Tre domande con Monica Colombo (Corriere della Sera)

In vista di Milan-Roma, abbiamo contattato la gentilissima Monica Colombo, giornalista che segue le vicende della squadra rossonera per il Corriere della Sera

Secondo Lei, dopo la partita di Napoli dove il Milan ha evidenziato un calo fisico dopo un primo tempo esaltante, che tipo di tattica userà il tecnico rossonero per dosare le forze dei suoi giocatori?
Più che questione di calo fisico mi è sembrato che contro il Napoli dopo aver trovato due gol, pur bellissimi, ma senza grande pressione, il Milan abbia proposto di nuovo lo stesso gioco dell’anno scorso. Con interpreti diversi, l’Atalanta che pur non ha campioni, contro la Roma all’Olimpico a tratti ha imposto il proprio gioco. Il Milan nel secondo tempo al San Paolo si è impaurito e ha subito il cambio di ritmo della squadra di Ancelotti. Aveva messo in campo un solo nuovo acquisto, Higuain. Domani sera schiererà dall’inizio Caldara al fianco di Romagnoli. Di certo la manovra beneficerà dell’esordio stagionale di Calhanoglu che con le sue accelerazioni può creare scompiglio sulla corsia di sinistra.

Dal punto di vista tecnico il mercato del Milan ha soddisfatto le aspettative o è rimasto qualche tassello in sospeso per puntellare la squadra?
Considerando i vincoli del fair play finanziario e l’impossibilità di ‘sfidare’ la Uefa con maxi investimenti la rosa con gli otto elementi arrivati si è rinforzata. Resta il dubbio che manchi una mezzala di spessore. Bakayoko è un centrocampista di rottura, bravissimo se schierato in una mediana a due come si è visto nel Monaco arrivato alla semifinale di Champions. E’ questa la lacuna a mio avviso. Poi Biglia nel ruolo di regista ha deluso. Da vedere se quando Montolivo avrà recuperato dall’infortunio al polpaccio potrà dargli il cambio, considerando che i suoi rapporti con Gattuso si sono incrinati dopo la mancata convocazione nella tournèe estiva. Chiaro messaggio per mandarlo via. Ora che è rimasto, va recuperato.

Durante l’estate hanno tenuto banco le vicende societarie relative al fondo proprietario del Milan. A suo avviso queste voci, compreso il rischio (scampato) di non poter giocare l’Europa League, hanno condizionato la preparazione fisica e soprattutto psicologica dei calciatori?
Le voci del passaggio societario non hanno condizionato la preparazione dei giocatori. Casomai possono aver creato inquietudine in Gattuso che era molto legato a Mirabelli. Nella società precedente, in preda al caos più assoluto, l’allenatore era il padre padrone del Milan. Tanto che gli fu rinnovato il contratto a Pasqua, quando ancora non era chiaro se i rossoneri fossero in grado di agguantare il sesto posto. Ora con una società forte, e dirigenti stimati e riconosciuti è il tecnico a rappresentare l’anello debole della catena. Per lui questa stagione sarà un bell’esame di maturità. Maldini ha deciso che era giusto concedergli un’altra chance.

A suo avviso, ci si aspettava il flop del proprietario cinese? Adesso invece, con il fondo Elliot, si hanno prospettive per far tornare il Milan ai vertici del calcio italiano ed internazionale?
Il flop del Milan di Yonghong Li era preventivabile considerando i misteri che hanno avvolto la sua persona e le sue proprietà, i ritardi con cui sono sempre avvenuti i pagamenti e il rispetto delle scadenze. Elliott era convinto di subentrare a ottobre, data di scadenza dei debiti del presidente cinese con il fondo americano. Invece il passaggio di proprietà è avvenuto prima. Con il fondo Elliott la proprietà è solida, c’è la volontà di investire ma anche di rispettare le regole. Se si sono fidati Maldini e Kakà che pur erano stati avvicinati dalla dirigenza precedente, fidiamoci anche noi. Sono la miglior polizza assicurativa per Elliott.

 

Flavia Miglietta

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