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Tag: conferenza stampa spalletti

0 Qui Trigoria, Spalletti in conferenza: “La matematica non ci condanna, finiamo al meglio la nostra corsa”

  • 14 Aprile 2017
  • Flavia Miglietta
  • · Campionato · News

A ventiquattr’ore esatte dalla sfida pre-pasquale contro un’Atalanta orfana del Papu Gomez, mister Spalletti ha parlato a Trigoria in conferenza stampa. Tanti i temi trattati, dal closing del Milan all’agognato rinnovo contrattuale. Ecco come ha risposto alle domande dei cronisti presenti:

All’andata vinse l’Atalanta, come è cambiata la Roma?
“Abbiamo fatto un percorso di crescita, alcune cose non sono ancora perfette. In quella partita abbiamo sbagliato il secondo tempo, il finale, non abbiamo sfruttato gli episodi a differenza dei nostro avversari. E’ una partita che nasconde diverse insidie, sono stati costanti nel campionato, ci sarà bisogno di una grande Roma ma sono convintissimo che ci faremo trovare pronti”.

Quanto pesa l’assenza di Gomez?
“Pesa molto perché è un grandissimo calciatore, un campione da grande squadra. Nonostante si dicano le stesse cose, per noi se manca il Papu è un vantaggio”.

Sul passaggio di proprietà del Milan ai cinesi.
“I cinesi sono una realtà del calcio mondiale, vogliono dare forza e visibilità al loro paese con il calcio. Hanno un’economia che gli permette di investire, possono dare prospettive nuove al loro paese. Hanno preso una società come il Milan dove Berlusconi è stato un rivoluzionario per il calcio moderno, ha dato il là a una visibilità e a un marketing maggiore. Questo dice che loro sono proiettati verso il futuro. E’ difficile ricreare un altro Milan come quello dell’era Berlusconi e ci potranno anche riuscire, ma quello rimarrà sempre il Milan di Berlusconi. E’ marchiato a fuoco. Loro ci hanno preso anche personaggi e giocatori importanti, anche alle altre squadre che avevano talenti mondiali. E’ una bella cosa, se con il nostro calcio creiamo interesse a livello mondiale per gli imprenditori è segno che abbiamo ancora una qualità da esportare”.

C’è la sensazione che sia difficile competere contro una squadra così forte in ogni reparto come la Juve?
“La Juve ha giocato una partita perfetta con il Barcellona, per certi versi incredibile concedendo il minimo a una squadra che ha talenti e qualità offensiva come nessuno. Dove gli altri si sono presi il vantaggino è venuta fuori la qualità del campione, come Buffon o un difensore. Hanno avuto una completezza di comportamento che ha determinato una grandissima partita. Loro hanno fatto vedere una gestione e un modo di affrontare tutto il campionato, la squadra, Allegri, la società. Si sono preparati la strada su tutto, hanno evidenziato una traccia da percorrere all’inizio e la stanno portando avanti nel migliore dei modi. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, anche il Napoli. Nel confronto hanno avuto la meglio ma abbiamo fatto vedere che c’è un modo per provare a stare a ruota a questo battistrada che è la Juve. Non danno sensazioni di flessione, non sappiamo se arriveranno in fondo in Champions e se questo potrà creargli problemi in campionato. Ci sono le motivazioni, il numero dei giocatori che sentendosi in due competizioni alimenta la possibilità di essere utilizzati, mentre se poi hai meno partite qualcuno può essere più scontento sentendosi più riserva. E’ un discorso che si può valutare solo strada facendo, non possiamo dire cosa sarà nel futuro andando avanti in entrambe le competizioni”.

La consapevolezza che si può diminuire il gap con la Juve può condizionare positivamente il suo futuro alla Roma?
“Il mio contratto non è nell’uovo di Pasqua, ne possiamo aprire quanti ne volete ma non ci sarà. Ancora la matematica non ci vede fuori e noi rimaniamo concentrati e applicati per finire il meglio possibile la nostra corsa”.

Su Palmieri e De Rossi.
“Non verrà convocato Palmieri, De Rossi si sta curando e dobbiamo vedere in allenamento cosa riuscirà a fare e i miglioramenti. Spero di averlo a disposizione, è un calciatore importante per cui faremo di tutto per recuperarlo”.

Su Gomez e Kessie?
“Preferirei parlare dei miei giocatori e i miei sono meglio di quelli degli altri. Posso dire che il Papu è uno dei calciatori che ho guardato in precedenza anche ai tempi dello Zenit. E’ forte, mi piace, lo avrei voluto con me se ci fosse stata la possibilità ma abbiamo preso altri giocatori di cui siamo contenti. Kessie è un altro giocatore forte, se la Roma riuscirà a farlo diventare un suo calciatore si mette in casa la possibilità di essere più forte di quello che è. Lo sanno tutti e l’Atalanta fa vedere la sua qualità di saper individuare giocatori di livello. Complimenti al lavoro di Gasperini e a tutta l’Atalanta”.

Ha detto che se vince un trofeo rimane.
“Lei può cercare di metterla come vuole, ormai si va in fondo al campionato. Se la stimolano i contratti ci sono altri contratti che sono più importanti del mio”.

C’è per lei l’equivalente di un trofeo? Ad esempio, un abbraccio particolare o una chiamata della dirigenza?
“Esiste un modo di ragionare, di essere coerente, per come ho vissuto queste due stagioni. Esiste quello, un percorso fatto dove fai delle valutazioni e ti rendi conto delle cose e te ne immagini altre, poi arrivi alle conclusioni e dici quello che sarà. Tenendo conto di tutto, non fregandosene di niente, per quello che mi riguarda si va in fondo al campionato. Di contratto è importante quello di De Rossi, perché è un giocatore forte, se non li hai li devi andare a cercare e se va via guadagni niente ma se lo vuoi ritrovare spendi molto. Si corre il rischio dello stesso pentimento dei dirigenti del Milan con Pirlo alla Juve. Daniele può fare ancora campionati importanti, queste sono le cose importanti per dare seguito alla società. Di allenatori ce ne sono tantissimi bravi, anche più giovani di me”.

0 Bologna-Roma, domani conferenza stampa di Spalletti

  • 7 Aprile 2017
  • Flavia Miglietta
  • · Campionato · News

Archiviata l’eliminazione di martedì sera in Coppa Italia a beneficio della Lazio, domenica la Roma è chiamata a una trasferta non di certo facile in casa del Bologna.

In vista del match contro i felsinei, domani mister Spalletti terrà la classica conferenza stampa a Trigoria, rispondendo alle domande dei cronisti. Orario d’inizio alle 12.

0 Roma-Fiorentina. Spalletti: “Rinnovo? Tireremo le somme alla fine”

  • 6 Febbraio 2017
  • Flavia Miglietta
  • · Rubriche

Il tecnico giallorosso Luciano Spalletti alla vigilia del posticipo della quarta giornata di ritorno di Serie A, dove la Roma ospiterà la Fiorentina, si presenta in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni:

Sugli infortunati
Qualche situazione da valutare c’è. Oggi Jesus rientra in gruppo, Perotti lavorerà individualmente, domani non ci sarà, Florenzi prosegue il percorso riabilitativo e Vermaelen ha questo problema alla mano, dopo il trauma contusivo dell’allenamento, ed è fermo. Bisognerà guardare come prevenire per farlo allenare nei prossimi giorni. Verrà valutato bene. Per il resto tutti a disposizione.

Vede una Roma diversa rispetto alla gara di andata?
Si, in quella partita lì secondo me c’erano stati degli episodi da parte nostra di gioco che si potevano usare in maniera diversa e meglio, ed è quello a cui dobbiamo fare più attenzione, dare più importanza. Secondo me la squadra per certi versi è maturata, ha consolidato, è cresciuta e ha nelle possibilità ancora dei miglioramenti. Noi dobbiamo essere bravi a metterci qualcosa di più sotto l’aspetto della velocità, del gioco offensivo. Come quadratura e consistenza mantenere quello che abbiamo fatto nelle ultime partite, al di là dei 3 gol di Genova. La squadra non sta attraversando un brutto momento, semplicemente non ci sono state prestazioni eccezionali nelle ultime partite.

Lo scorso anno ha più volte elogiato il lavoro di Paulo Sousa, come valuta l’operato ad un anno di distanza
Capita a tutti nell’arco di un campionato affrontare un periodo difficile. Adesso però stanno bene, sono stati bravi a riorganizzarsi. Hanno ritrovato la presenza di qualche calciatore forte. Sarà una gara veramente equilibrata e difficile.

Perché lo Stadio è un’opportunità per il calcio italiano?
Io ho fatto quel gesto di ieri perché penso sia giusto così. Sicuramente per quello che si è visto, per quello che ho visto in giro per il mondo, ci sono sempre risvolti positivi per l’economia della città con questi progetti qui. Sentivo anche la mia società dei soldi che hanno già investito in questo progetto qui, il che mi sembra tutto un po’ strano. Non voglio parlare di politica e spero che in questo caso non centri niente la politica. Quando vado a Londra vedo tutto questo movimento intorno al calcio. E’ giusto che le cose vanno approfondite, per quelle che sono le regole però poi bisogna trovare una soluzione. Questo riguarda anche il nostro calcio.

Considerato il successo della Juventus, ritiene chiuso il discorso scudetto?
E’ un po’ quello che ho sempre detto. Dobbiamo rimanere attaccati a tutto ciò che è possibile. E’ copiando loro che bisogna trovare stimoli nuovi per fare meglio, di conseguenza noi dobbiamo continuare a credere che sia possibile ancora tutto. Dobbiamo lavorare per fare questo. Sul Napoli lo sapevamo, sono squadre costruite bene. Il presidente è ambizioso, la città è ambiziosa. La Juventus ha lo stadio nuovo, ha la mentalità, sono due squadre forti, ed essere in loro compagnia vuol dire essere una squadra forte.

In passato è sempre stato un allenatore attento al campo. In questo momento sente la necessità di fare qualcosa in più, di assumere anche un ruolo esterno al campo, oppure nasce dalla sua esperienza?
Io sento la necessitàdi fare bene quello che è il mio lavoro, il mio ruolo, perché la squadra in determinati momenti ha evidenziato di fare un buon calcio, ha fatto vedere di essere una squadra che usava tutte le qualità che aveva, in altri momenti si vede che devo fare meglio il mio lavoro. Il fatto del progetto dello Stadio evidenzia che vogliono dare un futuro importante a questa squadra, a questa città. Possono ricoprire quel ruolo lì da soli. Quando si parla di barriere, e per questo faccio uso del dialogo con il Ministro Lotti e non con il mio amico Lotti, queste cose si fanno per professionalità, e non per amicizia. Ci conosciamo da tempo, diventa meno formale, ma ci vogliono dei perché validi, professionali, e non perché uno è amico dell’altro. Dovremmo essere più responsabili come comportamento, perché allo stadio debbono venire le famiglie, i bambini, si vede la passione. A me è capitato di invitare gente, e quando entrano dentro dicono tutti la stessa cosa ‘il sogno che vorrebbero vivere migliaia di bambini che sono a casa’. Quelli che vengono e usano lo Stadio per fare casino devono stare a casa, non devono far parte del mondo del calcio. Come dicevo l’altra volta, qualsiasi tipo di barriera non è sintomo di libertà.

Su Gerson. Scelta sua quello di mandarlo in primavera?
In questo caso qui è stata una scelta mia, certo, ma non vedo niente di strano. E’ la prima volta che ci va perché si gioca di martedì, sennò non ci sarebbe andato. Si mandano a giocare perché hanno bisogno di giocare (riferendosi anche a Grenier, ndr). Vediamo poi a che punto sono nella realtà. E’ più difficile analizzare lo stato di forma in allenamento, il fatto che è stato mandato lì perché lo abbiamo punito è una cazzata che ogni tanto si inventano.

Su Badelj e Borja Valero, cosa avrebbero potuto aggiungere a questa Roma?
Dal suo punto di vista è corretto provare a chiedermelo, ma dal mio punto di vista è giusto poi andare sulle cose importanti, sulle cose pratiche, quelle che danno vantaggio a noi. Sono contento dei calciatori che ho, non ho rimorsi di quelli che sono stati i pensieri, le richieste che ho fatto alla mia società. Sono due calciatori forti, ma io ne ho altrettanti in quel ruolo. Abbiamo fatto anche altri nomi, quando si parlava di Borja Valero, è un giocatore che vogliono tutti, dove lo metti lui sta. Siamo dovuti andare su altre scelte che sono ugualmente importanti per quello che riguarda la nostra realtà e siamo contenti delle scelte fatte.

La squadra o qualcuno della squadra le ha chiesto di restare?
Non penso gli interessi molto ai miei calciatori il mio contratto. Rimane quello che ho detto, se poi uno se lo dimentica o è stato distratto è un altro conto. Rimane così fino a fine campionato. I contratti bisogna meritarli con i risultati. E’ chiaro ci sono delle scadenze, delle priorità per i ruoli che si hanno, e ognuno andrà a farle scadere queste priorità. Non rispondo più su questa cosa.

In questi ultimi giorni pensi che i giocatori possano essere distratti?
I giocatori fanno parte della Roma, essendo una città che ha degli echi facili per come è conformata, devono essere pronti ed avere la personalità per assorbire qualcosa di diverso. Per noi diventa una partita fondamentale, e loro lo sanno. E’ chiaro che se c’è la possibilità di dare un contributo alla crescita, al futuro, si deve fare anche questo.

Poco fa la Raggi con un tweet ha invitato Totti al Campidoglio per parlare dello Stadio. Tu ci andresti?
A parlare con la Raggi ci deve andare il presidente, il direttore generale, quelli competenti per questo confronto. Io come ho detto prima debbo fare meglio quello che è il mio lavoro, perché secondo me lo posso fare ancora meglio.

Dopo Roma-Cesena ha detto ‘ci siamo trovati con qualche complicazione nei muscoli’. Come sta fisicamente la squadra?
Non sono preoccupato, mi sono dimenticato di dire che quelli del Cesena andavano fortissimo, per cui prendo atto di questo. In Inghilterra succede spesso che grandi club vanno fuori con piccoli club nelle competizioni di coppa. Siamo stati bravi a prenderci la vittoria, loro sono rimasti in partita e probabilmente si meritavano di andare al supplementare per quello che hanno fatto.

Come sono le condizioni del manto erboso dello Stadio Olimpico dopo la partita di ieri del Rugby?
Ci siamo informati questa mattina, e ringrazio la disponibilità del Coni. Ci sono alcune zolle nelle porte, e stanno lavorando per rendere migliore il campo. Bisogna andare a tutelare quello che è lo spettacolo che gli si offre. Valuteremo ma abbiamo la massima disponibilità nel riuscire a sistemare. Questa addizione di eventi non aiuta. Non sarà sicuramente un buon campo visto che è previsto maltempo. Dal punto di vista dell’agonismo sono convinto che sarà godibile lo stesso proprio perché sono squadre forti.

Ci sono dei paletti che lei ha posto per il suo futuro?
Quella che è la via di mezzo la valuteremo poi come sempre si è detto se ci saranno gli elementi. Questi ci si mettono dentro se si arriva secondi, se si creano presupposti di crescita, se il lavoro si è sviluppato, oppure vincere. Non ci sono altre strade. Di conseguenza si valuta tutto questo e si tirano le somme.

0 Conferenza stampa. Spalletti: “Giocare alle 12:30? Per noi è ottimale. Sarà una partita aperta domani. Higuain? Dovremo essere più bravi del Napoli con o senza di lui”

  • 16 Aprile 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Campionato · News

spalletti

Dopo il pareggio casalingo contro il Bologna i giallorossi torneranno in campo domani, in occasione del lunch match della 33a giornata di Serie A Tim. Il tecnico della Roma Luciano Spalletti, ha presentato la trasferta di Bergamo contro l’Atalanta di Edy Reja, nella consueta conferenza stampa di vigilia. Ecco le sue dichiarazioni:

“Buongiorno a tutti, inizio io. Ci saranno tutti all’allenamento, anche quelli che hanno avuto dei rallentamenti in base a dei problemi avuti, chi non ci sarà saranno Iago Falque, Gyomber e Uçan, se non viene fuori qualcos’altro nell’allenamento”.

Cosa cambia giocare alle 12.30? Ci saranno maggiori difficoltà?
“Noi ci alleniamo di solito vedendo spesso spezzoni di video alle 12 e per noi è ottimale quell’orario, poi guarda, ti dico che da quando sono stato in Russia ho imparato delle cose e una di quelle è che una volta siamo andati a giocare a Tomsk, in Siberia, 4 ore di volo e 5 di fuso orario. Si giocava alle 12, ma in realtà erano le 8 mattina, per cui lì mi hanno insegnato che si può giocare a qualsiasi ora e questo si deve apprendere e trasferire nel nostro campionato, ci sono delle necessità dettate dalle tv, dobbiamo essere sempre pronti a tutte le ore, per non andare a dirti quello che è successo a Vladivostok, 9 ore di aereo e 10 di fuso orario. La partita penso sia differente da quella contro il Bologna, l’Atalanta è una squadra quadrata, che tenta di usare quelle che sono le sue qualità, Reja è bravo e pragmatico, sa tirare fuori il meglio dalla sua squadra, i suoi attaccanti sono veloci e attaccano l’esterno, sarà una partita giocata e aperta”.

Cosa ne pensa della sperimentazione della moviola in campo per il prossimo anno?
“Finalmente, sono d’accordissimo. È giusto così, che le squadre abbiano ciò che hanno meritato dentro la partita, anzi metterei qualcosa in più, tipo il tempo effettivo, non se ne può più, ci vuole per la bellezza dello spettacolo anche 5 sostituzioni, una per il portiere va sempre tenuta, 5 sostituzioni magari alla fine del primo tempo, quando c’è il tempo effettivo non si spezzetta troppo, nell’ultima partita noi 68% possesso palla e 15% Mirante, quello è spezzettamento. La squadra bisogna ribaltarla per la bellezza del pubblico e della squadra, magari ci sono giocatori che sono bravi e serve per vedere la forza che ha un team”.

Un giudizio tecnico su Inter-Napoli? Ci saranno 60.000 spettatori stasera, ma l’Olimpico è semivuoto e domani non ci saranno i tifosi. Quanto incide tutto questo?
“Inter-Napoli sarà una partita aperta, la mentalità è quella, vogliono vincere entrambe ed entrambe giocano bene con individualità forti, non pende da nessuna parte la lancetta. Il pubblico? È quello che abbiamo visto a Liverpool, stadi pieni, ecco perché ho parlato di progetto stadio pieno, vorrei che tutti parlassero in questa direzione, anche chi ha più possibilità, poi del perché di quello che ci riguarda, ho tentato di dire qualcosa e anche sbagliando, perché non so bene le cose o le discussioni che ci sono state, ho tirato in ballo nomi in maniera sbagliata, non so bene la dinamica di ciò che sia avvenuto, certo è una penalizzazione importante per squadre come la Roma, se noi avessimo uno stadio di come ne vedo tanti durante le partite in Europa o in Italia, avremmo sicuramente qualcosa in più da proporre dentro la partita stessa, sarebbe una spinta importantissima però bisogna prendere atto della situazione e non andare a creare degli alibi, siamo forti e dobbiamo vincere le partite come fatto spesso ultimamente”.

Dzeko titolare domani? Totti sarà proponibile ancora?
“Dzeko è un calciatore forte che ha avuto un momento di difficoltà domenica perché aveva questo risentimento, altrimenti lo avrei usato e probabilmente lo userò domani. Francesco uguale, dipende che tipo di partita sarà, è un altro calciatore forte che tengo in considerazione quanto Dzeko”.

Sorpreso dalla riduzione della squalifica di Higuain?
“Persino in Parlamento è arrivata? Noi dobbiamo essere bravi a saper valutare da un punto di vista nostra, da dove lavoriamo qua da Trigoria, se io avessi un giocatore squalificato, la Roma avrebbe comunque dovuto vincere, non l’avrei fatto pesare troppo questa assenza, a noi non cambia niente se giocherà con noi, noi siamo la Roma ed è bene che il Napoli usi i giocatori che ha contro di noi, noi dovremo dimostrare di essere più bravi a prescindere da chi gioca, si tratta di avere convinzioni delle proprie forze, sarebbe una debolezza sperare che possa mancare qualcuno perché se quel qualcuno gioca noi non potremmo vincere”.

Contatto con De Laurentiis in estate?
“Ho parlato con tanti durante l’estate, se accetto questo tipo di domanda faccio la stessa cosa che non debbono fare i calciatori ora, ci sono voci di amici, sussurrate o che sai solo tu o io, conta solo quello che so io, del mercato e di altro. Ci sono tanti tipi di voci, una volta daremo un nome a tutti i tipi di voci, fino a giugno si lavora tutti insieme, sono loro che hanno il contratto in mano, tutte queste voci hanno un significato, per quanto mi riguarda non ci sono voci, il risultato è la Roma e basta. Non mi interessa quello che è stato in precedenza, voglio parlare di quello che è fondamentale per noi, la voce di De Laurentiis, se gli dò adito, creerà solo disturbo”.

Come ha visto De Rossi? Giocherà con la Roma anche la prossima stagione e sarà uno dei pilastri?
“In quel ruolo lì, Keita ha fatto sempre bene. De Rossi sta rientrando in forma e sta facendo vedere ciò che può dare e sta rientrando anche Kevin che ha bisogno di tempo. Vuol dire che se lo metti non riesce a fare 90′ in un certo modo ma dovrebbe farli, è difficile fare valutazioni, si cerca di farle per il bene della squadra. Bisogna essere attenti, le voci sono tanti, dobbiamo pensare ai nostri obiettivi attuali, a fine campionato se me la rifai ti risponderò a questa domanda”.

Con il Milan sono 9 le squadre che hanno cambiato allenatore. Si dà sempre meno tempo agli allenatori?
“I numeri sono imbarazzanti se uno li prende, l’allenatore deve essere pronto a subentrare o sostituito. Dispiace che a Sinisa non sia stata fatta giocare la finale di Coppa Italia, poi i discorsi tra loro non li so, Sinisa rimane un allenatore forte che farà sicuramente una bella carriera, ci sono caratteristiche degli allenatori, ad esempio io sono un allenatore che non ha sentimenti, sono senz’anima, ho solo attenzione per i risultati della Roma. Sinisa, secondo me, lo sento simile a me nel suo modo di lavorare”.

 

0 Conferenza stampa. Spalletti: “Arriviamo bene al derby, però mi sarebbe piaciuto giocarlo ad armi pari. Totti non può 90′? Anche per colpa mia, non l’ho fatto giocare”

  • 2 Aprile 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Campionato · News

spalletti

Vigilia di derby in casa Roma. I giallorossi affronteranno domani la Lazio di Pioli, nella stracittadina di ritorno valida per la 31a giornata di Serie A TIM. Il tecnico Luciano Spalletti ha parlato nella consueta conferenza stampa, ecco le sue dichiarazioni:

IL VIDEO

Vigilia Lazio-Roma. La conferenza stampa di… di golzampati

“Gli unici indisponibili sono Gyömbér e Vainqueur. Vainqueur ha un affaticamento all’adduttore, con dispiacere non ce l’ha fatta a recuperare. Tutti e due riinizieranno a metà della prossima settimana. Poi ci sono un altro paio di situazioni non chiarissime, ma gestibilissime se non peggiorano”.

Emozione particolare il ritorno nel derby?
“Ti viene trasferita dalla passione che c’è per questa partita, per questa squadra. Naturalmente ne vieni coinvolto, però abbiamo anche altre mire, altri obiettivi. Dobbiamo essere bravi a saper gestire le emozioni e i traguardi”.

Come arriva la squadra a questo sprint finale e al derby?
“Noi ci arriviamo bene, però mi sarebbe piaciuto giocarlo ad armi pari, che anche loro avessero avuto altri obiettivi ai quali pensare. Non so chi arriva meglio, però mi sarebbe piaciuto giocarlo ad armi pari. Per loro, noi in questo momento siamo l’unica ragione. Spero che i giocatori siano bravi a gestire queste altre cose”

Totti titolare?
“Se penso a un sondaggio, anche io lo farei giocare. Se gioca, di sicuro ha la fascia di capitano. Ma si possono proporre anche altri sondaggi, come quello sul telecronista di Euro 2016. Ci sono tanti sondaggi che si possono fare. Ha ragione Caressa quando dice, da amante del calcio, da passionale delle belle giocate, delle belle storie, che sarebbe giusto vederlo in campo, perché lui ha sempre fatto vedere delle grandi giocate dentro ai derby. Da allenatore, bisogna scindere un po’ l’emozione e la passione per uno sport e andare a considerare altre cose. Spero di farlo nel modo giusto, perché è una partita importante per le mire che abbiamo. Dobbiamo perseguire incessantemente l’obiettivo Champions, c’è questa tappa dentro”.

È possibile che sia cambiato così tanto dalla doppietta di poco più di un anno fa?
“Quando si analizza una partita, o quando si guarda una partita, sono due storie diverse. L’analisi si fa tenendo conto di molte altre situazioni, che lei probabilmente, da sentimentale, passionale, non sa vedere. Perché Francesco le giocate farà sempre. Se si tratta di giocate, glielo possiamo fare di altri 5-6 anni il contratto. Sono altre le cose che vanno considerate. Chi le dice che nel primo tempo di quella partita, la Roma è andata sotto di due gol perché non aveva l’apporto di un calciatore? Dal mio punto di vista, la gestione della partita diventa fondamentale. Per tenere il pallino del gioco, una squadra deve riconquistare il pallone in meno tempo possibile, correre senza palla è la più grossa fatica che si fa. Se si fanno analisi e si guarda la fatica psicofisica di quando una squadra ha o non ha la palla, cambia totalmente in funzione di una cosa che si fa decidendola o subendola, assecondandola. Allora si perde di vista il pallino del gioco. Ho spiegato più volte che il problema è questo, perché quando ha la palla sui piedi la mette dove vuole, quando passa tre palloni sembrano sei in allenamento. Quando la palla l’hanno gli altri come si fa? Me lo spieghi lei”.

Totti, quindi, non può gestire più 90 minuti?
“Anche per colpa mia, non l’ho fatto giocare. Abbiamo fatto una partita con la Primavera che ha prodotto numeri, io devo constatare delle situazioni. Si mettono tutte. Dentro questi numeri non c’è la palla giocata di prima alle spalle, non è catalogabile. Se lui l’ha compreso? Per me è un passionale, gli garba l’attrezzo, tira bastonate all’incrocio dei pali, ha forza, qualità, precisione. Non ci sono tanti preamboli e situazioni da dovergli mettere attorno. Vuole il contatto con l’attrezzo”.

Domani sono attesi meno di 30mila spettatori, un pensiero su questa cosa? È rimasto deluso della mancata risposta della Curva Sud al suo appello?
“Prima di tutto mi dispiace quando leggo e vedo sui giornali questi numeri, che ci si preparerà ad avere un derby con poca partecipazione. Avrei voluto sentir parlare per tutta la settimana di un progetto di stadio pieno. Di metterci seduti e parlare di trovare le componenti per riuscire a riempire l’Olimpico, spesso, se non sempre. Mi adopererò per conoscere più cose. Chiederò a Gabrielli, se è possibile, di parlarci. Penso che per loro sia un sacrificio enorme, ho visto i derby, lo stadio, la Curva Sud. Per quello che è l’amore, la dipendenza da Roma che si ha vivendo quest’ambiente, mi sembra difficile che possano farne a meno. Capisco il loro sacrificio. Poi sento parlare di giugno, giugno è troppo distante, bisogna trovare soluzioni prima. Noi tutti le vogliamo. Poi è chiaro che il derby fa battere le mani, ma molto di più i cuori. E i cuori, quando battono, fanno lo stesso rumore anche da Testaccio. Noi avremo lo stesso supporto di sentimento, di affetto dello stadio pieno. Sappiamo quanti cuori battono per la Roma”.

La Lazio ha fatto meglio contro squadre forti rispetto a quando doveva fare la partita. La Roma dovrà fare la partita, altrimenti la Lazio rimarrà ferma…
“Noi tenteremo di fare la partita e di vincere la partita. Loro sono una buona squadra, hanno offerto buone prestazioni perché sono una buona squadra, hanno un grandissimo allenatore, che conosco. La Lazio saprà come comportarsi. Abbiamo quella mira lì, di arrivare a essere una squadra che si confronta con tutti con l’idea di provare a vincere”.

Quanto è difficile tenere in panchina anche De Rossi?
“Da un punto di vista mio è molto più facile di quanto possa sembrare. Tento di far giocare i migliori. Lo dice l’inno della Champions League, per aspirare alla Champions League abbiamo quella mira lì. Userei una parola forte che può dare adito a interpretazioni, noi dobbiamo pensare sempre a rifare quella competizione, dobbiamo stare quasi stabilmente lì. Daniele ha fatto dei buonissimi allenamenti ultimamente, come quello di ieri. Per cui niente è scontato. Daniele può anche essere dentro gli undici, ma bisogna valutare bene la squadra, l’equilibrio, quello che propongono altri calciatori con lo stesso ruolo. Ho una buona rosa a disposizione, devo fare attenzione a questo. De Rossi lo sa, sa quello che è il modo di pensare dell’allenatore. Sono tranquillissimo”.

Dal suo ritorno, evita di fare riferimenti alla prima fase romanista. In un derby dopo pochi minuti la Roma era sotto 2-0 ed è dovuto entrare in campo per calmare i giocatori. Questa squadra è più forte mentalmente rispetto a quella?
“Con i derby sono in parità, mi sarebbe piaciuto essere in vantaggio, devo accettare il verdetto del campo, anche se ricordo gli episodi. In questo caso, la squadra subì da un punto di vista di nervosismo, entrarono troppo contratti, erano in quel momento poco consapevoli della forza. Mi sembra che questa squadra sia consapevole, che non farà errori di nessun genere. Però loro sono una buona squadra, possono avere la meglio su delle situazioni, in precedenza abbiamo anche fatto un buon risultato, da un derby abbiamo ricevuto una grande spinta. Magari citando le 11 vittorie invece dei due gol nei primi 5 minuti… (ride, ndr)”.

Lei non vuole parlare di Totti, ma…
“Io di Totti ne voglio 15, voglio gente forte come Totti. Sembra che voi abbiate interesse a farne giocare uno, io ne voglio 15 e lavoro per averne 15 forti come lui. Si parla di interessi, visto che è la quarta domanda…”

Non crede che sia il caso di incitare la società a prendere posizione?
“Io devo far bene il mio di ruolo, non interferisco sulle prese di posizione diverse. Totti è una questione delicata, l’ho detto più volte. Non voglio essere messo dentro la storia di Totti, è un’altra cosa. Devo gestire la squadra da un punto di vista tecnico-tattico, di forza, di equilibrio, facendo scelte per avere risultati. Se la squadra funziona devo dare forza anche agli altri, devo fargli credere di essere forti quanto altri, attraverso la crescita si ha un confronto più di livello con chiunque. Gestisco questa parte qui, che è la mia e sulla quale non voglio interferenze. Sulle altre, non voglio responsabilità e non voglio creare interferenze sulla storia e sul rapporto che è giusto che sia quello, si devono dire tutto per il passato che ha avuto Francesco in questa società, che io non so e non devo interferire”.

Ha in programma di normalizzare l’arrivo alla stracittadina?
“Ha fatto una domanda giusta, che condividiamo. Non vuol dire sminuire la partita, ma abbiamo anche altre attenzioni, altri confronti di livello. Vogliamo aprire, andare a vedere cosa c’è. Vogliamo il confronto con l’Europa calcistica. Diventa un passaggio importantissimo, però per noi non deve essere l’unica ragione”.

Per creare uno stile Roma non bisognerebbe far capire che la Roma è un punto d’arrivo?
“I giocatori lo sanno bene possono stare tranquilli. Che non disperdano energie in questo senso. Da qui alla fine diano il massimo per la ragione di vita di questi due mesi che mancano, che sono i risultati della Roma. Poi chi vuole andar via, va via, non ci sono problemi. In fondo, noi se ne sceglierà qualcuno da mandare via. Fa parte dei ruoli. Loro stanno tranquilli, già lo sanno, non ci sono problemi. È giusto che chi ha mire importanti giochi da calciatore importante, se ritieni di essere bravo devi farlo vedere. Allo stesso tempo, quando si arriva in fondo, uno parla delle ambizioni, che sono giuste, è corretto avere ambizioni e tutti saranno accontentati. Si è sempre giocato a pallone e sempre si giocherà a calcio. Basta un pallone e un prato e si gioca, naturalmente c’è da considerare che siccome sei un calciatore bravo, tu hai un costo di mercato e si prendono in considerazione tutte le cose, arrivando all’obiettivo che si vuole tutti, avere gente che lotta per avere quei risultati di cui abbiamo parlato”.

Juve e Napoli sono più forti? Ha pensato di alzare l’asticella del terzo posto?
“Non lo so, devo rendermene bene conto. Se Nainggolan dice così è il primo ad ammettere che ha fatto poco. Uno deve parlare per sé, non per gli altri. Se lui è arrivato a constatare che non sono più forti e la distanza è quella lì, bisogna mettere qualcosa in più. O forse voleva incolpare qualcuno? Devo rendermi conto, dico che se dice di essere al pari di chi sta davanti, ha lasciato qualcosa come attenzione. Deve pedalare di più. Dipende anche dal taglio che si dà”.

1 Conferenza stampa. Spalletti: “Fiorentina? Hanno creato un calcio moderno. Pjanic e Nainggolan a disposizione. Io e Pallotta in sintonia”

  • 3 Marzo 2016
  • Flavia Miglietta
  • · Campionato · News

Alla ricerca della settima vittoria consecutiva, ma questa volta davanti ai giallorossi c’è l’ostacolo Fiorentina, squadra concorrente nella volata al terzo posto. La Roma affronterà infatti nell’anticipo di domani, i viola di Paulo Sousa e il tecnico Luciano Spalletti ha presentato la sfida questa mattina presso la sala stampa del Fulvio Bernardini, di seguito le sue dichiarazioni:

Cosa teme di più della Fiorentina?
“Quello che ha fatto negli ultimi 3-4 anni più di quello che ha fatto Paulo Sousa. Hanno creato un calcio moderno, spettacolare, una squadra solida, tosta, convinta di avere delle possibilità importanti. Prendendo in esame il gruppetto di squadre di cui la Fiorentina fa parte, i viola sono stati i più bravi a lavorare”.

Pjanic e Nainggolan?
“Sono a disposizione. C’è solo Iago Falque che ha un po’ di febbre. Andrà valutato e oggi non sarà probabilmente dell’allenamento. De Rossi continua il suo recupero e non sarà convocato”.

Dzeko giocherà?
“Ci sono delle cose cui devo ancora pensare e mi prenderò tutto il tempo stavolta. Lui ha fatto bene quando è entrato a Empoli, si è allenato bene ma poi c’è la valutazione della squadra. Mi spiace ma oggi non sono preparato”.

Fiorentina e Roma si somigliano?
“Un pochino sì. Ultimamente tutte e due tendono a comandare il gioco, hanno molti centrocampisti bravi a palleggiare, la qualità di saper leggere le situazioni. Si fa possesso palla e obbligano gli avversari a scoprirsi. Loro sono bravi a fare tutto, a interpretare il modo di giocare degli altri, con l’elasticità di girare palla a tre, difendere a 4, riescono a sistemarsi e a creare insidie in base a come giochi l’avversario. Bisognerà essere più bravi del solito domani ma ho grande fiducia nei miei giocatori. Se a Firenze sono convinti di aver fatto un’opera d’arte, i miei ragazzi hanno fatto un capolavoro in queste ultime partite nel ribaltare la situazione, prendere conoscenza di cose nuove e nell’avere quella solidità mentale che ti consenta di lottare fino in fondo”.

Olimpico vuoto: come si risolve il problema?
“Mi sono già espresso più volte, spero nel buon senso di chi gestisce questo confronto, questo malinteso che si p venuto a creare. A Empoli ci siamo sentiti molto comodi dentro l’abbraccio durato 95 minuti da parte del nostro pubblico ed è servito per reagire dopo il pareggio dei toscani. Secondo me, tutti quelli che erano presenti a Empoli hanno contribuito”.

Kalinic e Dzeko?
“Sono un po’ diversi. Il primo è tra i più bravi ad attaccare lo spazio dietro al centrale, è bravo ad andare sempre dietro la linea difensiva ed è bravo sotto porta. Sa qual è il suo obiettivo, sa bene dove deve andare. Dzeko ha altrettante qualità ma gli piace maggiormente la palla addosso perché ha quella fisicità lì. Più che andare a tagliare sul primo palo gli piace fare la rotazione verso il secondo palo per aspettare il passante. Sono due grandi calciatori. Dzeko è arrivato con il blasone delle sue qualità, su Kalinic sono stati bravi a capire che avesse quelle qualità”.

Burdisso ha detto che i giocatori non si allenavano bene a Roma. Rispetto a 10 anni fa nota un atteggiamento diverso da parte della squadra? Roma è veramente un ambiente difficile?
“Con Burdisso purtroppo ci sono stato poco. Ho tentato di essere bravo ma penso di non avergli dimostrato tutto in una settimana. Mi piacerebbe ritrovarlo perché lui è un grande campione e sa come si sta in un ambiente di calcio. Sull’ambiente Roma, penso sia l’ambiente ideale per lavorare. Nella vita ci sono delle persone che non fanno, quelli che fanno e quelli che si accodano a quelli che fanno. Per stare a un buon livello, tengono l’ambiente basso perché così si possono intrufolare. Più basso è, più ci si intrufola. Qui le cose si sanno fare. Chi non ha idee, chi non ha il coraggio di andare avanti, chi non vuole migliorarsi deve andare via. Noi vogliamo migliorare. Io per primo. Io sono tornato. Sono stato più fortunato: ho potuto scegliere cosa e se sono tornato è perché qui si lavora bene e perché mi piace lavorare qui. I ragazzi hanno imboccato la strada giusta. Se ci prestano Burdisso per una settimana gli facciamo vedere come ci si allena qui. Noi vogliamo dare il massimo. Se uno ha possibilità 10 deve dare 12, deve arrivare a toccare le stelle. Da un punto di vista mio è così e il mio atteggiamento sarà sempre in questa direzione”.

Pallotta le ha chiesto qualcosa in particolare?
“Ci ho parlato, mi è sembrato contento, carico. Mi è sembrato libero di far valere tutta la sua qualità di persona. Quando si è tranquilli e liberi la si mette in pratica sul campo. Avrà trasferito questa carica alla squadra. Prima della riunione ha parlato con i calciatori, ha visto l’allenamento. Ha grande entusiasmo, voglia di fare, in sintonia con quanto abbiamo detto fino ad ora. Bisogna avere il coraggio di osare, quello che fa la differenza è una costanza di pensiero”.

Che gara si aspetta sotto il profilo tattico? Il pressing della Fiorentina può indurla a inserire Dzeko per raccogliere i palloni dalla difesa?
“Mi piace questa situazione tattica. Sei uno attento e non ci avevo pensato. Loro verranno a pressarci e sapranno cambiare atteggiamento in base ai nostri tentativi di stare in campo. A Firenze hanno discusso per svariati mesi sul fatto se la Fiorentina giocasse a tre o a quattro. Qui è racchiusa tutta la bravura del tecnico: lui ha creato questa elasticità di squadra, cambiando modulo nelle stesse azioni, hanno questi due mediani bravissimi davanti alla difesa, hanno Borja Valero, Bernardeschi, Kalinic, Tello, Ilicic. Hanno tanti bravi calciatori. La soluzione che proponi tu è valida e l’abbiamo utilizzata negli ultimi minuti a Empoli ed è venuta fuori qualche situazione interessante”.

Le si è spinto in queste settimane in questioni che andavano anche al di là del suo ambito. Ha chiesto più vicinanza da parte della società?
“L’altro giorno abbiamo fatto la foto e c’erano circa 30 collaboratori miei, circa 30 calciatori, più i fotografi e stanno tutti con me. Mi aiutano tutti, mi dicono dove faccio bene, dove faccio male, sono in buonissima compagnia di tantissime persone. Qui c’è più di una suqadra sola, la squadra beneficia del lavoro di tutti gli altri. Io sono con loro, loro sono con me. Mancava solo il presidente, ora abbiamo anche lui e siamo al completo. Io prendo decisioni che riguardano la mia area, la mia posizione. Decido su quali allenamenti fare, sull’orario in cui allenarsi. Come mangiare lo dice il nutrizionista, come curare lo dice il medico, come pulire le scarpe lo sa il magazziniere, il caffè li fa il barista, io faccio solo quello che è il mio lavoro e lì qualcosa voglio dire perché poi dipende da me il mio lavoro.

Terrà conto degli impegni della Fiorentina con Tottenham e Napoli oppure se i viola riusciranno a recuperare in pochi giorni?
“Tra pochi giorni andremo a giocare contro il Real Madrid, che ha giocato ieri e non andrò a dire ai miei giocatori che sono più stanchi perché non voglio alibi. Le partite vanno giocate quando devono essere giocate. Noi dobbiamo farci trovare sempre pronti. Non possiamo portare dentro la partita il fatto che ci saremo riposati un giorno di meno e anche la Fiorentina lo saprà”.

Con El Shaarawy sta facendo il lavoro che la Fiorentina ha fatto con Bernardeschi? Sono due giocatori che erano abituati a giocare palla addosso con pochi compiti di aiutare la squadra.
“Li hai accostati giustamente perché sono simile, hanno grandi potenzialità. In tutte le cose c’è una partenza e una fine ed è il percorso che conta. Bisogna avere voglia di analizzare un contrasto vinto o perso, quante volte hai puntao un avversario: se le reazioni sono giuste ci sarà una crescita e quando arriverai in fondo avrai utilizzato tutte le qualità della partenza e avrai messo qualcosa in più. Loro stanno facendo così, sono due grandi calciatori”.

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