Il paradosso Dzeko, dalla folla di Fiumicino alla paura di sbagliare.

Era il 6 Agosto del 2015, quando Edin Dzeko sbarcava a Fiumicino tra quasi 4 mila sciarpe e bandiere giallorosse. Con lui “vinceremo il tricolor” inneggiava la folla in delirio per l’arrivo di un bomber tanto gettonato. Nello zaino si porta 85 reti nel Wolsburg, 72 i sigilli con la maglia del Manchester City, 173 il totale della sua carriera da centravanti, iniziata nel 2003 con il Zeljeznicar Sarajevo. Un curriculum di tutto rispetto impreziosito da 6 trofei conquistati tra Germania e Inghilterra La capitale si aspetta molto dal bosniaco, e questa rispose così prima del suo iniziale “Forza Roma”

Una favola pronta ad avversarsi che vede protagonista, quel ragazzo con l’infanzia rubata da una guerra ma che ora sfonda porta e portiere, o almeno sfondava. Freddo e deciso come nel giorno della presentazione della rosa contro il Siviglia. Controllo in corsa con l’esterno destro e staffilata sotto la traversa, lui si presentò così, nel migliore dei modi. Suda e corre Edin, si muove tanto dedicandosi a quello che i più bravi chiamano “lavoro sporco”, e i dati a fine gara lo dimostrano. Tutti aspettano il suo primo gol in campionato che arrivò puntuale nella seconda giornata contro la Juventus. Sovrastato Chiellini, salì fino a toccare il cielo per poter battere Buffon all’angolino con un colpo di testa, la sua specialità. Una corsa verso quella Sud che non c’è ma per lui e come si ci fosse, nessuno sa però che di esultanze così se ne vedranno ben poche.

I PRIMI TORMENTI – La Roma viaggia su risultati altalenanti nella prima parte del campionato, e Edin si fa trascinare dal tormentato periodo della squadra. La via del gol comincia scarseggiare e in più, ci si mette l’infortunio. Una rottura parziale del legamento collaterale mediale del ginocchio, che costringe il bosniaco a stare lontano dal terreno di gioco per almeno un mese, saltando la sconfitta giallorossa a Borisov e le due vittorie in campionato con Palermo ed Empoli. Edin torna in campo dal primo minuto nella complicata trasferta di Firenze, vinta poi dalla squadra di Garcia grazie alle reti di Salah e Gervinho. La Roma si piazza al primo posto in classifica e ritrova il suo perno d’attacco, che si sacrifica tra sponde e battaglie contro le difese avversarie che lo accerchiano appena sfiora palla. Tutto molto bello, ma i i tifosi si chiedono ancora quando inizierà a segnare con continuità, visto che lo score è ancora fermo ad un solo sigillo. Di certo il gioco messo in campo dal tecnico francese non lo aiuta, le occasioni nitide per Edin scarseggiano, mentre aumentano sempre di più quelle delle due frecce Salah e Gervinho, unica vera arma letale di Garcia. Iniziano così i primi tormenti e malumori, con la pazienza che inizia a decrescere. Le occasioni per Edin arrivano il 31 Ottobre a San Siro contro l’Inter ,che vince 1-0 grazie al tiro dalla distanza di Medel. Per la Roma, dopo un brutto primo tempo, restano i rimpianti delle tante occasioni sprecate nella ripresa, con gli attaccanti giallorossi più volte a tu per tu con Handanovic – Salah due volte e Dzeko in almeno un altro paio di occasioni.

IL RISCATTO FANTASMA – Il volto amareggiato e la mancanza di autostima, portano il bosniaco ad un pronto riscatto. Arrivano i gol contro Bayer Leverkusen, Lazio e Bologna, gli ultimi due su calcio di rigore. Edin segna anche in Europa, ma il 6-1 del Barcellona è troppo pesante per poter evidenziare il suo stacco di testa che batte Ter Stegen al Camp Nou. La via della rete sembra tornare a sorridere al gigante dell’est, ma la maledizione del numero 9 continuerà tra nitide occasioni fallite e i mormorii dei tifosi che da lui si aspettano ben altro. I 90′ minuti contro Atalanta, Torino e Napoli, e i 75′ contro il Genoa non bastano per vedere la sua firma sul tabellino. I giallorossi escono clamorosamente dalla Coppa Italia contro lo Spezia e Dzeko sbaglia il tiro dal dischetto trasformando i dubbi di una crisi, in un vero e proprio momento nero. Subentra il nervosismo che, con l’espulsione diretta rimediata proprio contro la squadra di Gasperini, lo costringe a saltare due giornate, inflitte dal giudice sportivo. La Roma non convince più e Rudi Garcia viene esonerato, al posto del francese torna Luciano Spalletti, possibile spiraglio di luce per l’attaccante bosniaco, pronto a rimettersi in gioco per convincere il tecnico di Certaldo: «Se fossi arrivato ora alla Roma e mi avessero detto, che centravanti vuoi oltre a quelli che hai già? Avrei detto Dzeko, e ce l’ho già», così il nuovo allenatore della Roma lo spinge verso una nuova conferma e infatti Edin parte dal primo minuto contro il Verona e la Juventus, ma i gol del bosniaco continuano a non vedersi. Il 30 gennaio all’Olimpico contro il Frosinone arriva anche una contusione al piede che gli farà saltare la bella vittoria in trasferta contro il Sassuolo. Senza di lui la squadra vince e la mancanza di punti di riferimento agevola la nuova Roma Spallettiana.

ALTI E BASSI, EDIN COS’HAI? – L’assenza di Dzeko consente a Spalletti l’inserimento di Perotti falso nueve, e l’argentino si fa trovare pronto alla chiamata regalando grandi giocate e il primo gol contro la Sampdoria. Edin si riprende dalla contusione e gioca gli ultimi 24 minuti contro il blucerchiati. L’attaccante non si abbatte e vuole togliere ogni tipo di dubbio al tecnico toscano. Servono però i gol tanto attesi, e quello al Braglia contro il Carpi, che regala il 2-1 a giallorossi sa di liberazione. Edin è tornato a segnare? Forse si. Nella giornata successiva in casa contro il Palermo, il gigante bosniaco fallisce un clamoroso gol fatto a porta sguarnita, in preda alla disperazione di una maledizione che sembra tornare in auge. L’attaccante però, qualche minuto dopo controlla la sfera col petto e insacca il vantaggio. Pericolo scampato per Edin che siglerà anche il definitivo 5-1 che regala alla squadra di Spalletti la quinta vittoria di fila. Il tecnico ancora non si fida al 100% e contro Empoli e Fiorentina gli regala solo qualche scampolo di partita. La Roma con Perotti convince di più ma nello stesso tempo serve una soluzione tattica che regali a Dzeko il ruolo di protagonista. Spalletti gli da fiducia anche al Bernabeu, nel ritorno degli ottavi di Champions contro il Real Madrid. L’attaccante spreca ancora un tu per tu con Navas, mandando la sfera sull’esterno della rete. La maledizione del gol mangiato torna a farsi sotto. Contro l’Udinese è la sua occasione e al 14′ non sbaglia il tap in vincente davanti a Kernezis. Esultanza con il dito indice che ruota come per dire: “Io sono ancora qui”. La Roma vince anche con lui in campo e trova l’ottavo successo consecutivo in campionato, consolidando il terzo posto ai danni di Inter e Fiorentina. L’ultima giornata ha visto infine i giallorossi, affrontare la stessa Inter allo Stadio Olimpico nel così detto “spareggio per l’Europa”. I nerazzurri passano in vantaggio nel secondo tempo grazie al timbro di Perisic, la reazione della squadra di Spalletti arriva proprio quando al entra al 60′. Miranda ferma con la mano un suo colpo di testa, Nainggolan pareggia sfruttando un suo tiro sbagliato, ma il bosniaco rovina tutto sprecando una clamorosa occasione davanti ad Handanovic e deviando fuori un tiro di Salah destinato a rete. Il pubblico è spazientito dagli sprechi del bosniaco e la maledizione del gol mangiato sembra non dargli tregua. L’attaccante diventa un paradosso che nessuno riesce ancora a spiegare. In lui c’è sicuramente qualche elemento psicologico che non gli regala tranquillità, specialmente quando si trova davanti alla porta. Questa potrebbe trattarsi della paura di sbagliare che nel calcio come in tutti gli sport risulta spesso deleteria. Chi più, chi meno, tutti almeno qualche volta abbiamo paura di sbagliare. Può sembrare strano ma è naturale ed è un sistema del nostro “corpo” ( inconscio) di protezione, che cerca di allontanare il “dolore” di un fallimento. “Emozioni improduttive” che rallentano il nostro processo di crescita e rallentano il percorso che ci porta al raggiungimento dei nostri obiettivi. Infatti, la paura di sbagliare, aumenta sensibilmente le probabilità di errore. Sembra il quadro esatto del complicato momento del bosniaco ma ovviamente resta una semplice e umile ipotesi. Fatto sta che in Inghilterra già iniziano ad avvicinarsi sirene che lo portorebbero al West Ham nella prossima stagione, ma alcuni di noi sperano che il gigante si riscatti a pieno con la maglia della Roma. Edin, sappiamo bene quanto vali, devi ancora dimostrarlo, il tuo lavoro nella capitale non può essere già finito.

@ Andrea Fagnano

1 commento

  • Lorenzo ha detto:

    Mi dispiace ma chiunque capisca un po’ di calcio non può’ non vedere che gli errori che commette davanti alla porta sono errori dovuti ad incapacità’ tecnica e mancanza di freddezza, doti che alla sua età o c’è l’hai oppure sei un giocatore di categoria inferiore, purtroppo per la Roma.

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