“La Roma: laboratorio di ricerca” – di Dario ’40

Nell’industria farmaceutica quando si programma la produzione di un nuovo prodotto ne vengono individuate le componenti, le dosi e poi, prima di metterlo in commercio, si attuano analisi, ricerca, sperimentazione per arrivare a conoscere l’efficacia e le possibili controindicazioni.

Se tutto risulta conforme alle regole ed alle aspettative allora, e solo allora, viene proposto. Non a caso abbiamo citato, succintamente, la procedura scientifica farmaceutica, in quanto, rispetto a ciò che abbiamo vinto nelle partite con l’Atalanta, il Milan ed anche parzialmente con quella di Torino, sembrerebbe che il prodotto “Roma” sia stato proposto nella fase sperimentale ed, ovviamente, ne abbiamo subito le palesi controindicazioni.

Senza avere la pretesa di avanzare critiche alla struttura tecnica-gestionale della squadra, ci permettiamo di esprimere, sempre da semplici tifosi, alcune osservazioni sulle prestazioni e l’organizzazione della compagine e cioè:
-In tre partite abbiamo incassato cinque gol validi, più altri due annullati per pochi centimetri dal Var, che costituiscono un totale di sette. Una media da retrocessione.
Tutti i marcatori avversari hanno agito in piena libertà di azione ed infatti hanno sempre agevolmente fatto centro da poca distanza dalla nostra porta.
-Si ha l’impressione, da quanto visto, che il nuovo portiere non dia quella necessaria sicurezza all’intera squadra, così come è stato dimostrato nella scorsa stagione.
-Certo non si poteva rifiutare l’enorme cifra per la cessione di Alisson ma, forse, sarebbe stato il caso di promuovere a titolare il suo secondo, sempre nel passato campionato, invece che venderlo ad un’altra società.
-Appare molto difficoltoso il dialogo tra il portiere attuale e i difensori più a lui vicini; forse per diversità di lingue o per altre incomprensibili ragioni o magari, più propriamente, per limiti dell’atleta svedese. Chissà?
-In ogni caso, nei citati incontri, si è riscontrato che abbia giocato più palloni questo estremo difensore di quanti ne abbiano toccati tutti gli altri insieme. E così normale?
-Sempre rifacendosi alle partite iniziali di questo campionato e preso atto che gli avversari abbiano ripetutamente marcato il nostro portiere, si evince che, i tecnici delle altre squadre, ne abbiano individuato puntualmente le titubanze e di timori. E noi?
Non si capisce perché, proprio Dzeko, in occasione dei calci d’angolo contro, debba presidiare l’area di rigore e conseguentemente, deve correre per 100 m prima di arrivare nell’aria avversaria; è evidente che questo ne pregiudica la lucidità e rallenta l’azione di rimessa. 

Oltre a questo, consente agli avversari di presidiare liberamente la nostra metà campo ed impossessarsi facilmente dei palloni respinti.

-Rimanendo sull’argomento Dzeko, forse, sarebbe meglio, sempre nei calci d’angolo avversari, fosse posizionato dentro il nostro limite alto della metà campo, così da coinvolgere nella sua marcatura due o tre difensori.

-Appare chiaro che il nostro formidabile attaccante subisca la presenza, fin troppo ossessiva, del suo naturale sostituto e questo fatto lo induce a sottrarsi dal suo ruolo cercando altri spazi nel campo; la partita con il Milan ne è la prova lampante.

Vogliamo permetterci un’ultima sfrontata ma, preoccupante, osservazione relativa al mercato e più precisamente:
-Per lunghi anni, ed anche recentemente, abbiamo contribuito al potenziamento della squadra torinese pluriscudettata.
-Ora, e per la seconda volta, stiamo provvedendo al potenziamento del Liverpool, anche se in cambio di somme sontuose

L’angosciante realtà che arriva alla mente del tifoso è data dal fatto che solo con le grandi cifre economiche non si vince niente.

Comunque, la nostra storia lo dimostra, noi in fatto di speranze e di attese primeggiamo nel mondo calcistico, per quanto la nostra fede è e rimane incrollabile.

Buona Roma sperimentale a tutti i Romanisti.

Dario ’40

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