“La Roma: angoscia internazionale” – di Dario ’40

La definizione di internazionale è dovuta esclusivamente al fatto della proprietà americana, argomento sul quale torneremo in seguito. L’angoscia, invece, è solo un fatto intimo e proprio della tifoseria Romanista che prima ha dovuto assistere alla conclusione della carriera di giocatore di Francesco Totti, ora si appresta a patire anche quella di Daniele De Rossi.
Ovviamente il trascorrere degli anni non è imputabile a nessuna proprietà, è un fatto naturale che ciascuno deve accettare con rassegnazione.
Quello che causa angoscia, nei tifosi, è la disgregazione dei simboli della Roma, quei Capitani Romani e Romanisti che per anni sono stati i nostri vessilli ineguagliabili.

A questo punto tiriamo in ballo l’attuale proprietà che, attraverso le sue consulenze sparso per il pianeta, potrebbe decidere di vendere, per solo benefici economici, anche Florenzi e Pellegrini, ultimi attuali rappresentanti della Romanità in campo.
Le cronache ci riportano che a De Rossi è stato proposto un ruolo dirigenziale nell’ambito societario e che lui lo abbia saggiamente rifiutato. Non conosciamo le ragioni di questo suo diniego ma, se l’avesse accettato, ci saremmo trovato con più campioni in tribuna di quanti presenti sul campo.
Una piccola osservazione nel siparietto allestito da CR7 nella partita contro la Roma nei riguardi di Florenzi; ci chiediamo se il pluricelebrato campione avesse osato attuare quella offensiva sceneggiata al cospetto di Maradona o di Messi. Sono certo si sarebbe astenuto.. CR7 sta bene dove sta!
Florenzi ha reagito con la signorilità e classe andando poi a realizzare il magnifico gol che, se segnato dal portoghese, sarebbe stato celebrato ed osannato sulle prime pagine di tutti i quotidiani.
Visto che l’attuale proprietà non riesce a percepire quell’intimo sentimento di sublime appartenenza che lega tifosi e giocatori romani alla Roma, non ci rimane che sperare ed augurarci, per l’immediato futuro, che riesca a sensibilizzarsi e prendere atto di questa inarrivabile e storica realtà.
Ingaggiassero l’allenatore, sperabilmente almeno italiano, che ritengono più idoneo e lasciassero scegliere gli atleti più congeniali al gioco che intenda sviluppare, senza imporre soluzioni o alternative dettate esclusivamente da convenienze finanziarie perchè, siamo certi, che nessun tecnico si priverebbe di Florenzi e Pellegrini, in quanto, ravvisandoli come residui baluardi della Romanità, andrebbe ad aggregarsi loro giovani provenienti dal vivaio societario o, magari, andando a recuperare nostri atleti che militano in altre squadre, da noi impunemente ceduti.
Questo saggio indirizzo costituirebbe il vero plus valore aggiunto al capitale umano della Roma!
Questa scelta darebbe vita ad un vero, consistente e duraturo progetto calcistico che, sapientemente studiato ed allestito, porterebbe nel breve periodo di due, tra anni, a raggiungere traguardi ormai lontani nel tempo.
Non sembra così difficile capire con quanto spirito agonistico giocherebbero nella Roma atleti Romani e Romanisti. E’ una qualità che non costa nulla ma ha un valore inestimabile e di immediata disponibilità.
Non attuarla, anzi reiteratamente ignorandola, rappresenterebbe uno spreco tecnico ed economico senza alcuna giustificazione; gli ultimi campionati e competizioni italiane e continentali hanno, purtroppo, dato ampia dimostrazione delle inopportune ed evanescenti direttive societarie, attraverso indirizzi dettati dalla proprietà che hanno portato esclusivamente al nulla.
Non si intende rappresentare un quadro tragico della attuale situazione, basta osservare con serenità e lucidità i risultati raggiunti per certificare l’inconsistenza della politica societaria messa in atto.
Non serve un impossibile ed irrealizzabile nuovo stadio per conseguire vittorie, basterebbe, come già detto in precedenza, anche un rimodernato Flaminio o l’Olimpico come è ora.
Volendo essere appena sufficientemente aggressivi, l’attuale proprietà, attraverso la sua incomprensibile condotta, ha, di fatto, tradito le aspettative della tifoseria. Non si pretende che percepisca l’affezione dei Romanisti verso la Roma; questa è una dote che si acquisisce solo nascendo nella nostra città, non è in commercio e non ha prezzo per poterla acquistare. Si richiede solo di rispettarla senza indugi e senza proclami o vane promesse.
Non rappresenta solo una fede calcistica ma molto di più: costituisce un vero e proprio sentimento di inteso amore verso i nostri colori. Tutto gratuito e senza sprechi.
Nel caso in cui la proprietà continuasse ad essere refrattaria a questa qualità romana, vendesse tutti gli atleti, tranne ovviamente quelli romani, per rientrare delle somme elargite (?), abbandonasse il suo progetto ed ecco che allora, magari in attesa di una nuova proprietà, meno interessata agli aspetti economici e più attenta al nome Roma, si potrebbe attuare un nuovo progetto Romanista, certo effimero ma non impossibile, dando avvio ad un azionariato popolare che vedrebbe Totti Presidente, De Rossi direttore tecnico e Ranieri allenatore.
Più Romani e Romanisti di così non si può.

Buona Roma di Roma a tutti i Romanisti.
Dario ’40

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