Daniele De Rossi… croce o delizia? – di Flavia Miglietta


Il numero 16 giallorosso è da sempre, o meglio, da quando ha rinnovato con la Roma, un enorme motivo di “discussione” tra tifosi romanisti. Basandomi su quanto si legge nei social network si notano due opposte fazioni: da un lato i “guadagna troppo e non li vale”, dall’altra i “Daniele è un pezzo di Roma”. E poi c’è il limbo formato da tifosi che lo criticano se gioca male, lo esaltano se gioca bene e, soprattutto, non si interessano del suo ingaggio.
Vorrei dare spazio anche ai commenti folcloristici che narrano un “ha la barba perchè ha da nasconde“. Questa riga che dedico a tali parole è stata pure troppa.
E’ innegabile che Daniele, in virtù delle sue origini capitoline, ha goduto, e forse ne gode ancora, di un occhio di riguardo da parte della tifoseria ma questo non mi sembra certo un dramma; essere romani e romanisti forse non è una medaglia al valore ma, allo stesso tempo, è impensabile che sia una colpa. Eppure si è letto anche questo. (Per me essere romana e romanista è e sarà sempre un motivo di vanto!)
Cercando di fare un’analisi obiettiva, e non è detto che io ci riesca, posso dire che Daniele De Rossi è un buon centrocampista, doti tecniche evidenti, troppo falloso, talvolta esagerato (ricordo il fallo commesso a Rotterdam ad inizio partita nella gara di ritorno di Europa League e non visto dal direttore di gara… roba degna di un film di Dario Argento). Paragonarlo a Gerrard è per me fantascienza, considerarlo però al pari di un centrocampista che potrebbe militare a stento in lega Pro è da psichiatria.

Nella gara con il Cesena Daniele ha segnato il gol vittoria e questo avrebbe dovuto unire i tifosi della Roma in una gioia comune. Ma così non è stato. Anzi, qualcuno ha accusato pure dolori di stomaco e fegato proprio perchè è stato lui a segnare. Anche qui torna in auge la psichiatria.
La Roma sta vivendo una stagione ad oggi deludente o, per usare un termine caro ai più ottimisti, al di sotto delle aspettative. Ovviamente tutti sono colpevoli di questo, De Rossi compreso. Criticare le prestazioni di un giocatore è sacrosanto, legittimo, previsto dalla Costituzione, insomma se può fa. Ma quando il tutto sfocia in considerazioni relative alla vita privata di una persona si scade in un panorama talmente squallido che, pure se hai da ridire su De Rossi, ti viene voglia di difenderlo. E questo vale per ogni giocatore, a mio avviso, non solo per chi la fortuna di essere romano e romanista da cima a fondo.

Daniele è sicuramente innamorato di Roma e della Roma, le frasi che spesso ha detto non le reputo incanalate solo per attirare consensi; questo ragazzo avrà pure tanti difetti ma non ha mai avuto difficoltà a dire ciò che pensa, comprese situazioni tutt’altro che piacevoli. E’ il primo ad esultare quando si segna, è il primo a non tirarsi indietro quando le cose non vanno bene.
Questi però sono lati caratteriali che sicuramente hanno importanza ma non sono il solo fattore da evidenziare. Il campo è la prova del nove e, ad oggi, considerando la stagione in corso, De Rossi non è stato il top player che molti di noi, me compresa, speravamo di vedere. Un discreto giocatore, un mastino ma, sinceramente, io mi aspettavo qualcosa di più da lui.

Concludo rispondendo alla domanda iniziale con una scappatoia: attualmente, sul piano tecnico, Daniele De Rossi per me è più croce che delizia. Ma nel momento in cui gioca, si impegna, segna, esulta, si dispera, lotta e combatte in mezzo al campo io sarò sempre dalla sua parte. Quando manda in scena situazioni come quella di Firenze, non mancheranno le mie critiche.

Un’ultima nota: “Capitan Futuro” è un soprannome, attribuito da non so chi (ma per certo non da Carletto Zampa che da sempre lo chiama “Danielino“), che mi fa pensare al poro Carlo di Inghilterra che, per diventare Re, deve aspettare la dipartita della Regina Elisabetta, cioè sua madre. Non mi sembra una faccenda allegra. Così per De Rossi che, per diventare Capitano, deve aspettare che Francesco Totti smetta di giocare. E per un romano, romanista e tifoso della Roma, come lo è Daniele, la fine carriera del Capitano è un evento tutt’altro che piacevole. (Anche qui ci sarebbero da dire molto su come alcuni tifosi della Roma parlano di Totti ma per ora li lascio cuocere nel brodo della loro invidia).

di Flavia Miglietta (@FlaviaMiglietta)


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