“…e non aspetta altro che noi”- di Giulio Minelli

Temporali. Il vento tempesta i vessilli del nostro amore incondizionato, funestando una realtà ormai contaminata, estranea all’eterna ed eterea purezza di quella culla che per ottantotto lunghi anni ha elargito tenui afflati misti a sangue, troppo denso per intravedere i nostri volti, dietro bandiere che colorano templi in cui il culto, agli occhi dei più, appare come simbolo di fatuità. Tempesta ed impeto, che hanno portato a decreti di condanna, divisione, comminati ai nostri cuori, divisi ma legati dai medesimi ululati, ponti indissolubili. Che quest’eco si propaghi e giunga ai timpani di chi sa ma calpesta, incurante. Intanto, all’ombra di coercizioni altisonanti, le nubi ci spingono verso il primo incontro.. Nuova stagione, nuovi volti, frenesia ed aspettative che stavolta giganteggiano, alla luce di una rosa completa e competitiva e dello scioglimento del sacro, quanto snervante, vincolo del falso nueve. L’eterno Totti non cesserà di certo di deliziare il calcio nazionale ed europeo, che lo attende e lo loda in ogni dove – il disprezzo dettato dall’ignoranza è, ahimè, un pregiatissimo prodotto Made in Italy. Il coefficiente (o ranking) UEFA migliora, non cessano le speranze per la terza fascia, ma soprattutto quelle riposte in sogni ad occhi aperti, acqua nel deserto in tempi non sospetti, ma stavolta siamo armati fino ai denti. La cima è distante, ispira riverenza.. E non aspetta altro che noi.

Giulio Minelli

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