“La Roma: carissima e amatissima” – di Dario ’40

Come promesso, mi sono astenuto dall’esprimere considerazioni sulle ultime fasi del campionato e delle varie coppe. Ma, essendo finalmente giunto tutto al termine, sento la necessità di pronunciarmi sulle nostre vicende.
Il campionato, iniziato tra grandi clamori, ha rivelato, purtroppo, una notevolissima serie di periodi neri. Le circostanze negative sono imputabili a tutti, nessuno escluso. Le coppe sono state totalmente pregiudicate dalla sconfitta contro i tedeschi, sconfitta che ha influito notevolmente anche nei tornei di coppa successivi… ma mica abbiamo sempre affrontato il Bayern eh?
Abbiamo, è vero, raggiunto il secondo posto in classifica ma, a differenza di quello del campionato precedente, questo è stato molto sofferto e messo anche a disposizione di altri.
Certo la vittoria nel derby (ci mancherebbe altro) è stata decisiva e determinata da un’estrema volontà; però abbiamo corso un enorme rischio.
Ed allora:
– tutte le partite dovranno assolutamente essere disputate con la stessa applicazione e determinazione, nessuna esclusa
– tutti gli addetti dovranno operare nel loro ambito con la massima competenza senza lasciare spazio e/o abbandonarsi ad assurde supposizioni, inopportune (a dire poco) iniziative di mercato
– gli atleti più importanti che abbiamo devono essere confermati ad ogni costo
– i nuovi acquisti dovranno essere, nella scelta, condivisi tra il tecnico e il direttore sportivo
– la collaborazione deve essere mirata e funzionale al raggiungimento dei possibili obiettivi che dovranno essere programmati, ad inizio stagione, con estrema consapevolezza dei mezzi tecnici, economici ed organizzativi disponibili, i quali, peraltro, dovranno avere un costante percorso migliorativo
– certamente può avverarsi il mancato raggiungimento dei traguardi prefissati, ma ciò deve dipendere unicamente dal fatto che possiamo incontrare squadre più attrezzate; NON deve dipendere dalla nostra negligenza tecnica ed applicativa nè tantomeno da una impropria preparazione atletica
– non possiamo più permettere a squadre colpite da un’improvviso benessere di insidiare ed ostacolare il nostro cammino
– non possiamo più accettare che la semplice vittoria in un derby rappresenti la massima espressione della stagione. Le nostre ambizioni devono essere più elevate e questo anche per non dare eccessiva importanza a “quelli” ingigantendone i miseri valori, peraltro assolutamente transitori

Gli americani sono molto bravi e rigorosi negli affari ma devono rendersi conto che nel calcio, specialmente il nostro, gli elevati aspetti economici si raggiungono solo ed esclusivamente mediante mirati investimenti (prima di tutto i calciatori) tra i quali possono inserire, ovviamente, anche plus valenze certe e accuratamente studiate, non casuali o inefficaci (ai fini calcistici).

Spero di aver compiutamente e chiaramente espresso il mio modesto pensiero oche, mi auguro, possa essere condiviso anche dagli altri inimitabili tifosi della Roma.

Auguro una buona futura Roma a tutti i veri grandi Romanisti.

Gli altri? Visto il notevole successo che hanno raggiunto faranno le vacanze da pendolari…

Dario ’40

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