di metterlo in campo per accontentare i tifosi, giusto una breve apparizione. Pastore, anche se stanco, fece una giocata straordinaria: stop e tunnel. Io dovevo andare in bagno, mi diressi nello spogliatoio, trovai Zamparini che piangeva dall’emozione davanti al bel gesto di Pastore. Si complimentò anche con me, l’unica volta».

Dalle mamme apprensive a quelle terribili. Adrien Rabiot, centrocampista mancino francese, giocatore del Psg.
«Trattativa complessa, nascosta, dovevo far perdere le mie tracce alla stampa. Volo a Genova e da lì in auto sulla costa. La trattativa è quasi conclusa, siamo a buon punto, manca solo l’ultimo accordo con la madre che è anche la sua procuratrice e che è molto arrabbiata con il Psg, che secondo lei non valorizza il figlio. L’appuntamento è a pranzo. Al parking c’è l’altro figlio di Veronique che ci aspetta al termine di una strada sterrata, un tipo inquietante, viene dalla Legione straniera, è seduto su una sedia, in un parcheggio dove non c’è nessuno. Scena da film. Parliamo, l’accordo è fatto, lei, la madre, prima di alzarsi aggiunge una cosa, nessuno mi traduce, ma io intuisco, chiedo conferma, mi infurio. Urlo: come si permette? E me ne vado. La madre voleva parlare con Garcia. Mai e poi mai. Se concedi a una madre il tu per tu con l’allenatore in un attimo te la ritrovi nello spogliatoio».

Poi ci sono i trucchi o le astuzie.
«Sono a Londra. Alla Roma è arrivato Rudi Garcia che mi chiede Gervinho, gli dico no, anzi glielo faccio dire da Massara, visto che non parlo francese. È l’unica richiesta che mi fa Garcia, non chiede altro. Sono in imbarazzo, ma insisto, non voglio prenderlo. Faccio la trattativa con l’Arsenal e gioco spudoratamente al ribasso, sperando che rispondano no. Vado a cena in un ristorante italiano, si affaccia il cuoco, mi riconosce e mi chiede: non mi dica che è qui per comprare Gervinho? Anche lui, non è convinto. Però poi Gervinho lo prendiamo e quando il giocatore va bene do pubblicamente credito a Garcia della bontà della sua scelta».

E c’è l’attimo fuggente quando la porta sta per chiudersi.
«Pjanic è stato una corsa contro il tempo. Lo prendiamo nel 2011 a 10 minuti dalla chiusura del mercato, a un passo dal perderlo. In quei momenti tutto corre veloce: il cuore, le vibrazioni, lo stress. È un’operazione avventurosa, mando un aereo privato a prenderlo per le visite mediche, con Tempestilli e Fenucci che sudavano, perché in quei momenti i collaboratori devono trovare i milioni, le coperture finanziare, il consenso della società. Radja Nainggolan, che era del Cagliari, è stata un’altra trattativa complessa, estenuante, bellissima, conclusa trovando una soluzione alle quattro e mezza di mattina, dopo una telefonata a Cellino e una notte problematica».

Infine, le visioni. Quando vedi qualcosa che non c’è e chissà se ci sarà. Però il tuo istinto e il tuo sangue fremono.
«Erik Lamela, argentino. La prima impressione è stata quella di un carattere febbrile, di uno agitato, aveva 18 anni, passava in mezzo agli avversari come un puledro che scuote la testa in cerca di libertà. Ne ho visto anche i difetti, ma quella immagine era splendida. E sì, leggi la scheda tecnica, ma quello che vedono i tuoi occhi e quello che legge il tuo cuore nessuno lo metterà mai per iscritto».

Marquinhos, brasiliano, rivenduto al Psg per 32 milioni di euro.
«La talpa è stato Simone Beccaccioli, videoanalista della Roma. Me lo segnala, io vedo un ragazzino di 18 anni, che in Brasile era riserva nel Corinthians, correre dietro una palla che sembrava persa, con quasi otto metri di svantaggio, recuperarla in scivolata, e poi esultare mostrando i pugni, con una rabbia da finale mondiale. Quella fame mi ha colpito, allora nessun difensore faceva quel gesto. Il giorno dopo mi chiama un agente e chi mi propone? Marquinhos. Io mi mostro scettico, gli dico che non lo conosco, di darmi tempo, faccio un po’ l’annoiato, ma dentro di me scoppio di contentezza, come sempre capita quando l’occhio va a tempo con la realtà».

L’affare mancato.
«Gokhan Inler, svizzero-turco, invece mi è sfuggito. Questo per dire che non sono un genio. Il suo dvd è rimasto nascosto nella scrivania, mai visto. L’avrei preso, sì, ho perso io, ha vinto la mia disattenzione».

Il suo è un mondo diventato ormai monopolio di cinque-sei agenzie internazionali, fatto di segreti e bugie, di potenti alleanze internazionali. Il portoghese Mendes, l’inglese Barnett, l’italiano Raiola, l’albanese Fali Ramadani, l’argentino Marcelo Simoniani, il brasiliano Wagner Ribeiro, il rumeno Constantin Dumitrescu: tutto è nelle mani di questi signori del mercato, che incassano milioni e decidono asset. Sabatini invece voleva essere Gianni Rivera.
«Se mi sono avvicinato al calcio è colpa sua. Mio nonno Livio lavorava alla fornace di mattoni di Marsciano, vicino a Perugia, ascoltava le partite con la radiolina e alla fine mi diceva: il Milan ha perso, però Rivera ha giocato bene. Avrò avuto 8 anni, mi prese la curiosità di questo Rivera, la tv era in bianco e nero, lo vidi, ne restai fulminato, da quel momento i soldatini, gli altri giochi, non contarono più nulla, buttai via tutto. Volevo essere lui. Avere la sua eleganza, il suo intuito, mi piaceva il suo modo di fingere di andare in una direzione per poi sceglierne un’altra».

Dice che il calcio inglese per chi fa il suo mestiere è quello forse meno limpido, perché ha più intermediari, e che in quello italiano, nel dare valore a un calciatore, contano ormai i commentatori sportivi che sottolineano certe giocate mentre ne oscurano altre, magari meno vistose.
«In più chi dà certe pagelle o esalta certi meriti ha tutta la settimana in video per ribadire la bontà della sua scelta. Il calcio è un gioco collettivo: conta chi la butta dentro, ma anche chi ti permette di farlo. Certi calciatori finiscono per essere vittime del loro personaggio: Osvaldo si è lasciato cucire addosso la fama del bandito-calciatore, dell’uomo che vive senza limiti, Balotelli ha creduto di avere un tempo infinito, invece ha perso stagioni importanti, ma a 27 anni può ancora riscattarsi».

Sabatini si è dimesso dalla Roma per difendere un sentimento dove convivono intuito, esperienza, sensazioni, e non solo calcolo statistico.
«Non sono contro la scienza, la modernità, ammiro la logica, ma se a dettare le scelte del mio lavoro è un programma, un sofware che tratta gli uomini come numeri e come pezzi di ricambio non ci sto. Non si tratta di lottare contro Big Data o il Grande Fratello, i numeri sono utili, bisogna tenerne conto, ma l’intelligenza artificiale applicata al calcio ha bisogno di mediazioni. Se devo comprare qualcuno e sbilanciarmi deve poter contare anche il mio occhio e la mia riflessione. Uno sciamano sa, per altre vie. Ci vuole rispetto per ogni esperienza».

Lo scatto con cui corre fuori a fumare non è da Rivera. Però ai tifosi di quella che è stata la sua squadra ci tiene a dire:
«La Roma attualmente dispone di quattro centri di pensiero, di cui tre egregiamente funzionanti, a Roma, a Londra, a Boston e presumibilmente in Spagna. Quando tutto sarà convogliato in un unicum la Roma avrà un futuro opulento, anche se è consigliabile occuparsi di presente perché il calcio declina solo questo tempo e mi pare che la squadra attuale lo meriti e lo richieda».

0 Gandini: “Dopo il Milan potevo scegliere solo la Roma”

  • 14 Ottobre 2016
  • Redazione CZ
  • · News

Si viene e si va. Come riporta Il Tempo (A. Austini), la Roma in questi giorni è una sorta di “sliding doors”, cioè di porte che si aprono e si chiudono per far uscire, da un lato, Walter Sabatini e far entrare, dall’altro, Umberto Gandini.

“Quando ormai pensavo non potessi cambiare casacca se non all’estero – racconta quest’ultimo – è arrivata la proposta dell’unica società italiana dove avrei potuto continuare. Un’opportunità perfetta, in un momento in cui si sta chiudendo un’epoca al Milan e in generale nel gruppo Fininvest. Le dinamiche di Roma sono molto delicate e particolari, serve un maggiore equilibrio. Mi calerò sempre di più nella realtà cercando di portare la mia esperienza. Gli obiettivi? Restare sempre competitivi e guidare il movimento del calcio italiano sia a livello di Lega che nello scacchiere internazionale”.

Come scrive sempre Il Tempo, l’attacco all’impero bianconero passerà inevitabilmente per la costruzione del nuovo stadio, ma anche per il main sponsor. Gandini ha consigliato a Pallotta di imprimere sulle maglie giallorosse il marchio della Raptor.

0 Roma-Crotone. Sabatini: “Spalletti? Prenderà le sue decisioni con comodo, è legato alla Roma”

  • 21 Settembre 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

Le parole ai microfoni di Premium Sport, del ds giallorosso Walter Sabatini prima del match tra la Roma e il Crotone

“Totti? Mette in campo giocate sublimi che altri non riusciranno a fare. Corvino? Non è successo niente, ha fatto un’osservazione che tutti possono fare ed è accettabile che la tiri fuori, ma la verità è che la sua opinione è stata allargata e noi non possiamo accettarla, Dzeko non è un simulatore. Forse ha ripreso l’espressione di Ferrero, forse ha pensato fosse un attore… Nel calcio non funzionano così le cose. Dzeko va rispettato. l futuro mio e di Spalletti? Non tentenniamo, il mio futuro è la partita. Spalletti prenderà le sue decisioni con comodo, il nostro destino non è legato è sconsigliabile (ride). Gli uomini sono uomini, posso lavorare anche con un contratto di scadenza, Spalletti è legato alla Roma, la prima opzione penso sia la Roma”.

El Shaarawy a Premium Sport: “Dobbiamo vincere, è una partita importante per ripartire dopo la sconfitta di Firenze, sembra facile ma non è così. Dobbiamo iniziare con il piglio giusto e dobbiamo entrare con l’approccio giusto senza sbagliare a livello tecnico e sfruttare le chances”.

0 Sabatini: “Dzeko è un giocatore leale. Corvino? Pietosissimo caso di incontinenza verbale”

  • 20 Settembre 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

“Le dichiarazioni di Corvino sono un pietosissimo caso di incontinenza verbale”. È piccata la risposta del ds della Roma, Walter Sabatini, al collega della Fiorentina che ieri aveva accusato l’attaccante giallorosso Edin Dzeko di essere un simulatore, in seguito all’episodio avvenuto nella gara di domenica al Franchi, poi persa dalla squadra di Spalletti. “Dzeko è un giocatore di lealtà sportiva assoluta – sottolinea all’ANSA il dirigente romanista – come tutta la sua storia dimostra. È inaccettabile che questo sia sfuggito a un dirigente serio e preparato come lui”.

0 Viktoria Plzen-Roma. Sabatini: “Soddisfatto di Gerson titolare, i giocatori dovrebbero emulare Totti”

  • 15 Settembre 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

Il direttore sportivo della Roma Walter Sabatini ha parlato prima dell’inizio del match contro il Viktoria Plzen. Ecco le sue parole ai microfoni di Sky Sport:

“Gerson titolare? Soddisfatto. Lo speravo ma non lo sapevo. Sono contento che il ragazzo abbia una chance. Si sta adattando bene al nostro calcio, ha intensità degli allenamenti. Non potrà essere la chiave ma gli servirà per crescere e capire alcuni meccanismi che è necessario capisca in fretta. Il suo ruolo è l’interno? Sta dimostrando di sì. Essendo un 10 brasiliano nel nostro pensiero il ragazzo deve diventare interno. Lì potrà esprimere tutte le sue qualità e buone risorse atletiche che ha. Oggi offensivi? Beh come tutti preferisco una squadra a trazione anteriore. Iturbe? Deve responsabilizzarsi, è tornato a Roma e deve imporre le sue qualità. Fin quando l’allenatore gli dà opportunità deve mettere qualità in campo. Possibilmente essere risolutivo. Ha delle attitudini importanti e qualità importanti. Questa fase involutiva deve finire. Spalletti con il tridente leggero ha fatto risultati importantissimi la scorsa stagione. Non può prescindere da questo ragionamento. Per quello che ha visto e la squadra ha restituito in campo. Dzeko? Stiamo rilevando un rendimento molto alto. Ne prendiamo atto e Spalletti lo sta sfruttando al meglio. Totti? La leadership tecnica è difficilmente imitabile, specie quella di Farncesco. Devo dire che negli ultimi mesi si stia concedendo a squadra, compagni, e società. Gli altri? È auspicabile più responsabilità, ma è difficile crescere all’ombra di Totti. Dovrebbero avere l’umiltà di emularlo. Perché la Roma pecca di personalità? Se avessi la risposta la girerei all’allenatore risolvendo molti problemi. Ma non credo che non sia solo, non rilevo questo handicap come decisivo. Una squadra che fa cose grandiose salvo poi scivolare su una buccia di banana. Me ne rammarico molto, abbiamo perso occasioni per primeggiare. Ma la squadra ha risposto moltissime volte in senso positivo. Il nostro auspicio è che i miglioramenti continuino per attestare la squadra ad un livello di rendimento che garantisca la competitività. Cioè stare attaccata alla migliore o alle migliori. Se rimango nella Roma? Io oggi sono qui. Real Madrid? Non sarebbe una sfida, io voglio vincere sfide con squadre più deboli”.

0 Nel weekend l’arrivo di Pallotta. In ballo i destini di Spalletti e Sabatini

  • 5 Settembre 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

Il presidente della Roma James Pallotta torna nella capitale. Come riporta Il Tempo, il patron giallorosso è atteso nel weekend in Italia, oltre ad accompagnare l’insediamento del nuovo amministratore delegato Gandini, il numero uno di Trigoria farà un punto generale con i dirigenti italiani e con Spalletti. Sia il tecnico che Sabatini vanno in scadenza a giugno. Il primo vorrebbe la conferma del secondo, ma niente è stato ancora deciso, con Baldini, consulente esterno, che proverà a trovare la soluzione migliore.

0 Roma-Porto 0-3. Sabatini: “Serata amarissima. Il risultato non cambia le strategie di mercato” (VIDEO)

  • 24 Agosto 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

Il Direttore Sportivo della Roma Walter Sabatini, ha commentato la sconfitta nel preliminare di Champions League contro il Porto. Ecco le sue parole ai microfoni di Premium Sport:

“Spiegazione tecnico tattiche le avrà date il mister, è stata una serata amarissima ma dobbiamo ripartire subito da quello che la squadra ha fatto in 9: con orgoglio e abnegazione ha cercato di tenere viva la partita. Direi di ripartire da questo e correggere l’approccio, noi normalmente le partite sappiamo giocarle dall’inizio, ma è successo e degli episodi hanno inciso molto. De Rossi? Io non ho parlato con Daniele ma posso dare la mia interpretazione: sapeva di trovarsi fuori posizione ha cercato un recupero di palla eccessivo, sono certo che non voleva colpire l’avversario. Cercava di recuperare la palla. Siamo sorpresi, da 5-6 mesi la squadra dà risposte positive, non ha mai sbagliato una partita nei compiti dell’allenatore, è stata una serataccia. Dopo il gol c’è stata una degenerazione attraverso i nostri comportamenti, siamo amareggiati perché la squadra ha onorato le partite e fatto risultati anche attraverso un gioco spettacolare. Una serata storta, ne prendiamo atto e ora dobbiamo recuperare le energie. Pallotta? Qualcuno ci avrà parlato, immagino sia deluso come tutti noi. Il risultato non cambia le strategie di mercato, domani vedremo col mister le decisioni da prendere ma avremmo fatto le stesse cose, magari con uno spirito diverso (ride, ndr)”

0 Trigoria. Nainggolan anticipa i tempi, probabile colloquio con Sabatini

  • 6 Luglio 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

(Twitter @OfficialASRoma)

Radja Nainggolan è già a Trigoria, domani anche per lui i test fisici a Villa Stuart, prima della partenza di sabato per Pinzolo. ll belga, che ha iniziato da pochi giorni le vacanze dopo l’eliminazione della propria nazionale ai quarti di finale di Euro 2016, si è fermato a firmare alcuni autografi ai tifosi prima di varcare il cancello del centro sportivo Fulvio Bernardini. Come si legge da retesport.it, è presente anche il ds Walter Sabatini, probabile un colloquio tra i due.

0 Sanabria ufficialmente sul mercato

  • 24 Giugno 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

24 giugno 2016

Walter Sabatini valuta Antonio Sanabria circa 20 milioni di euro; e dopo aver rifiutato l’offerta del Rubin Kazan (il club aveva offerto 15 milioni) il ds giallorosso punta ad una vera asta per il giocatore. Tra le pretendenti figura l’Atletico Madrid ed altre squadre spagnole.
Antonio Sanabria, classe 1996, attaccante dello Sporting Gijón, in prestito dalla Roma, e della Nazionale ha giocato, nella scorsa stagione, nello Sporting Gijón

Fonte: http://www.calciomercato.com/news/roma-asta-per-sanabria-254194

0 Baccolini (Repubblica): “O Diawara alla Roma o Sabatini al Bologna”

  • 23 Maggio 2016
  • Carlo Zampa
  • · 3 domande con... · Rubriche


Intervenuto ai nostri microfoni, Luca Baccolini, giornalista della sede di Bologna di Repubblica, sede di Bologna, ha affrontato il tema Diawara e Walter Sabatini.

Ciao Luca, grazie per la disponibilità. Parliamo di Diawara che penso verrà ceduto dal Bologna e si parla di un interessamento della Roma, ti risulta?
Premesso che per me lui verrà ceduto sicuramente, doveva essere un giocatore della primavera, in realtà dalla quarta partita di campionato è partito titolare e non è non è più retrocesso. Una cometa apparsa all’improvviso. La quotazione è tra i 12 e 15 milioni ma con un’offerta di 10 milioni per me la società lo vende ma ha un limite di tempo. Al 30 giugno il Bologna deve presentare un bilancio che avrà un passivo di circa 30 milioni di euro, cifra che non spaventa di certo Joe Saputo. La vendita di Diawara abbatterebbe il passivo portandolo a circa 20 milioni di euro.
Fatta questa premessa, lo staff di Doandoni ha stima del giocatore e lo considera forte ma se ne possono trovare altri. In sintesi è più importante la plusvalenza che il tenere il giocatore a Bologna.

La Roma ha parlato due mesi fa con il procuratore del giocatore (lo stesso di Maxi Lopez), il giocatore è stato veduto anche dal Manchester City.
Con la Roma i colloqui sono legati al futuro di Walter Sabatini… Siamo nella singolare situazione in qui un acquirente rischia di diventare il venditore. Io non credo che si faranno entrambe le cose. Quindi o Diawara andrà alla Roma o Sabatini verrà al Bologna.
Comunque la Roma è interessata al giocatore.

Al momento ritieni più probabile Sabatini al Bologna o Diawara alla Roma?
E’ difficile la probabilità, in questo momento direi più Diawara alla Roma ma lo dico solo perchè Sabatini deve comunque stare alla Roma almeno fino al 30 giugno e io non so se il Bologna può aspettare; a meno che non si siano messi già d’accordo e venga avviato un mercato in maniera sotterranea. Non mi stupirei nemmeno se alla fine Diawara andasse in Premier League che è un mercato che ti può dare soldi immediatamente. A meno che non si
Così come non escludo che Sabatini venga a Bologna, è il candidato numero uno ed è quello che vuole Fenucci a tutti i costi. Lo vuole talmente tanto che è disposto ad aspettarlo con tutti i rischi che ciò può comportare.

Anche Masina è un giocatore molto interessante del Bologna, ci sono interessamenti per lui?
Durante un Frosinone-Bologna in serie B, partita che costò la panchina a Lopez, venne un osservatore della Roma, forse Tempestilli se ricordo bene, a vedere proprio Masina. Anche il Napoli si interessò al giocatore. Ma credo che su di lui il Bologna voglia costruire un percorso tipo quello di De Rossi. E’ un giocatore con una storia personale molto interessante ed il Bologna, per me, non lo cede.

Secondo te, Saputo che idea ha di gestione della società? Vuole fare qualcosa come il presidente Pallotta e costruire un top club con annesso stadio?
Lui lo stadio lo mette al centro del suo progetto, ha presentato al ministero un progetto di ristrutturazione del Dall’Ara (70/80 milioni di euro di spesa)per farlo tipo Dacia Arena. Ha comprato il centro tecnico dove si allena il Bologna,. Il progetto immobiliare è quasi più importante di quello tecnico anche se su questo ha investito già 35 milioni di euro.

A proposito degli acquisti fatti, che idea vi siete fatti di Mattia Destro?
Nelle prime dieci partite con Delio Rossi non ha mai segnato, è arrivato Donadoni ed è subito andato in gol. Le ultime nove partite no le ha giocatore per infortunio quindi ha fatto mezzo campionato con all’attivo otto gol ed un rigore sbagliato. Donadoni lo definisce spesso “un pò indolente”. Ha fatto troppo poco per preso da una grande squadra, è costretto a rimanere a Bologna.

 

di @Flavia Miglietta

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