Conferenza stampa. Spalletti: “Che piacere ritrovare il pubblico”

Penultimo ostacolo per la Roma di Luciano Spalletti che domani affronterà il Chievo Verona all’Olimpico, nel lunch match della 37a giornata di Serie A TIM. Il tecnico di Certaldo ha parlato nella consueta conferenza stampa pre-gara. Ecco le sue dichiarazioni:

IL VIDEO

Comincia il tecnico con il solito bollettino sugli infortunati: “Keita è fermo a causa della caviglia sinistra, lo abbiamo ringraziato perché si era messo a diposizione per l’ultima partita, anche se non stava bene. Ma ora dobbiamo tener conto di questa situazione. Probabilmente non sarà a disposizione per domani. Poi c’è Manolas, ha preso una botta al piede che gli dà dolore, va gestito. Ci sta di non vederlo dentro le immagini, di conseguenza è stata una valutazione nostra che gli sia accaduto qualcosa all’ultimo momento e che non sia in condizione di partecipare alla partita. Rientrano Torosidis, Florenzi, Falque e Ucan, che ha risolto il problema respiratorio, Gyomber ha fatto tutta la settimana con noi ed è a disposizione. Si rifanno i complimenti a Ranieri, ha fatto un’impresa. Non ricordo un’impresa di questa portata, pensando indietro. Ha dimostrato di essere uno dei migliori, è giusto che goda di questo successo. Nessuno gli ha regalato niente, bravissimo!”.

Si aspetta un Chievo spensierato o un Chievo attento?
“Hanno calciatori specialisti per questo tipo di campionato, per salvezze sicure, tranquille. Hanno calciatori adatti al campionato che stanno facendo, esperti per lavorare in tranquillità. Di loro puoi fidarti. Poi loro hanno una storia che parte da Malesani in Serie B, me lo ricordo quando ci giocavo contro all’Empoli. Erano una squadra intensa tatticamente. Poi anche con Del Neri, con Corini sono stati bravi. Mi piaceva molto, anche se in alcuni periodi non hanno fatto benissimo. Anche ora Maran ha modificato qualcosa mantenendo poi il 4-4-2 a forma di rombo. Loro verranno a giocarsi la partita, gli piace farlo con chiunque. Ormai il loro è un marchio. E’ difficilissimo riuscire a batterli. Il loro carattere e la loro qualità gli dà qualcosa in più. Abbiamo incontrato avversari forti altre volte, quindi a noi non cambia molto”.

Strootman è tornato a giocare 90′. E’ un’arma in più? Emotivamente come sta?
“Lui è una macchina, è sempre uguale. Fin dal primo giorno che l’ho visto è sempre stato uguale. Si allena sempre alla stessa maniera, anche se vuoi far diventare un allenamento meno intenso lo vedi che va alla ricerca del massimo. Ne ha bisogno di toccare quel livello li, per star dentro alla figura che gli piace di essere, quella del leader e del campione. Un giocatore che vuole sempre impegnarsi al massimo per raggiungere il massimo. Quando è tornato probabilmente dentro se stesso ha avuto un aiuto, un segnale che poi aveva lavorato bene. E’ stata una conferma di quello che ha fatto, un merito per il suo impegno. Ma lui è sempre alla stessa maniera. Quando gli ho detto che non c’era nella lista Champions, era sempre lo stesso agli allenamenti. Magari gli dispiace, pensi che lui sia disturbato da questo, ma è stato sempre uguale. Lì ti rendi conto con che persona hai a che fare. Ha giocato una partita importante, da campione qual è, dal livello che ci si aspetta da lui. Considerando che ci sono altri calciatori forti come lui in squadra, è difficile poter dire ora se sarà titolare nelle prossime partite.Potrebbe sminuire la qualità di qualcun altro.. La formazione si fa domani”.

Domani torna il pubblico.
“Per noi vale molto. Avevamo nostalgia ogni volta che si entrava allo stadio, ci chiedevamo quanti spettatori ci sarebbero stati essendo abituati a quell’affetto lì, quel tipo di abbraccio. Significa ritrovare un grandissimo amico che per un periodo ti ha aiutato moltissimo nel lavoro e nel modo di essere e di stare in vita, poi non ha potuto più aiutarti. Ora lo ritrovi ed è un grandissimo piacere. E’ un ricominciare con una forza maggiore. Quando si ha una squadra bella ma una curva bellissima è tutto più facile se si lavora insieme nella stessa direzione”.

Totti gioca titolare?
“Secondo me Totti sta facendo perfettamente quella che era la figura che speravo diventasse. Perché in termini di presenza dentro la squadra, dentro il gruppo, in termini di fisicità, intensità e qualità negli allenamenti, di lunghezza e di scatti negli allenamenti, sta facendo perfettamente quello che volevo. Sono molto soddisfatto del suo contributo”.

Nelle ultime 7 partite Dzeko è stato titolare solo una volta. La squadra gioca bene senza di lui o manca qualcosa dal bosniaco?
“Qual è l’obiettivo di questa domanda? I gol o perché ti sta simpatico il giocatore? L’obiettivo sono i gol. Io parlo sempre della squadra, altrimenti si fanno differenze. Ognuno può esser parente di chi gli pare. In 17 partite s’è fatta una quarantina di gol. Di che si vuol parlare? Dzeko l’ho fatto giocare poco, è colpa mia. Altrimenti avrebbe potuto fare di più”.

Questa squadra ha bisogno di lui?
“Io la valuto in condizioni di gol. Io devo vincere le partite e fare i gol. Se la squadra vince le partite e fa gol io sono a dama. Lui ha caratteristiche che altri non hanno, se riusciamo a farle funzionare all’interno di questi numeri, abbiamo possibilità in più. La prima cosa, però, sono gli obiettivi vincendo partite e facendo numeri. E quelli ci sono. Con Dzeko, avendo quella fisicità, mantenendo le stesse qualità, probabilmente possiamo mettere qualcosa di più. Però poi ci vuole il lungo periodo. Dentro questi numeri che ho citato lui c’è perché ha fatto il suo, magari non facendolo sentire così comodo, come probabilmente è successo ad altri, utilizzandolo poco. Ma è stata una scelta determinata da quello che vedo negli allenamenti. Sembrerò noioso ma devo ripetere cose dette già. Sono importanti gli atteggiamenti e i segnali che mi portano ai risultati. Io dentro la squadra non ho parenti. Io lavoro in funzione dei risultati per la Roma. Qualcuno di voi lavora per qualcos’altro, io faccio tutto in funzione di quello. Poi ci posso riuscire o no, ma vedrai che poi si ritorneranno a fare gli stessi discorsi. Si riprenderanno le prime interviste e ci troverei una coerenza nel modo di pensare che è sempre la stessa.”.

Sottolinea spesso l’importanza del secondo posto…
“Terzo. Il secondo sarebbe un miracolo. Il terzo posto era quasi impossibile da raggiungere per il livello dal quale siamo partiti. A questi calciatori gli va dato il grandissimo merito di aver portato a casa un risultato, in quel momento li, quasi impossibile. Sottolineiamo prima questo”.

Il discorso è legato alla Champions. Nei giorni scorsi Sabatini è sembrato preoccupato sul futuro dei due giocatori più caldi sul mercato…

Interviene Castaldi: “Quando si è detto preoccupato Sabatini?”.

Maida: Sul bilancio non ha risposto. Ha avuto rassicurazioni dal club sulla permanenza di Pjanic e Nainggolan?
“A me è sembrato anche che abbia detto che restano i due. Fino a che non finisce il campionato non ne parlo. Rispondendole farei quello che chiedo di non fare ai miei giocatori. Abbiamo sempre lavorato per l’impossibile. Facendolo alzi l’asticella del modo di lavorare. Ora ci siamo creati un’opportunità che possa avvenire, non posso far guardare in un’altra direzione questi ragazzi qui. Tutti fanno i loro interessi, ma dentro la squadra c’è una ricerca unica, un unico obiettivo, la partecipazione anche quando rimangono fuori, il modo in cui entrano dentro o stanno in panchina. Ho visto atteggiamenti a Genova anche nell’andare a fare il prosieguo della barriera sul tiro di Totti, son tutti segnali che si cerca il pelo per dare un contributo. Per un allenatore è una goduria. Ora sono tutti sintonizzati sulla partita di domani, ho bisogno che questa attenzione rimanga dentro. Ora la indicano da soli la strada, vanno tutti per quella strada. L’impossibile a volte succede, noi siamo stati bravi a lavorare per l’impossibile. L’opportunità nostra passa tramite la partita di domani, tutto il resto – come diceva il Califfo – è noia”.

Paredes, Sanabria e Iturbe, quale di questi giocatori visionerà con attenzione?
“Involontariamente è un mettere in discussione tre giocatori che possono servirci. Son tre buoni giocatori, di valore lo hanno fatto vedere. Possono passare momenti più o meno positivi, ma verranno presi in considerazione e verranno guardati bene. Abbiamo uno specialista, è Sabatini, deve fare il suo lavoro e lo fa bene. Voglio vedere questo gatto maculato dove sarà. Sono esperto di animali. E’ giusto che parli di mercato, che faccia prove, indagini. Io sono dentro un’altra situazione, quella del campo. Devo far funzionare la squadra perché sono loro che determinano il risultato. Vanno fatti funzionare tutti insieme e diventa un’addizione importante”.

Questi giorni si è discusso molto su come colmare il gap con la Juve. Manca più un discorso tecnico o di mentalità?
“Mentalità è una bella parole, vanno messe sopra le qualità dei giocatori. Il carattere completa tutto. Noi sotto l’aspetto caratteriale qualche passo in avanti dobbiamo farlo. Dobbiamo acquisirlo sotto l’apporto dei calciatori. Sta migliorando anche Castan, se sta bene ti fa avvertire quello che ci vuole per andargli contro. Strootman, anche De Rossi ha fatto bene. Pjanic ritrovando poi la sua qualità si prende le sue responsabilità, sa essere leader di un gruppo, ne abbiamo bisogno di più di uno. Su questo dobbiamo migliorare guardando loro, oltre al numero di calciatori che hanno di un certo livello. Allegri è stato bravissimo a cambiare schema tattico della loro squadra, giocando a 3 e a 4, cambiando durante le partite, i suoi giocatori sanno mettere in pratica quello che lui chiede in un attimo. Ci sono tante squadra da cui doversi guardare e confrontare, anche il Napoli, l’Inter e il Milan sono forti. Si riparte da queste squadre qui e sono tutte forti. Poi bisogna trovare la chiave per far funzionare la squadra, qualunque di queste squadre può arrivarti davanti. Dipende da come lavori. Dipende da una professionalità usata in maniera continuativa anche dopo le partite, durante gli allenamenti ma anche a casa. Dipende da tante cose. Quando sono tutti coinvolti come i nostri giocatori in questo momento poi ci sta di passare davanti a chiunque, ma è solo segno di buon funzionamento. Non che sei la miglior squadra”.

Florenzi viene schierato dove c’è più necessità o dove lo vede al meglio? Avrà un ruolo più definito?
“Non so qual è il suo ruolo migliore, mi puoi aiutare?”.

Più vicino alla porta, in un 4-2-3-1…
“Può darsi, ma dovrei metterlo al posto di El Shaarawy o Salah. Lì sa starci, perchè puoi quando lo usi basso in difesa non è un difensore vero e proprio ma costringe l’altro a migliorarsi. Poi è uno che può giocare da molte parti, per me è un merito. Serve alla squadra. Va tenuto conto dove serve alla squadra, perché poi bisogna cercare di far quadrare quello che è il gioco di squadra. Se riesci a far essere più forte un collettivo piuttosto che soli 11 giocatori si arriva più in là. Finora tantissimo non abbiamo sbagliato, poi c’è lo spazio per fare ancora meglio. Ma Florenzi non perché non sia bravo, per quello che sa fare bene in ogni posizione è uno da tenere in considerazione per tre ruoli, perché li sa fare in maniera eccellente tutti e tre. Basso, alto e centrocampista”.

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