Pistocchi: “Roma in crescita ma è presto per parlare di anti-Juve”

Il giornalista di Premium Sport, Maurizio Pistocchi torna a parlare della Roma. Ecco le sue parole rilasciate in un’intervista a Romanews.eu:

Roma anti Juventus?
E’ troppo presto. La Roma è stata troppo altalenante: dai giallorossi ci si può aspettare di tutto. In alcune partite ha avuto un atteggiamento da protagonista mentre in altre ha privilegiato il contropiede. Non ha ancora un’identità definita. Spalletti però sta facendo un lavoro importante. Tecnicamente la squadra giallorossa non è inferiore a nessuno. Florenzi, Salah, Dzeko e Manolas hanno fatto un gara di grande livello a Napoli. La scelta di essere un pochino passivi a Napoli è stata intelligente: gli azzurri sono la squadra che gioca il miglior calcio in Italia. Al San Paolo sono stati determinanti gli errori individuali come nel caso del primo gol. Ha vinto la squadra che ha fatto meno errori. La Roma è in crescita”.

La Roma deve vincere con le piccole per essere l’anti-Juventus?
“Per definire bene questo campionato bisogna aspettare ancora un po’. Molte squadra hanno avuto tanti giocatori in giro per il mondo. Abbiamo visto una giornata piuttosto mediocre: anche la Juventus ha faticato contro l’Udinese. A Natale capiremo bene chi è l’anti-Juventus. I bianconeri hanno una forza economica e strutturale superiore a tutti. A Napoli la Roma ha giocato una bella partita: le squadre hanno giocato a calcio e ne è venuta fuori una partita interessante. I tifosi della Roma devono essere contenti per la maturità dimostrata dalla squadra”.

Dzeko?
“Quello che conta è avere l’equilibrio. La squadra che vince il campionato è quella che prende meno gol ma anche quella che ne segna abbastanza. Alla Roma manca equilibrio. Dzeko sta migliorando: fa meglio quando gioca con un altro attaccante. Lui adesso deve cambiare il suo atteggiamento ed essere più cattivo in area di rigore. Alcune cose ancora non le fa, come quando, lanciato in area di rigore, si è fatto recuperare da Koulibaly. Gli manca ancora un po’ di astuzia ma è un ragazzo che ha grande intelligenza e maturità. Dal punto di vista tecnico ha poco da imparare. Sta migliorando, Spalletti sta facendo un lavoro specifico e i risultati si vedono”.

Napoli in crisi?
“Non credo. Nel primo tempo ha giocato meglio in Napoli della Roma. Gli errori individuali fanno parte del gioco: al Napoli manca una prima punta efficace per sostituire Milik. Sono di fronte a un grande interrogativo di mercato ovvero prendere Klose o puntare sull’attacco leggero. Gli azzurri hanno fatto una buona partita con la Roma. E’ stata la più bella partita che ho visto fino a ora nel campionato. Da noi si pensa sempre a limitare le occasioni dell’avversario mentre all’estero si gioca più a viso aperto. Quando si perdono due partite di fila si parla di crisi ma chi lo fa non vede le partite. A Bergamo ha perso per un infortunio clamoroso di Ghoulam mentre sabato ha perso una partita ben giocata contro un avversario importante che è indicato come un protagonista del campionato. Il Napoli ha un’identità di gioco chiara: gioca alla stessa maniera contro tutti. Higuain? È uno straordinario campione ma non sta facendo bene come a Napoli. “

Caso Icardi?
Le curve non possono rappresentare un’intera tifoseria. In questa faccenda ci sono tante problematiche come il mancato controllo della società. Quello che mi ha lasciato stupito è stata la violenza verbale nei confronti di Icardi e soprattutto della moglie. Questo è vergognoso e non può essere accettato: Zanetti non può schierarsi con chi scrive cose come quelle. Icardi però ha le sue colpe. L’argentino ha raccontato un episodio che poteva omettere ma la responsabilità maggiore è della società. Poi è anche colpa sua che scrive una biografia a 23 anni”.

Milan rivale per il secondo posto?
Non è più il Milan che gioca un calcio diverso dalle altre squadre italiane: ora gioca all’Italiana. Si difende bassa e sfrutta gli spazi in contropiede con Niang, Suso e Bacca. Il Milan è secondo ma credo che sia difficile che possa continuare ad ottenere risultati di questo tipo giocando in questa maniera. Montella ha fatto di necessità virtù: cerca i risultati giocando un calcio all’italiana. Il Milan non vuole essere padrone del gioco”.

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