Roma-Lazio 1-3. De Rossi: “Il secondo posto non va visto come un contentino”

Che cosa vuoi dire ai tifosi?
“C’è sempre amarezza quando si parla di derby. Abbiamo perso una partita importante per la nostra classifica e dobbiamo lavorare forte per capire come mai abbiamo perso quest’anno i derby in maniera simile. Non c’è spazio per le frasi come ‘dobbiamo rimboccarci le maniche’, qua bisogna solo pensare a vincere le prossime partite. Penso a giocare una grande partita contro il Milan e quelle fino per un grande finale di stagione”.

In questo finale così delicato per il secondo posto, dal punto di vista psicologico perdere il derby così è ancora più preoccupante.
“Si va avanti da uomini e da giocatori e persone serie. Perché può andare ancora peggio se non si arriva al secondo posto. Noi non vogliamo perdere la nostra posizione che considero strameritata per quello che abbiamo fatto, nonostante qualche difficoltà in trasferta e con le squadre piccole. Guardiamo tutto quanto il male, ma adesso dobbiamo pensare al Milan, poi le ultime due partite sembrano facili ma non è così. Dobbiamo mantenere un punto sul Napoli”.

Ti eri accorto della dinamica del rigore?
“Non ho visto né che c’era né che non c’era. Ero coperto, dal campo quando ha fischiato pensavo fosse netto poi quando siamo rientrati ci hanno detto che non lo era”.

Esultanza normale? La panchina della Lazio ha avuto da ridire…
“Io ho esultato con i miei compagni di squadra e con i tifosi della Monte Mario. Poi c’è stata una sedia, un bastone…esultanze da derby come quelle loro quando sono passati davanti alla panchina in Coppa Italia. Un po’ di rimbrotti li ho sentiti, ma non mi sembrava nulla di che”.

Il silenzio della Curva?
“Ho saputo che c’era stata questa protesta di cui non sapevo nulla. La Sud è sempre importante, però abbiamo vinto dei derby senza la Sud e abbiamo perso delle partite con la curva. Per cui non dobbiamo pensare alla curva, che pure è la nostra fonte di sostegno più importante. Però dobbiamo guardare altro. Al di là del risultato è sempre bello sentire la loro spinta, anche al di fuori del derby”.

La Lazio ha cambiato il modo di giocare e voi non siete riuscire a gestire questo nuovo modulo.
“Il primo derby e quello che abbiamo vinto è quello in cui abbiamo creato di meno. Poi ci sono stati quelli di Coppa Italia. Abbiamo avuto subito due o tre occasione per sbloccare le partite in tutti i derby. Anche nel secondo tempo abbiamo avuto subito un’occasione con Dzeko, con la parata di Strakosha. Quello fa una grande differenza contro una squadra che ti aspetta. Segnare per farli uscire, prendere gol per aiutarli a coprirsi ancora di più. Poi ripeto loro non è che siano gli ultimi o i penultimi in classifica”.

Perché una prestazione così brutta?
“I perché si possono usare come alibi. Abbiamo visto la solita partita loro, che sono stati concreti ed ordinati, puntando al contropiede di grande qualità. Quando giochi contro queste squadre che hanno qualità in contropiede devi essere perfetto, evidentemente non lo siamo stati anche se poi nel primo tempo abbiamo concesso solo il tiro del gol. Nel secondo tempo uguale, rischiamo di andare in vantaggio noi poi palla buttata e loro fanno gol. Non ci aggrappiamo assolutamente alla fortuna o alla sfortuna perché non esiste, però se penso al primo derby che abbiamo giocato quest’anno e abbiamo vinto penso che siamo stati esaltati, giocando forse peggio”.

I tanti cambi di modulo non vi hanno fatto andare in difficoltà a livello tattico?
“No, diciamo che abbiamo preparato la partita pensando che giocasse Immobile ed è una cosa che cambia una contromossa così. Penso sia stato male, non lo so. Così giocare con un centrocampista loro in più cambia un po’, soprattutto con una squadra che si difende. A livello tattico cambia, quando ripartono hanno un giocatore in più palleggiare, 4 contro 3. Poi il mister deve cambiare, perché quando vai sotto devi cambiare, poi ha rimesso a 5 per cercare un po’ di equilibrio. Non ho visto cambi clamorosi, non è quello che ci ha fatto perdere”.

C’è ancora un problema di personalità?
“Non lo so, queste sono cose che escono sempre quando si perde. Non so cosa significa quando si parla di problema di personalità. Bisognerebbe prendere un giocatore alla volta e vedere chi non ha personalità e farei fatica. C’è un problema che bisogna essere perfetti per vincere tutte le partite. Noi ne abbiamo vinto moltissime e questo non va dimenticato. Per vincerle tutte bisogna essere ancora più forti. Speriamo di diventarlo presto”.

Temi per il secondo posto? Può essere un contraccolpo psicologico?
“Dipende da stasera. Sta a noi non farlo accadere. Al di là del contraccolpo psicologico abbiamo due partite niente male: il Milan in trasferta e la Juve in casa. Saranno due partite difficilissime ma noi se vinceremo le 4 partite che restano secondi ci arriviamo sicuro, quella è matematica. Poi devi vedere se il Napoli le vincono tutte perché loro hanno 3 trasferte niente male: Torino, Sampdoria e Inter stasera. Quindi sarà una bella battaglia per il secondo posto e spero che ci faremo trovare pronti”.

Dire che il secondo posto apre le porte del paradiso…voi ne avete collezionati tantissimi negli ultimi 10 anni. Secondo te non è esagerato anche nei confronti dei tifosi che dopo 10 anni vorrebbero vedere anche un trofeo?
“Non è mia abitudine commentare le frasi che dicono altri. Però è importante per noi e per il mister, che ci motiva, pigiare il dito su questo secondo posto che per noi è importantissimo. Se lo vediamo come un contentino, come un ‘Vabbè, arriviamo secondi per non arrivare terzi’, arriviamo terzi. Quindi dobbiamo considerarlo un paradiso, ma non è che andiamo a Circo Massimo perché arriviamo secondi. Noi dobbiamo essere fortemente motivati, è una cosa importante che porta diversi soldi e lo sappiamo anche noi che ci farà giocare la Champions, che ha più appeal per noi e per i giocatori che potrebbero venire. E’ importante arrivare secondi e non terzi, perché poi rischi di uscire”.

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