Un’altra telenovela è destinata a chiudersi nel giro di qualche ora. Quella più importante, più delicata, perché riguardante il reparto sinistro di difesa, da sempre uno dei crucci delle squadre italiane e in particolar modo dei giallorossi. C’è di più: colui il quale si appresta a colmare quel vuoto ha un passato non di poco conto, avendo militato nell’eterna rivale Lazio. Correva l’anno 2007 quando Aleksander Kolarov debuttava con la maglia biancoceleste, che avrebbe tolto solo tre anni più tardi per accasarsi al Manchester City, per ironia della sorte dagli stessi colori opachi.
Proprio ciò sembra essere un elemento di discordia tra i tifosi romanisti, spaccatisi tra possibilisti e avversi a prescindere. Qualcuno ha addirittura chiamato in causa il precedente Manfredonia, ignorandone le origini laziali a prescindere dalla sua successiva militanza. Anche Monchi ha ignorato ogni critica e, stando a quanto scrive il Corriere dello Sport, il ds spagnolo è a un passo dal chiudere l’affare col City: 5 milioni di euro il costo, ma senza l’aggiunta di bonus, mentre il calciatore firmerà un triennale per una cifra superiore ai 2 milioni a stagione.
Un aneddoto curioso riportato da La Repubblica ha svelato una telefonata del serbo al suo ex collega di squadra Edin Dzeko, che notandone il nome sul display ha così capito lo sblocco della trattativa. I due, dunque, dovrebbero ritrovarsi anche alla Roma, che Kolarov raggiungerà nelle prossime ore con un volo diretto da Houston (dove ora è il City) a Boston. Nel frattempo è arrivata anche la benedizione di mister Pep Guardiola, una sorta di via libera al trasferimento in giallorosso: “Non mi piace lavorare con persone che non vogliono rimanere. Kolarov ha una grande opportunità di andare alla Roma e ha detto che vuole andare via”.
Che dire, benvenuto a Roma, Aleksander; e non bentornato, sia chiaro, perché te Roma non l’hai mai vista con gli occhi di chi la rappresenta da sempre.